Ricordo il
titolo di un film dei miei tempi che si intitolava: “A qualcuno piace caldo” ed
ecco spuntare ciclicamente il nome di Inzaghi, così come è successo due anni
fa, che a qualcuno piaceva Corini e tanto ha fatto e tanto ha detto, finché si
è preso Corini, spacciandola per scelta dell’algoritmo e poi sappiamo tutti
cosa è successo.
Io anche se
fossi ricchissimo da fare schifo come il City Group, lascerei fare la ricerca
dell’allenatore a chi queste cose le sa fare, se no, non ha senso avere Rinaudo
come direttore sportivo e Bigon come consulente di mercato, se poi l’allenatore
lo deve scegliere il presidente onorario Mirri, perché quella del presidente
che sa e fa tutto, stia diventando una moda, ma a giudicare da quanto De
Laurentis ha fatto con il Napoli e il Bari, non mi pare una genialata.
Quindi,
allontaniamo accostamenti improbabili e soprattutto, smettiamola di pensare,
che uno che ha vinto una volta, possa ripetersi sempre e Inzaghi è un
allenatore come un altro, lo abbiamo visto a Brescia e con la Reggina,
concentriamoci invece sui due nomi che sono venuti fuori in questi giorni: Dionisi
e Zanetti, senza fare come due anni fa, che avevamo una lista infinita di nomi
e poi (io ero contrario già allora) abbiamo preso il peggiore.
Dobbiamo
essere convinti di quello che vogliamo e su quello ci dobbiamo concentrare, non
dobbiamo sfogliare la margherita e né tanto meno tirare a caso una carta dal
mazzo, lasciamo fare ad ognuno il suo lavoro, il direttore sportivo sceglie,
parla con il tecnico e poi quando ci sono le condizioni, informa la società,
che se, se ne convince, dà il proprio placet e si passa avanti, via anche il
direttore sportivo Rinaudo? E allora cominciamo dal direttore sportivo e non lo
facciamo fare a Mirri.
Palermo
incompiuto? No! Solo tante scelte sbagliate, a cominciare dalla scelta del
4-3-3, quindi dei giocatori presi per il 4-3-3 e poi invece utilizzati per
altri moduli, la scelta di prendere giocatori che avevano vinto il campionato,
come se fosse bastato questo e poi non si sono rilevati all’altezza, il City deve
riflette su tutto questo e anche su altro, come lo staff, che non deve essere
fatto da amici o per riconoscenza.
È tempo di
bilanci e di riflessioni per programmare la prossima stagione, ma se è stato
deciso che Rinaudo deve andare via, non si possono prendere decisioni sull’allenatore,
senza prima avere scelto il direttore sportivo, non facciamoci prendere dalla
nostalgia, Foschi, Perinetti, Faggiano o Sabatini, prendiamo un bel direttore
sportivo giovane ed emergente, che ha già dimostrato anche in serie C e poi
prendiamo l’allenatore.
Nell’analizzare
e riflettere, bisogna tenere in grande considerazione, che quest’anno il
Palermo ha subito quattordici sconfitte e 56 gol, un dato che evidenzia:
problemi di modulo, problemi di fase difensiva e problemi di difensori, tutte
cose incompatibili con il progetto di promozione e poi, un centrocampo più
tecnico, per rifornire meglio e di più l’attacco, la difesa comunque è il
reparto che necessita la maggiore attenzione.
Ma le analisi devono
essere rinviate di qualche settimana, la decisione sull'allenatore stavolta
deve essere impeccabile, perché questa scelta sarà determinante, credo e spero,
che il club eviterà gli errori del passato, puntando su un profilo che possa
dare stabilità: tecnica, fisica, mentale e di risultati, per perseguire e
raggiungere l'obiettivo della serie A, quindi sotto con la scelta del direttore
sportivo, Rinaudo è in scadenza al prossimo 30 giugno e non possiamo far
scegliere a lui l’allenatore.
Toccherà
quindi a Bigon, scegliere il successore di Rinaudo e cominciare a parlare con
Zanetti e con quasi tutta la difesa, per trovargli una nuova sistemazione, in
attesa che arrivi il direttore sportivo, che comunque deve essere bravo e
sottomesso alla galassia City, perché per impostazione societaria (non mi
piace), le scelte tecniche di ogni tipo devono essere condivise con il City
Group, o per lo meno con i suoi rappresentanti a Palermo.
Il direttore sportivo che arriverà, non sarà un responsabile assoluto, un direttore vecchio stampo, sarà una figura spesso distaccata dai rosanero, come Bigon che lavora come consulente del gruppo, io questo modo di fare calcio non lo condivido, anche a Como hanno una barca di soldi, ma la squadra è in mano a: Ludi (direttore generale e sportivo) e Fabregas (allenatore e direttore tecnico), basta, eppure hanno vinto, senza se e senza ma.
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