Siamo
finiti prima sul divano, poi sui tappeti e infine sul letto, non so chi baciavo
o chi toccavo, spesso le vedevo toccarsi e baciarsi, così ho realizzato quale
era il loro indirizzo sessuale.
E’
stata un’esperienza particolare, una sensazione mai provata prima e comunque
finita lì, abbiamo continuato a frequentarci nella stessa maniera di prima,
continuando a bere birra e a ridere delle parole tradotte in italiano, che
spesso, molto spesso avevano un riferimento a quel pomeriggio.
Dai
andiamo a prendere l’attrezzatura e andiamo a pescare, è la prima volta e non
vedo l’ora, nel frattempo ti preparo qualcosa da mangiare come promesso.
Madonna
che vento che tira su questo pontile, infilare questi vermi nell’amo è molto pericoloso,
si rischia veramente di ficcarseli nelle dita, ora attenzione, allontanati che
effettuo il mio primo lancio con la canna.
Niente
male è vero? Si certo tengo il filo sempre ben tirato, arrotolo ancora il
mulinello, ma così non si pezza? Mi fido, no, non sento “mangiare”, dici che è
meglio se mi siedo!? va bene, ma i tuoi “mangiano”?
Cosa
farò adesso? Sono attratto da una nuova vita, che non è fare sesso con due
donne, da un nuovo lavoro, grazie a Josè Luis ho mandato una e-mail alla Marina
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Militare
Italiana, in cui chiedo come devo fare per diventare farista.
E’ un
mestiere romantico, senza tempo e per pochi, io sono rimasto incantato quella
volta a La Coruna da quella visione magica
del mondo, esatto, adesso passo da navigatore solitario a sentinella
dell’infinito, intanto ti faccio sapere che qui i pesci mordono, devo
strattonare piano e avvolgere un po' di mulinello, ok.
Cos’è
che mi spinge a fare una scelta del genere è presto detto, il senso di libertà,
fuggire dalla vita, stare soli per pensare e ritrovare la pace perduta, io intanto
qua avvolgo e tiro ma il pesce non abbocca, devo avere pazienza? Non ti
garantisco nulla al riguardo.
Josè
Luis mi diceva che da un recente sondaggio inglese, la più grande e trasgressiva
fantasia erotica femminile, è fare l’amore in un faro con un uomo sposato.
Lo so!
Io non sono inglese e non sono sposato, quindi queste cose a me non
capiteranno, però andrò a lavorare e vivere in un faro e chi sa se poi magari
non sarò io a fare l’amore con una donna sposata.
Comunque
sono stato idoneo e ho frequentato un corso all’ufficio dei fari di La Spezia,
si ma intanto io qui tiro e avvolgo, avvolgo e tiro, la lenza è arrivata, ma di
pesce nemmeno l’ombra, la lancio di nuovo, stavolta è andata più lontana vedi
che sto imparando.
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Questo
corso serviva a conoscere tutte le apparecchiature per il funzionamento dei
fari, non servivano competenze specifiche, bastava avere una certa attitudine a
vivere a contatto con il mare, a vivere isolati e la capacità di guidare
piccole imbarcazioni, in tutto questo io sono un maestro, con la pesca invece
sono una frana.
Il
lavoro in pratica consiste nel controllare nelle ore serali la corretta accensione
e in caso di anomalie, bisogna avvertire le autorità marittime.
Si! Ma
qua io intanto tiro, avvolgo, tiro e avvolgo, ma un pesce non si vede, ti dico
subito che la pesca non è uno sport che mi piacerà, senti continua da solo che
io mi fumo una sigaretta e mi faccio una birra prima che diventa calda.
Quanto lavoro? In
pratica sarebbero trentasei ore settimanali, dal lunedì al sabato, la domenica?
Non lo so, lo stipendio non è una favola, sono circa mille e trecento euro al
mese, ma alloggio, luce e gas sono compresi.
Certo che ho
deciso, farò il guardiano del faro, sono qui in attesa di prendere servizio al
faro del porto di Lido, si esatto proprio quello della diga nord di punta
Sabbioni.
Ma no che non è
un lavoraccio, al giorno d’oggi con tutta questa tecnologia è come bere un
bicchiere di
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vino, è tutto
automatizzato, anche se resta comunque un lavoro romantico e dal fascino
letterario.
Ancora? Certo
che sono sicuro, ma poi chi te l’ha detto che sarò solo … come con chi? con una
donna, chi è questa donna? Non è Fiorella, magari! è Paula, non te ne ho
parlato fin qui, perché volevo raccontarti tutto in rigoroso ordine
cronologico.
Si! È lei la
donna sposata con cui farò l’amore nel faro, senti Marco fai una cosa,
posiziona anche la mia canna e vieni a mangiare quello che ti ho preparto, che
nel frattempo ne parliamo.
Eccoti qua, ho
portato: una cheesecake al tonno e frittata di riso, manda giù e dimmi che te
ne pare, adesso sei convinto che in cucina me la cavo abbastanza bene? E so
fare di meglio ma in barca sai com’è …..
Si! Paula è
d’accordo, sapessi, in passato ci sono state diverse donne che hanno fatto
questo lavoro, no lei no, il guardiano sono io, facciamo intanto un bel
brindisi con quest’ottimo prosecco delle mie parti e dopo ti racconto.
Dopo
le feste il mio accordo con il ristorante era scaduto, ho rimesso in acqua la
barca, ma gennaio non è il periodo migliore per navigare, anche se io lo facevo
per lo più sotto costa.
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Approfittavo
dei momenti di bonaccia e mi spostavo piano piano, Imperia, Savona, Genova e
infine La Spezia, per frequentare il corso e Paula? ora arriva, calma.
Ho
ormeggiato la barca e sono andato all’ufficio dei fari, da li a una quindicina
di giorni avrei potuto partecipare al corso e mi sono fermato.
Ero a
La Spezia da qualche giorno, giusto il tempo di dare uno sguardo alla città e
capire se c’era la possibilità di lavorare mentre facevo il corso, quando ho
ricevuto una telefonata.
E’
stata una cosa strana perché io non ricevevo quasi mai telefonate al cellulare
quando ero a Parigi, figuriamoci adesso, in cuor mio ho subito sperato si
trattasse di Fiorella, guardo ed era un numero senza nome.
Ho
pensato che all’ufficio dei fari forse, avevano deciso di cominciare prima il
corso e così ho risposto, aspetta ma non mi hai ancora detto che te ne pare di
quello che ti ho preparato? Ti piace!
Mi fa
piacere che ti piaccia, adesso ti sei convinto che in cucina me la cavo
davvero, appunto torniamo alla telefonata, al mio “pronto” senza neanche dirmi
chi era, una voce di donna urlava e piangeva, si era Paula, ma io non l’avevo
capito, l’ho capito dopo.
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Che
voleva? Sempre piangendo mi diceva che la sua esistenza di moglie era diventata
un inferno, con Francis è vero non c’erano state mai grandi emozioni, ma non si
sarebbe mai aspettata questo da lui.
A quel
punto ho capito che era Paula, ancora adesso non ricordo in che occasione gli
ho dato il mio numero, ma era lei e in modo sempre più accorato mi diceva che
avevano due figli insieme e non si rendeva conto come mai aveva potuto tradirla
con Simona.
Simona
era la loro vicina di casa, si, va bene! ma che significa che anche lei però lo
aveva tradito con me, a quanto pare stavano insieme da un bel po' e non è la
stessa cosa e poi è più giovane di Paula di una quindicina d’anni e questo alle
donne rode un sacco e quindi era questo il motivo dell’insoddisfazione tra di
loro.
Ho
approfittato di un suo momento di silenzio e gli ho detto: Paula sei tu? E lei
adirata mi ha risposto: si! mi hai già dimenticato? Perché io non l’ho fatto.
Gli ho
spiegato un po' che non mi aspettavo questa telefonata, l’ho rassicurata come
sempre in questi casi e lei ha aggiunto: ti ho chiamato perché ho bisogno di
parlarne con qualcuno, io fra tre giorni vado a Vienna con i fedeli della mia
chiesa, tu dove sei?
Gli ho
detto che ero a La Spezia e che non avevo problemi ad andare da lei a Vienna,
così abbiamo
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fissato
un giorno, io appena arrivato l’ho chiamata e ci siamo incontrati.
Ci
siamo visti nel primo pomeriggio alla stazione centrale di Vienna, sono sceso
dal treno e stavo avviando verso il punto dove avevamo appuntamento, quando mi
sono accorto che Paula mi veniva incontro quasi correndo.
Ci siamo abbracciati, lei era felice quasi come
sollevata, mi ha chiesto se avevo fatto buon viaggio e siccome aveva il
pomeriggio libero, siamo andati a piedi al Castello del Belvedere.
Appena fuori dalla stazione gli ho chiesto subito
cosa
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era successo di tanto grave e di dirmi tutto, se
potevo aiutarla la avrei fatto con piacere.
Mi ha detto che quando ha raccontato al marito che,
un pomeriggio rientrando a casa, lo aveva visto per strada abbracciato a
baciarsi con Simona, dopo il previsto putiferio lui gli ha detto che quei
grandi batticuori per Paula non li provava più da tempo, ora nella sua vita
c’era Simona e che lei se voleva poteva anche andarsene.
Che fece? È andata a riflette da una amica per
qualche giorno, poi ha saputo di questa gita con la chiesa e l’ha preso a
pretesto per allontanarsi da suo marito e per vedermi, ma quale per vendicarsi.
Mi ha chiesto palesemente di potere venire a vivere
con me, ed io!? Mi ha preso alla sprovvista, no è che ne sono innamoratissimo, c’è
sempre Fiorella di mezzo, però Paula mi fa un certo effetto, ma no sessualmente
come credi tu.
Non lo so, mi dà tranquillità, sicurezza, con lei
sto bene, è come se veramente ci conoscessimo da chissà quanto tempo, come se
fossimo cresciuti insieme da bambini, come una sorella, il solito, una sorella
con cui vado a letto, di certo non è l’amore che provo per Fiorella, ecco!
Come è finita? Con gli occhi bassi mi ha detto che
in tutto questo tempo mi aveva pensato, non riusciva a dimenticarmi, mi ha
sfiorato la mano facendomi provare un brivido inaspettato e poi ha aggiunto che
si
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era innamorata di me.
Mi disse ancora che forse era stato il destino,
prima ci ha fatto incontrare e poi gli ha fatto scoprire la tresca di suo
marito e poi che aveva bisogno di me.
Ed io? Ancora? Io sul destino ho la mia teoria, il
destino non esiste, siamo noi che c’è lo creiamo con le nostre scelte, scelte
che si annodano con quelle degli altri e quando le cose non vanno come
vorremmo, diciamo che è il destino.
Così mentre mi parlava due lacrimoni le segnarono
il viso ed io lì ho capito che Paula mi stava tanto a cuore, l’ho abbracciata e
accarezzato i capelli, Paula alzò la testa e ci siamo baciati con la passione
di due amanti che si sono ritrovati.
Sai che c’è!? Che è successo quello che non avrei
mai messo in conto, pensavo che non mi sarei mai più potuto innamorare di
un’altra persona che non fosse Fiorella e invece …..
Forse non è quell’amore, ma io voglio molto bene a
Paula, con lei sto benissimo, forse è l’amore di due amici che dividono insieme
le loro solitudini e vanno a letto come dici tu e allora?
Senti hai pronunciato la parola magica, letto,
raccogliamo tutto che mi è venuto sonno, domani devo avvicinare agli uffici per
avere notizie sul faro e poi ci vediamo al bar.
Cos’è successo? L’ho presa sottobraccio e in
silenzio ci siamo incamminati verso il castello, in un silenzio che
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sapeva di gioia e complicità, lei ogni tanto mi
guardava e con gli occhi lucidi mi sorrideva e appoggiava la testa sulla mia spalla.
Senza neanche
rendersene conto la nostra passeggiata romantica ci portò davanti alla maestosa
scalinata, occhi negli occhi tenendo le mie mani sulle sue braccia gli ho
detto: Paula sei sicura di volere vivere da nomade solitaria con me?
I suoi occhi
si riempirono di lacrime, mentre sorridendo e singhiozzando ha scandito un
deciso si, un lungo bacio sancì la scelta e siamo tornati indietro alla
stazione.
La sera
stessa ho ripreso il treno e sono tornato a La Spezia, io ho frequentato il
corso e lei si è sistemata le sue cose in Spagna per venire a vivere con me.
Ora sono
stanco davvero e vado a dormire, domani dopo che ho incontrato le persone per
la questione del faro, quando torno ti racconto il resto.
LA
MATTINA DOPO
Ciao Marco mi
aspettavi? Io in capitaneria tutto a posto, in questi giorni mi consegnano il
faro, ma quale
cerimonia
d’insediamento, piuttosto ho un certo languore, mi andrebbe un bel panino con
il tonno, Tu?
Ok, mangio da
solo, ma un goccio di birra la dividiamo?
Con Paula? Ci sentivamo di tanto in tanto, io ho
trovato lavoro in un ristorante, ma solo per i fine settimana, mangiavo e
dormivo in barca, Paula è andata a vivere da sua sorella e aspetta che mi
assegnino il faro.
Si! Una volta è venuta a trovarmi per un paio di giorni,
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