E’ chiamato così perché in questo grande colonnato, i
mercanti sistemavano le sete e le vendevano ai nobili, a proposito di mercanti,
a pochi passi da Lonja si trova il mercato central, il più grande mercato
coperto di Valencia, ho comprato qualche provvista e poi mi sono diretto al
Palacio del Maeques Dos Aguas, una grandissima e sorprendente ex lussuosa
dimora nobiliare.
Sulla Placa de la Virgen si affaccia la cattedrale e la
fontana del Rio Turia, nel frattempo si era fatta l’ora di pranzo e sono andato
a mangiare da 100 Montaditos, una conosciuta catena di ristoranti spagnola dove
si mangia a poco prezzo, addirittura la domenica e il mercoledì tutto ad un
euro.
Non mangiavo diciamo bene da un po', mi sono rifatto con gli
interessi, panini ripieni di tonno, formaggio e mille altre varianti,
accompagnati da una fresca sangria.
Le vesciche e i dolori del cammino di Santiago stavano quasi
passando, ma anche per la pioggia effettuavo tutti gli spostamenti in bus, per
digerire e approfittando che aveva smesso di piovere, stavolta sono andato a
piedi alla porta del Mare e alla Torres de Serrans, rimaste in piedi dopo
l’abbattimento delle mura.
Ero stanco e infreddolito, così ho deciso di fare rientro con
i mezzi, quella sera sono rimasto a mangiare in
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barca e a riposarmi dalle fatiche di Santiago non ancora
smaltite, pensando a Paula e anche a Fiorella.
E’ giusto che tu mi chieda di Paula, io sono innamorato di
Fiorella come un ragazzino, ne sono ancora innamorato pazzo, sono veramente
fuori di testa per lei, ma forse proprio per questo sento il bisogno d’affetto,
di calore umano e questo è quello che Paula mi ha dato in quei giorni.
Forse anche la sua situazione di donna insoddisfatta, si!
Devo dirti che ho pensato spesso a lei …. amore? Si! Credo proprio di sì, ma
diverso, un altro tipo d’amore.
Il lunedì l’ho dedicato prima alla visita del parco
oceanografico che è uno dei tre acquari europei più importanti, con il grande
spettacolo del delfinario, uscendo da lì era già ora di pranzo.
Mi sono diretto verso il centro e ho fatto tappa al Neco
Restaurant, un’altra catena spagnola di ristoranti, per un pranzo a buffet,
accompagnato poi da qualche goccia di pioggia, ho attraversato il lunghissimo
parco pubblico.
Il parco pubblico di Valencia è
costruito all’interno del vecchio tracciato del fiume cittadino e taglia buona
parte della città, da lì sono andato a
Plaza de Toros dove c’è l’arena più grande di Spagna e
in cui è ancora
possibile assistere a una tradizionale corrida.
Nei pressi si
trova la Stazione del Nord,
uno dei
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principali monumenti di
Valencia e sai cosa mi è successo? Tra i passeggeri che uscivano
dalla stazione, mi è sembrato di vedere Fiorella e gli sono corso dietro.
Credimi
…. Precisa! Solo che quando l’ho raggiunta e mi ci sono messo davanti, mi sono
accorto che non era lei, avessi visto la faccia di quella donna …. Lasciamo
perdere, così prima di fare rientro in barca per la notte, sono andato al
ristorante “Navarro” per gustare un’ultima paella e un profumatissimo calice di
sangria.
Sono
andato a letto pensando e ripensando a quel momento che ho seguito quella donna
credendola Fiorella e mi rimproveravo per la mia stupidità, è vero che per me lei
è la vita, ma se fosse stata lei, correre dietro a una che non mi merita è
veramente da citrullo.
Partito
da Valencia e oramai lontano dall’oceano, ho pensato di prendermela con calma e
così mi sono diretto a Barcellona.
Sono
arrivato nel pomeriggio, il tempo di ormeggiare la barca e mi sono diretto a
prenotare la visita alla Sagrada Famiglia, tutte le volte che ero stato
Barcellona non avevo avuto mai il tempo per farlo e poi sono andato alla
ricerca di un posto dove mangiare la paella.
Sono
andato fino a Plaza de Gracia, dove c’è una torre con l’orologio posta quasi al
centro che sembra un campanile e numerosi bar e caffè pub, tra questi un
piccolo ristorantino dove ho consumato una squisita paella, anche se non è quella
valenziana.
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Tornato
verso il porto per andare a dormire, mi sono fermato in un caffè, che aveva una
confortevole veranda, dove ho fatto tardi bevendo e fumando.
La
mattina seguente vado a visitare la Sagrada Famiglia alle nove e trenta, i
lavori iniziati nel 1882 sono ancora in corso, ma non riescono a nascondere sua
la maestosità, la stravaganza e quel senso di mistico.
All’entrata
mi consegnano l’autoguida e appena dentro resto estasiato dalle alte navate
sorrette da colonne che sembrano strani alberi e dal soffitto che sembra essere
fatto come le celle delle api, tutto una meraviglia continua.
Sono
uscito dopo un’ora e mi sono recato alla Casa Batllò, esternamente è di una
meraviglia unica, strana, tutta ondeggiante come voleva il suo autore, esco e
arrivo alla Rambla.
Non
puoi arrivare a Barcellona e non fare una passeggiata sulla Rambla, è un po'
come a Parigi gli Champs-Elysèes, qui è un lungo viale alberato che
arriva fino al mare e ai due lati c’è la strada.
Il
viale è pieno di fiorai, fruttivendoli, pittori, statue viventi e musicisti
improvvisati, a metà strada all’altezza del mercato coperto la Boqueria,
succede un fatto che poteva avere gravi conseguenze.
Era
poco prima delle 13, i freni di un autobus che transitava su uno dei due viali
che corrono accanto alla
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Rambla,
non hanno risposto e neanche quello a mano, così il bus ha proseguito la sua
corsa investendo un furgoncino che era fermo a ridosso delle strisce pedonali
sulle quali stavano passando alcuni pedoni.
L’autista ha avuto la prontezza di urlare dal finestrino ai pedoni di
spostarsi e per fortuna avveniva in tempo, prima che il bus “sbocciasse” il
furgoncino che ha colpito solo un uomo che ha battuto la testa sull’asfalto ed
è rimasto incastrato sotto il veicolo.
Come puoi immaginare si è temuto per il solito attentato terroristico, è
scoppiato il panico che comunque è rientrato subito, è arrivata la polizia
locale e subito dopo i vigili del fuoco e le ambulanze.
I vigili hanno liberato l’uomo che è stato trasportato all’ospedale
cosciente ma con un sicuro trauma cranico, con lui anche molti passeggeri del
bus, a quel punto i mezzi sono stati rimossi e l’autobus sostituito.
Si era fatto abbastanza tardi, sono andato alla Boqueria per mangiare qualcosa
e fare rifornimento, dentro tantissimi banchetti colorati, di frutta,
prosciutti e salumi, pesce ostriche comprese, carne e spezie.
Mi sono seduto in uno dei piccoli bar che si trovano tra un banco e
l’altro per mangiare un panino e qualche tapas, in un’atmosfera folcloristica
che mette allegria, ancora di più dopo quanto era successo.
Uscito dalla Boqueria ho continuato sulla Rambla fino
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in Plaes Reial, bella con tutte quelle palme ai lati, la fontana al
centro e i portici tutto intorno e da li a Barceloneta.
In lontananza si vedeva la funicolare che porta sul monte Montjuic,
visito velocemente un centro commerciale costruito sull’acqua, a cui si arriva
attraverso un lungo ponte.
Prima di tornare in barca per riposarmi un poco, percorro un viale adiacente
alla spiaggia ancora affollata di bagnanti.
La sera sono andato a vedere la famosa fontana magica, già da lontano si
notava un’infinità di persone sedute sulla scalinata del Palacio National, mi
sono fatto largo tra la folla e sono arrivato a quasi cinque metri.
Improvvisamente l’acqua comincia a fluttuare verso l’alto, formando dei
giochi, la musica scandisce il movimento del flusso d’acqua che cambia di
continuo, come di continuo cambia anche di colore, rendendo lo spettacolo una
cosa meravigliosa.
Nonostante gli spruzzi che mi arrivano sulla testa, rimango incantato da
tanta bellezza, dopo un’ora di meraviglie vado a cena in uno dei numerosi
ristoranti di piazza Espanya.
Il giorno successivo salpo per Cannes, il viaggio che mi riporta in
Francia è accompagnato da una strana malinconia, il pensiero di Fiorella per
quello che poteva
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essere e non è stato, a Josè Luis
e al suo lavoro con il faro e anche a
Paula, con la sua situazione complicata con il marito.
Nel
pomeriggio sono arrivato a Cannes e dopo le solite operazioni di ormeggio e le
pratiche in capitaneria, ho fatto un giro distratto in cerca di lavoro, visto
che i soldini cominciavano a scarseggiare.
Non
ho trovato grosse possibilità, sicuramente perché oramai eravamo a fine agosto
e tutti erano già a posto, girando per la città sono finito sulla Place de
Castre, da dove si gode un bel panorama sulla baia di Cannes, una visita alla
chiesa che è stata molto interessante e sono tornato nei pressi del palazzo del
cinema.
Mi
sono seduto a mangiare e bere qualcosa al caffè Roma e poi sono tornato in
barca, al di là del fatto che non ho trovato lavoro, Cannes mi ha un po'
deluso, così ho deciso di partire l’indomani e provare a Nizza.
Anche
qua è più il tempo che perdo per ormeggiare e recarmi in capitaneria, che per
il resto, la mia perlustrazione del lavoro parte dal lungomare Promenade des
Anglais, uno dei più belli lungomare della costa azzurra e passa per il centro
storico.
Percorro
tutte le stradine del centro, il mercato dei fiori ed arrivo in piazza Massena,
che è la principale piazza di Nizza e come sempre tra una ricerca e l’altra,
non mi sono perso di visitare il Castello e il parco Phoenix sul lungomare in
direzione dell’aeroporto, dove all’interno c’è la più grande serra del mondo.
Anche
qui non ho trovato nulla, così decido di salpare e andare a dormire a
Montecarlo.
La
mattina attorno alle nove riprendo il mio viaggio in
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cerca
di lavoro, cercavo essenzialmente nei ristoranti per via del fatto che mastico
un poco di lingue e posso aiutare bene in cucina.
Alle
nove ero già in giro, ma a quell’ora i ristoranti sono chiusi e così ne ho
approfittato per fare visita al circuito di formula uno, dove già stavano
allestendo la pista e i box, c’erano un sacco di Ferrari dei privati e sembrava
fosse già iniziata la corsa.
Arrivato
alla piazza del Casinò, sono rimasto sbalordito dalla sua bellezza, dal
giardino pieno di piante e dal laghetto, il Palazzo del Casinò e l’Hotel de
Paris.
Si
era già fatta quasi l’ora di pranzo e così comincio il mio lavoro di ricerca,
arrivo persino in Place d’Armes, una piccola piazza proprio sotto il castello
dei Ranieri e lì c’è il ristorante “Pizza Pino”, ma niente neanche qua.
Decido
comunque di restarci a mangiare, sai com’è mangiare sotto il castello dei
Ranieri non è una cosa che ti capita tutti i giorni, ho preso un’insalata, un
piatto di penne gamberetti e melanzane e una coca-cola, no! Non ho pagato
tantissimo, ventidue euro.
Finito
di mangiare mi sono incamminato a piedi sulla scalinata che porta sulla piazza
del Castello e mi sono seduto a fumare una sigaretta, Montecarlo …. Il nome già
dice tutto, è difficile scoprire qualcosa di nuovo in un posto che già conosci,
così vicino a Parigi.
Riprendo
il mio giro di “consultazioni”, ricevendo tanti no grazie mi dispiace, poi
l’offerta mi è arrivata inaspettatamente, sono rimasto veramente sorpreso dopo
tanti no, credevo di avere fatto buca anche a Montecarlo.
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