Gli allievi del Riese tornano
al successo dopo due sconfitte consecutive, battendo per due a zero l’Asolo nel
recupero di campionato, abbiamo raggiunto il tecnico dimissionario Crisà che ci
ha subito detto: "Non sono io il problema".
Il tecnico ha rassegnato le
dimissioni, che la società dopo qualche tentativo di farle rientrare, le ha
accolte con dispiacere e così l’allenatore ha chiuso anzitempo la sua
esperienza a Riese, con quattro mesi di anticipo rispetto alla scadenza del suo
contratto, il tecnico a lungo sotto pressione per situazioni ambientali ostili,
ha parlato della sua posizione dopo la partita con l’Asolo:
"L'unica cosa che conta
ora è che ci sia chiarezza, la chiarezza dovrebbe portare alla libertà e a fare
il bene della società", il 70enne tecnico ha specificato di riferirsi
anche alla libertà per l'allenatore su come allenare e sulle sue scelte:
"Non importa se sono felice o no, non sono io il problema, ma se serve mi
assumo io le responsabilità.
Non sono soddisfatto di come
giochiamo e ultimamente sono di nuovo scontento, ma libero, sono stato coerente
nelle scelte e nel provare a giocare un calcio propositivo, senza mai
abbandonarlo, non siamo stati bravi a mantenerlo per tutta la durata delle gare,
ci sono state tante e diverse difficoltà e superarle tutte non era facile,
specialmente fuori dal campo”.
Lei parla sempre di lavoro,
valori, applicazione, professionalità, rispetto dei ruoli.
"Si! perché si parte da
lì, si parte dalla maglia, dai valori, dall’orgoglio, dalla responsabilità, non
sono parole che uso a caso, anche se qualcuno deve averlo pensato, si sbagliano
e ora ci sono delle cose che vanno messe in chiaro, in allenamento si sta sul
pezzo, concentrati, non si cazzeggia, ci sono state cose che non mi sono
piaciute e non va bene, viviamo in un mondo e in un ambiente che
incentiva poco il lavoro, il sudarsi le cose e la maglia da titolare, bisogna abbassare
la testa e pedalare.
Questi sono i miei valori e devono
essere quelli che deve avere la mia squadra, si viene in allenamento concentrati
sul lavoro da fare e alla partita con il cuore che batte, voglio una squadra
cazzuta e responsabile, solida e spavalda, qui si viene per vincere".
Anche il Sassuolo ha sollevato Dionisi dall’incarico
e ha affidato momentaneamente la squadra al tecnico della Primavera.
“Appunto! Il
tecnico della primavera e non il secondo, che evidentemente per me fa parte dei
miei problemi ambientali”.
Quindi non sarà ancora al Riese il prossimo anno?
“Nel calcio mai dire mai, gli stimoli e la stima sono rimasti intatte, ma deve essere una cosa reciproca, giocherà una parte fondamentale la quantità di teste che la società sarebbe disposta a far saltare”.
C’è rammarico?
“Rammarico sì e anche voglia
di tornare in campo, ma non si può parlare eventualmente dell'anno prossimo, senza
interrogarsi con la società, se anche per lei la fiamma sia ancora accesa o
meno”.
Palermo, crollo fisico e mentale.
Brutta battuta d'arresto
per i rosa e ora è tutto da rifare, stop a sorpresa con la Ternana che passa al
Barbera, il Palermo doveva vincere per restare aggrappato al
treno per la promozione diretta in Serie A, nella carrozza delle squadre che
lottano per il secondo posto, che vale la serie maggiore e dopo il pareggio
rocambolesco con la Cremonese, con i rosa in vantaggio per 2 a 0 e in
superiorità numerica alla fine del primo tempo, la partita con la Ternana
doveva essere la migliore occasione per il rilancio.
Il risultato
finale di Cremona, avrebbe dovuto fare aumentare la fame di successo, in un
match che anche se difficile, non può essere proibitivo per una corazzata come
il Palermo, si perché adesso con Ranocchia, Diakitè e Traorè è una corazzata
vera e propria, più forte del Como o della Cremonese non lo so, ma è una
corazzata e la Ternana se pur in ripresa lotta nelle retrovie, il disperato
bisogno di punti non può sovvertire, la qualità tecnica, la fame del Palermo poi
doveva essere superiore.