Sospesi i campionati
provinciali, da domenica 14 ottobre la Roxius non ha più giocato, in un primo
momento il Settore giovanile e scolastico della Figc, ha disposto la
sospensione dal 31 ottobre al 24 novembre, la disputa delle gare dei campionati
nazionali U.18, U.17, U.16 e U.15, riservati alle società di serie A e B; U.17,
U.16 e U.15 riservati alle società di serie C; U.17 e U.15 femminili; U.14 Pro
e U.13 Pro e tutta l’attività di base a livello provinciale, consentendo
solamente gli allenamenti individuali a distanza di sicurezza.
Dopo una sola settimana
di allenamento in condizioni disastrosi a causa delle limitazioni, la Roxius e
altre società dilettantistiche (poche per la verità), al fine di evitare
inutili contagi, ha deciso di sospendere tutti gli allenamenti in attesa di
capire come si muove la curva dei contagi, una decisione sofferta e maturata a
tutela della salute di tutti i tesserati.
I dirigenti delle
società nonostante i sacrifici per adeguarsi alle disposizioni di sicurezza,
davanti all’avanzare del virus hanno deciso di sospendere le attività, con la
speranza di per poter riprendere quanto prima l’attività, poi con il successivo
DPCM del 3 novembre, il termine dell’ordinanza è stato spostato al 3 dicembre
2020, data in cui se si dovessero abbassare notevolmente i contagi, anche se
non riprenderanno i campionati,
ci sarà quanto meno la ripresa delle attività, sempre con i soli allenamenti
distanziati.
La speranza è quella di potere ripartire
a gennaio con i tanti recuperi e poi il 7 febbraio riprendere la
stagione regolare fino al termine del girone di andata, a quel punto salterebbe
tutto il girone di ritorno e verrebbero disputati i playoff e i playout per decretare le promozioni e le
retrocessioni, mentre ad oggi le disposizioni di legge sono le seguenti:
• Proseguire con
l’eventuale svolgimento di allenamenti all’aperto, in forma individuale e
nel rispetto delle norme di distanziamento e delle altre misure cautelari anche
con la presenza di un allenatore/istruttore;
• Sospensione dell’attività agonistica sino
al 3 dicembre 2020 così come da ultimo DPCM del 3/11/2020 che sostituisce
quello del 24/10/2020;
• In attesa
dell’evolversi della situazione e in virtù di eventuali ulteriori provvedimenti
restrittivi, prevedere che il mese di dicembre possa eventualmente essere
dedicato ad un periodo di allenamento per quelle società che hanno gare da
recuperare;
• Mese di
gennaio 2021 dedicato ai recuperi;
• Domenica 7
febbraio 2021 inizio attività con svolgimento dei Gironi con sole
gare di andata e previsione di play off e play out.
Dopo due settimane dalla sospensione e difronte alla curva dei contagi in crescendo, l’ipotesi più accreditata per la ripartenza dei dilettanti, è quella di tornare a marzo per giocare solo il girone di andata, sostanzialmente non cambia molto rispetto alla prima ipotesi, viene solo spostato l’inizio di qualche mese.
Una ripartenza a gennaio o febbraio per giocare
regolarmente i campionati con andata e ritorno, costringerebbero a un
considerevole numero di turni infrasettimanale, disputare solo l'andata e poi passare
ai playoff e playout, appare la strada più accreditata.
Dall’ultimo Dpcm
si registra lo stop agli allenamenti nelle zone rosse e arancioni, mentre nelle
gialle sono chiusi gli spogliatoi, sul tavolo restano quattro scenari possibili: la
ripartenza a fine gennaio (il 24 o il 31) mentre nelle tre domeniche precedenti si andrebbero a recuperare tutte le gare
rinviate nelle prime tre giornate, ipotesi questa che appare irrealizzabile
perché difficilmente le squadre potranno tornare ad allenarsi liberamente già a
dicembre.
La seconda ipotesi è simile alla prima ma con una differenza, cioè
ripartenza il 24 o il 31 gennaio con i recuperi fissati come infrasettimanali
tra febbraio e marzo, soluzione che comporterebbe però un considerevole numero
di partite al mercoledì per rimanere in linea con la fine dei campionati.
La terza ipotesi prevede una ripartenza a metà febbraio, anche questa
soluzione comporta però delle problematiche in termini di tempo perché
ripartendo così tardi si renderebbero necessari ben 14 turni infrasettimanali,
una quantità mostruosa per il calcio dilettantistico, perché significherebbe
giocare ogni tre giorni nei successivi tre mesi.
La quarta e ultima possibilità è quella che, ad oggi, risulta essere il più
plausibile: ripartenza a fine febbraio o inizio marzo, disputa del solo girone
di andata e poi il via ai playoff e playout nei mesi più caldi. Da un punto di
vista “numerico” di partite da disputare questa risulterebbe essere la via più
percorribile ma c’è da capire se le società, vorranno giocarsi le loro chance
giocando solo un girone, cioè la metà delle partite.
La decisione comunque è stata rinviata a dopo il 4 dicembre (ammesso che già
allora si possa decidere anche se in maniera provvisoria) quando scadrà
l’ultimo Dpcm e si potranno avere le idee più chiare sulla situazione, sempre
che nel frattempo non ne venga fuori un altro.
Nel frattempo,
si sta parlando di dare il via alla nuova riforma, ovvero un contratto Inps per
i dilettanti, con il nuovo decreto legislativo attuativo, anche i calciatori
Dilettanti saranno iscritti all’Inps, una legge che era già in programma addirittura
dal Governo Conte I, ma che dopo un incontro tra lo stesso premier e il
ministro Spadafora è stato ulteriormente limato.
Un calciatore o un dirigente
dilettante sono da considerare lavoratori sportivi, come riporta la legge, sono
definiti lavoratori sportivi, “l’atleta, l’allenatore, l’istruttore, il
direttore sportivo, il preparatore atletico e il direttore di gara che, senza
alcuna distinzione di genere e indipendentemente dal settore professionistico o
dilettantistico, esercita un’attività sportiva verso un corrispettivo al di
fuori delle prestazioni amatoriali.”
Una grossa novità, visto che
fino ad ora per gli sportivi del mondo dilettantistico era “esclusa ogni forma
di lavoro, sia autonomo che subordinato”.
I dilettanti avranno dunque
le stesse tutele dei professionisti, potendo beneficiare anche del fondo pensioni, l’attività di
lavoro sportivo può costituire oggetto di un rapporto di lavoro subordinato,
autonomo o occasionale.
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