lunedì 14 ottobre 2024

Cogitana e San Vito pareggiano 2 a 2: rammarico per i luparensi.

 

Il San Vito pareggia 2 a 2 contro la Cogitana dopo essere stato in svantaggio per 2 a 1 fino al 96esimo, complici l’ingresso in campo dalla panchina di Baccin, Masin, Ferrazzo e espulsione nel finale di Grandesso, ancora una volta la Cogitana ha un approccio sbagliato alla partita, tanto che dopo dieci minuti va in svantaggio, la seconda parte del primo tempo invece è stata più equilibrata, con i luparensi in ripresa, che pareggiano prima delle fine del primo tempo con Zanchin su punizione.

Nel secondo tempo entra in campo un’altra Cogitana, vogliosa e graffiante, una Cogitana trasformata, che pressa altissima e mette in difficoltà il giro palla dei bassanesi con il neo entrato Fior, al "Centro Giovanile" i luparensi chiudono nella loro metà campo il San Vito e spadroneggiano a centrocampo con Grandesso, Menzato, Cusinato e soprattutto con De Simone, caparbio uomo ovunque, fioccano i palloni in area, ma Fior di divora almeno 3 o 4 palle gol.

Dopo avere sbagliato tanto sotto porta, a metà ripresa è arrivato il gol del 2 a 1 in mischia, è il solito Zanchin che con un colpo di nuca sulla linea di porta, segna il gol del vantaggio, la Cogitana continua a pressare e il San Vito in difficoltà si difende come può, poi la svolta negli ultimi 20 minuti, Crisà sostituisce Miotti ammonito con Baccin, per evitare che Miotti potesse essere espulso, ma Baccin che fin qui non ha fatto benissimo, non riesce a trovare le misure sul suo avversario, che così dà respiro ai bassanesi, che cominciano a pungere con continui contropiedi.

Il 3 a 1 è nell’aria ma non arriva, mancano 10 minuti alla fine e Menzato chiede la sostituzione, entrano Masin e Ferrazzo a centrocampo, ma si piazzano in attacco senza mai dare una mano alla squadra, tanto che Grandesso davanti alla difesa va in difficoltà, prende un giallo e per proteste ne prende un altro, viene espulso e perde la testa.

In dieci la Cogitana stringe i denti per gli ultimi 5 minuti, tranne Ferrazzo e Masin appena entrati, che guardano i compagni dannarsi in difesa, fino a quando l’esterno del San Vito per l’ennesima volta supera Baccin ed entra in area, supera anche Rosa e mette al centro un pallone, dove l’attaccante è tutto solo e batte a rete a botta sicura, Letizia ci mette una pezza, ma sulla ribattuta la palla finisce ancora all’attaccante che stavolta da due passi non sbaglia.

Finisce 2 a 2 una partita vinta e che doveva essere stravinta, un risultato per niente giusto e che lascia tanto rammarico per la squadra di Crisà, che a pochissimi minuti dalla fine del recupero conduceva per 2 a 1, dopo avere perso così altri due punti con il Santa Croce, non appena l’arbitro ha decretato la fine della gara, si è creata una maxi rissa, dove l’arbitro ha beccato come unici facinorosi Menzato e Baccin e li ha espulsi.

La Cogitana ha chiesto alla squadra un confronto prima dell’allenamento del giorno dopo e così è stato, i ragazzi hanno spiegato che questo loro comportamento era dato dal fatto che non hanno “filing” con l’allenatore, questa cosa li innervosisce e li porta a questa reazione, Mister Crisà ha preso atto della preoccupazione della società, che temeva di perdere alcuni giocatori e in un primo momento ha deciso di provare, poi a due ore dalla partita con l’Ezelina ha rassegnato le dimissioni.

Fin qui la cronaca, adesso il commento di mister Crisà:

“Non pensavo che ci fosse stato questo epilogo, per me le cose andavano bene e sinceramente non credevo che avessero dato a me la colpa del loro comportamento, si è trattato di una situazione cominciata con il piede sbagliato e una parte della società sono sicuro che non solo non mi ha tutelato, ma secondo me ha incanalato le cose”.

Quindi lei pensa che la società sia complice?

“Non esattamente, però in questi 50 giorni ci sono stati tanti piccoli episodi, tanti piccoli ostacoli, tante piccole cose che il sospetto me lo insinuano, ho avuto l’accordo con loro ad aprile e sono stato tesserato la vigilia della prima partita, solo perché gli e lo ricordato io, i rapporti con il solo Direttore, sono stati sempre freddi e minimi indispensabili, non mi ha mai fatto sentire a mio agio, non ho avuto il materiale, mi hanno dato una maglietta e due pantaloni su mia insistenza, ma solo per andare in panchina nelle partite e alla mia richiesta la segretaria mi ha detto: vediamo cosa dice il vice presidente (senza mai avere avuto una risposta)”.

Quindi non lo avevano a ben volere, allora perché lo hanno scelto?

“Beh! Dico, sto procedendo per supposizioni, la società e in particolare tutti i tecnici del settore scolastico, mi tengono in grande considerazione, il direttore non ha visto di buon occhio secondo me, che gli ho praticamente tolto la squadra al suo amico, mi ha lasciato da solo con un gruppo nuovo, con un gruppo difficile, che lo scorso anno ha avuto problemi con il mister, perché non volevano lavorare ed erano molto suscettibili, tanto che a me ha chiesto di essere indulgente e accomodante, forse non dovevo starlo a sentire e fare come ho sempre fatto a modo mio”.

Sarebbe cambiato qualcosa?

“No, forse sarei andato via prima, sicuramente non voleva allenassi questa squadra, per tutta l’estate non mi ha mai chiamato, in questi 50 giorni non si è mai fatto sentire, se non per quasi rimproverarmi, per quello che non ero riuscito ancora a mettere a regime anche per colpa sua e poi mi diceva sempre: non farli lavorare tanto se no vanno via, non trattarli male se no vanno via.

Penso che lui sperava che perdessi tutte le partite, in modo da mandarmi via prima, invece così non è stato e secondo me ha portato a compimento con i ragazzi il suo progetto, sapeste che premura che aveva che io decidessi di andare via entro il 30 novembre, per evitare di doverlo fare poi loro e di dovermi pagare tutto il contratto, giocavamo troppo bene e se non faceva così, sarei rimasto anche per il prossimo anno”.

Che farà adesso?

“Aspetto un’altra proposta, ma stavolta deve essere seria, sono stanco di sottostare ai capricci di tutti, io voglio lavorare come so, se, se ne presenta l’occasione bene, diversamente sto bene pure a casa mia”.

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