La finale promozione per destinare l’ultima squadra che deve andare in
serie B, è tra Padova e Palermo, grazie ad un gol di Floriano nel primo tempo,
il Palermo riesce a vincere anche all'Euganeo e si aggiudica il primo atto
della doppia sfida, davanti a 15 mila spettatori accomunati da un gemellaggio
storico tra le due tifoserie.
Adesso serve l’ultimo sforzo e potrebbe essere serie B, suggestivo il fatto
che la gara di ritorno della finale si giochi al Barbera, dove si potrebbe
subito festeggiare l’eventuale passaggio alla serie superiore e ricevere il probabile
Trofeo per il vincitore dei play-off, davanti al proprio pubblico.
Presenza di
rilievo allo stadio di Padova, è stata quella di Giovanni Gardini, manager di
riferimento del City Football Group, che ha potuto ammirare di presenza, un Palermo solido,
cinico e concreto, che non ha sofferto più del lecito e ha portato in porto una
bella vittoria, decisa da un lampo di Floriano (gol pesantissimo) dopo una
decina di minuti, su un assist di Valente dopo un errore di Curcio.
Il Palermo ha giocato nel complesso un buon primo tempo e
stringendo i denti anche un buon secondo tempo, dove Il Padova ha spinto forte
per riprendere la partita, con un forcing, quasi al limite della disperazione,
alla ricerca almeno del pareggio, anche se il Palermo non è stato a guardare e
nel primo tempo ha avuto delle buone occasioni per raddoppiare, poi i rosa progressivamente
hanno calato l’intensità e il baricentro.
Dopo il gol, la
squadra di Oddo perde il suo atteggiamento guardingo ed attento, ma non perde
la densità, il Palermo prova a stare alto e fare la partita, il Padova prova a
rialzare la testa e va a caccia del pareggio ma è imprecisa, prima Bifulco
scappa in fuorigioco e la rete viene annullata, quindi su un'uscita maldestra
di Massolo, a porta vuota Marconi salva miracolosamente la palla sulla linea,
con l’aiuto della traversa.
Momenti con il fiato sospeso
da parte delle due squadre e dopo tre minuti di consultazione del Var (presente
già anche nelle semifinali), la palla non è entrata e neanche in questo caso si
può parlare di gol annullato, ma solo di una traversa colpita dai locali, il
primo tempo termina con l'occasionissima di Santini, che di testa su corner
sfiora il palo.
Nel secondo tempo nonostante
il rientro arrembante dei veneti, il Palermo ha retto bene l'urto, tonico
e compatto, ha gestito con autorevolezza le due fasi, rischiando relativamente
poco, monumentale la prova di Lancini e Marconi, che hanno dominato su tutti
i palloni alti e chiuso puntualmente ogni varco, stavolta: “uno marca e l’altro
copre” ha funzionato, coraggiose e provvidenziali le diagonali di Buttaro.
L'approccio
alla gara per i rosa è stato autorevole e di personalità, il Padova colpito
quasi a freddo è rimasto stordito, ma alla fine ha fatto registrare una chiara
supremazia territoriale, per il Palermo c’è stato invece: corsa, raddoppi,
sacrificio e ripiegamenti all’indietro, per blindare il prezioso vantaggio, il Padova,
che non è la Feralpisalò e né tanto meno l’Entella o la Triestina, renderà la
vita difficile al Palermo nella gara di ritorno al Barbera, dove mancherà l’ammonito
Damiani.
Applausi per entrambe le squadre, tutto viene quindi rimandato a domenica 12 giugno, dove dalle “urne” del Barbera, verrà fuori la quarta squadra che andrà in serie B, il Padova è già stata finalista anche un anno fa, poi battuto ai rigori dall’Alessandria, adesso dovrà in ogni caso vincere a Palermo, per garantirsi almeno i supplementari, visto che in caso di parità complessiva dopo 180’ (i gol in trasferta non valgono doppio), si darà vita ai tempi supplementari ed eventualmente ai rigori.
Certo, per i
biancoscudati si tratterebbe di una bella e grande impresa, visto che i
rosanero davanti al loro pubblico al Barbera, non perdono dal marzo 2021 e in
questa stagione non perdono da 16 partite, i rosa possono completare l'opera
conquistando la promozione in Serie B, a tal proposito le parole di
Baldini: “Da domani bisogna pensare che abbiamo perso e resettare tutto in
vista del ritorno. Da domani dobbiamo pensare che abbiamo perso, per potercela giocare
fino in fondo con il Padova. Quando sono stato esonerato da Zamparini ho subito
una cattiveria, che mi ha portato anche alla decisione di stare 6 anni senza
allenare. Ho una casa in Sicilia, ogni anno andavo a trovare Santa Rosalia. Può
sembrare paradossale, ma io sapevo dentro di me che a Palermo non era finita.
Dopo 18 anni il dubbio c’era, ma il destino mi ha dato questa possibilità e io
ho messo tutto me stesso dal momento della firma in poi. Io migliorato?
Non sono più lo stesso di diciotto anni fa dal punto di vista fisico, sento che
non sono più la stessa persona quando devo fare attività fisica. Sotto
l'aspetto tecnico però non è cambiato nulla”.
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