Gli
altoatesini passano al Barbera col il minimo sforzo, grazie a un regalone
di Pigliacelli, ma comunque è la quarta sconfitta nelle ultime 5 partite e questa
è una sconfitta sul quale riflettere più delle altre, per il gioco espresso,
per il livello dell’avversario e anche per la classifica (io ricordo sempre il
Crotone dell’anno scorso).
Tutti si attendevano (io no) una reazione dopo la sconfitta di Frosinone e
il ritiro di Manchester e invece niente di tutto questo, la manovra offensiva addirittura
è sembrata ancora più sterile e non può bastare l’amarezza di Corini, che attribuisce
a sé tutte le colpe, con l’ammissione di colpa non si costruisce la classifica.
Corini ripropone
il 4-2-3-1, che gli aveva dato la vittoria a Manchester con il Nottingam
Forest, con Floriano trequartista alle spalle di Brunori (perché?), ma il
Sudtirol si fa pericolo dopo appena 40 secondi, con un colpo di testa di Tait,
parato senza problemi da Pigliacelli, il Palermo risponde subito con un
tentativo da fuori area di Floriano, deviato prontamente in angolo da Poluzzi.
La manovra del
Palermo però, si presenta sin dai primi minuti piuttosto compassata, il
Sudtirol come previsto, prova a pungere in contropiede, chiudendo tutte le
linee di passaggio e dopo 20 minuti arriva il vantaggio degli ospiti, con una clamorosa
papera di Pigliacelli che rinvia su Odogwu, la palla sbatte sull’attaccante e
termina in rete.
Fischi
assordanti per il portiere, che quasi in lacrime si mette le mani nei capelli,
i fischi per Pigliacelli, sono il preludio per quelli finali alla squadra e
principalmente a Corini, dopo il gol il Palermo accusa il colpo e ancora
maggiormente, ha troppe imprecisioni nei disimpegni e commette troppi errori
individuali, regalando tanti palloni agli avversari.
Brunori è
troppo solo in avanti, Di Mariano prova ad inventare qualcosa, ma non salta
quasi mai l’uomo, si va al riposo con il Sudtirol meritatamente in vantaggio
per 1 a 0, nella ripresa subito tre cambi per il Palermo: fuori Buttaro per
Sala, Stulac per Damiani e Soleri al posto di Floriano, ne avessi capito solo
uno di questi cambi che ha fatto, ma comunque, dopo un poco, i rosanero
sfiorano il pareggio, con un cross in mezzo di Di Mariano e Soleri di testa
colpisce la traversa.
Il refrain della
partita non cambia, con i rosanero che manovrano lentamente il pallone e il Sudtirol
raccolto nella propria metà campo, pronto a ripartire in contropiede e dopo un’ora
di gioco, in uno di questi contropiedi, Pigliacelli salva la porta del Palermo
dalla seconda capitolazione, riuscendo a deviare in angolo dopo una ripartenza
veloce del Sudtirol, la manovra rosanero continua ad essere piuttosto lenta e con
giocate piuttosto prevedibili.
Solo sei reti, fatte in sette
partite e non si può non tenere conto, dello scarso rendimento offerto
dal Palermo, i legni colpiti nella ripresa, sono frutto più della reazione
nervosa dei singoli, che di una manovra fluida e avvolgente, la squadra è senza
idee e chiaramente diventa complicato presentarsi davanti al portiere
avversario.
La squadra fa fatica a costruire azioni, i giocatori sembra non essersi ancora inseriti negli schemi tattici di Corini (ammesso che ne abbia) e probabilmente il ritorno al modulo 4-2-3-1, al contrario di quanto pensa il tecnico non li favorisce, al di là dei singoli, dei moduli e del gioco, la classifica inizia a farsi preoccupante, bisogna uscire subito dalla zona playout, prima che potrebbe diventare troppo pericoloso.
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