Il Palermo ha perso Zanetti, che ha preferito
l’incerto destino del Verona in serie A, ad un progetto prestigioso con il
Palermo, ma con moltissime linee guida da seguire, che spersonalizzano il
tecnico e il direttore sportivo di turno, io non capisco perché, tutti quelli
che hanno i soldi, devono distorcere il naturale corso delle cose.
Per carità, ognuno con i suoi soldi è libero di buttarli come vuole,
ma le professionalità vanno rispettate, che hai i soldi oppure no, ognuno con
le proprie competenze, che prescindono dalla quantità di soldi che possiedi, il
calcio più che in altre discipline, coinvolge in proporzione tutti e quindi è normale
che molti tecnici e direttori, abbiano la voglia di lavorare in piena
autonomia, senza essere i “cloni” di nessuno.
Poi se a fine stagione ci si accorge che il tecnico o il direttore, è stato
un mezzo fallimento lo mandi a casa, suppongo che sia chiaro, che bisogna
cambiare “mentalità”, non avere la presunzione di saper fare tutto “io”,
affidarsi molto di più alle persone preposte e scegliere in base la grado di
preparazione e non di sudditanza, così, tutte le persone competenti e di
carattere andranno via ed ecco come mai, già sono “scappati via”: Grosso,
Zanetti, Petrachi e non abbiamo ancora individuato il direttore sportivo.
Il City Group ha il suo metodo di gestione, non sceglie in base alle
competenze, ma analizza numeri e algoritmi per prendere qualunque decisione,
nel frattempo le persone contattate non si sono riconosciute in questo sistema,
che non è italiano e non è radicato, preferendo andare a svolgere le proprie
competenze altrove.
Naturalmente c’è fretta di arrivare a un direttore sportivo di livello,
prima che se li prendano tutti e poi come è successo con Rinaudo, dobbiamo
promuovere a direttore sportivo il responsabile del settore giovanile alla sua
prima esperienza, il mercato è già aperto e non sappiamo ancora chi lo guiderà,
quando queste sono cose che si fanno a febbraio/marzo, il nuovo Palermo non può
essere rifatto come i due anni appena trascorsi, con “amici e parenti”.
Nel calcio non è scritto da nessuna parte, che per vincere basta prendere
uno che ha vinto (Lucioni) per essere sicuri di vincere, il direttore sportivo
ha un suo staff di visionatori e agenti, che lo relazionano e poi da lì si fa
il mercato, insieme alle esigenze del tecnico, la società deve solo dare
“mandato” al direttore, di allestire una squadra per andare in serie A, senza
spendere più di un tot e poi deve farsi da parte,
Prima si
sceglie e meglio è, perché i tempi del mercato non ammettono che si proceda a
passo d’uomo e ogni giorno che passa è un giorno sprecato, Grosso è andato via,
Zanetti pure, se non stringiamo per Dionisi, finiremo per perdere anche lui e
poi saremo costretti a confermare Mignani. che fra l’altro è sotto contratto e
che poi non manderemo via, se non in presenza di un serio fallimento.
Ad esempio,
Rinaudo è andato, Petrachi è andato, De Sanctis forse salta pure e ora si parla
di Rossi del Sassuolo, tutta gente con lunga militanza positiva in serie A e
non può sentirsi dire cosa deve fare e come la deve fare, bisognerebbe sgombrare
questo tipo di mentalità e accelerare almeno sulla scelta del direttore
sportivo, ricerca che fin qui è andata a vuoto, perché nessuno vuole venire a
fare il direttore senza decidere.
Il City dovrebbe riflettere su una gestione all’italiana del Palermo, che poi è quella che già si fa a Manchester con i “Citizen” e a Girona, dove tutto funziona alla grande e si vince, insomma, a Palermo serve un vero direttore sportivo che possa gestire il budget, che gli verrà messo a disposizione, che agisca in autonomia e in piena sintonia con l’allenatore, persona che sceglierà lui, se poi sbaglia, paga come ha pagato lo stesso Rinaudo.
Dionisi sarebbe vicino all’accordo, ma ancora non è successo nulla, il
tecnico che avrebbe come obiettivo riportare il Palermo in serie A, predilige
giocare con la linea difensiva a 4, con il 4-3-3, con il 4-3-1-2, oppure con il
4-3-2-1, questi i moduli preferiti dal tecnico, per raggiungere
un gioco rapido, in verticale e soprattutto con un giro palla rapido,
cercando di impostare già dal portiere.
A centrocampo cerca sempre di avere un mediano che sa impostare, con
due mezzali pronte ad inserirsi, il mediano potrebbe essere Stulac, che
con lui ha conquistato la promozione in A nel 2021, per ciò che concerne
l’attacco, invece, le sue squadre tendono ad essere prolifiche, simbolo di
un gioco molto offensivo.
Si può svariare dal classico tridente alla coppia d’attacco supportata
dal trequartista, opzione che è già disponibile a Palermo, con Ranocchia e
Brunori, mancherebbe la seconda punta da affiancare al capitano, le due punte
di riserva (una potrebbe essere Corona), il trequartista di scorta (Vasic) e
però, bisognerà alleggerire le corsie esterne, dove Di Francesco e Insigne, non
troverebbero spazio.
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