venerdì 17 novembre 2023

Stavolta i tifosi sono incazzati sul serio.

La società nel nome del City Group, ha deciso di non esonerare Corini e di andare avanti con lui, il tecnico fra l’altro non si dimette, perché non ha la giusta umiltà di ammettere che non è all’altezza e si professa sicuro di potere raddrizzare la barca, anche se questo non è condiviso dalla stragrande maggioranza, sono scelte e in democrazia vanno accettate, se pur tutto lascia propendere per il cambio.

I risultati delle ultime 5 partite e non solo, le prestazioni di tutto questo campionato e non solo, l’involuzione tecnica di tutti i calciatori e un affiatamento forse mai esistito, da ritrovare, confermare il tecnico è per conto mio una scelta rischiosa, così come lo è stata la scorsa stagione, per cui non siamo andati ai play off, spero che la società non abbia fatto questa scelta con l’algoritmo e che sia cosciente del rischio che si sta assumendo.

Non ci sarà quindi per adesso nessun ribaltone, ma lo scollamento della tifoseria tutta con il tecnico è ormai palese, è evidente e indiscutibile, tanto che l’associazione di tifosi rosanero, che porta avanti il progetto dell’azionariato popolare, ha scritto una lettera indirizzata al City Group, per chiedere sostanzialmente un cambio di guida tecnica, con queste significative parole.

“Il calcio non è solo business e i tifosi non vanno trattati come clienti e nulla più. Gli attori principali, i veri custodi di un club, sono proprio i tifosi. Una società ha il dovere e la responsabilità di dare loro sempre e comunque delle risposte.

Ogni scelta, ogni decisione, qualsiasi programma vanno attuati nel rispetto dei sentimenti del tifoso e non può essere diversamente. Noi tifosi rosanero non vogliamo essere semplici spettatori passivi ma, ci dispiace constatarlo, tutto questo finora vi sfugge. Un atteggiamento che vi sta conducendo a mancare l’opportunità di regalarci un grande sogno atteso, ovvero quello di poter puntare alla massima serie. Sin dal vostro ingresso in società, avete perseguito i vostri programmi senza averli condivisi o comunicati in modo chiaro, trasparente, fattivo e coinvolgente. A Palermo, prendersi carico del peso della storica tradizione sportiva – oltre al richiesto impegno sull’investimento – comporta innanzitutto la dovuta attenzione e non sono ammesse distrazioni. Avete lasciato finora che la passione e l’amore per questi colori navigassero in questo limbo sportivo. Le dichiarazioni di facciata sono servite finora solo da copertura a una gestione tecnica dimostratasi inadeguata, su cui stranamente sembra vogliate insistere.

Per puntare alla promozione bisogna prendere uno dei primi due posti della classifica, non sono ammesse scusanti. Stiamo perdendo progressivamente punti, terreno e soprattutto la necessaria consapevolezza di forza, per cui sugli obiettivi non ci siamo affatto: dopo le parole, adesso servono i fatti. Abbiamo purtroppo ancora assistito a scene già viste nell’ultima giornata di playoff della scorsa stagione, in cui la squadra ha mollato facendosi rimontare e perdendo di fatto l’ultimo treno per la serie A. Oggi, questa squadra continua ancora non solo a essere mal messa dissennatamente in campo, bensì non si impegna e si consegna a qualsiasi avversario arrivato al Barbera regalandogli vittorie e punti, di fronte a una media costante di circa 25 mila sostenitori, con prestazioni assurde. Ciò offende e manca di rispetto ai tifosi, che piuttosto si aspettano impegno e lotta fino all’ultimo.

Adesso, questo essere inermi da parte di chi deve prendere subito una decisione, denuncia definitivamente il disinteresse nei confronti di chi, ogni settimana, si sacrifica per sostenere la squadra. Andrebbe immediatamente data una sterzata netta a questa gestione; invece, sembra si sia scelto di continuare su una via che a lungo andare ci potrà far precipitare nell’altra parte della classifica: veramente non preme questa urgenza di un cambio, neanche dopo una serie così continua di risultati negativi, maturata al Barbera davanti alla folla di sostenitori?

I giocatori non sentono neanche più la dovuta motivazione all’impegno per il risultato, perché di fronte hanno:
1) un tecnico confuso e inerme, ma sicuro del posto per una vostra strana fiducia incondizionata;
2) una società in cui chi dovrebbe dimostra di non saper prendere le dovute decisioni;
3) quel che è peggio, dal Regno Unito non arriva alcun segnale di comando per la scelta dovuta di imporre un cambio.

Proprio in questo campionato di B, squadre da noi “resuscitate” al Barbera, subito dopo il cambio di allenatore hanno iniziato a produrre risultati: perché noi non possiamo fare lo stesso e finalmente puntare a vincere questo campionato, con l’organico eccellente che abbiamo? In qualsiasi società, se una squadra non rende per risultati e gioco, si procede a un cambio di gestione tecnica, nel momento in cui è ormai palese che questa non funziona. Ci siamo sentiti presi in giro fin dal momento in cui, irragionevolmente, ci siamo visti subito tolti quella richiesta continuità di un percorso già iniziato verso la riconquista della massima serie, dopo l’entusiasmante promozione in B conseguita qualche giorno prima del vostro arrivo: perché quel cambio e quella precisa scelta di gestione tecnica, anziché puntare a un tecnico realmente di esperienza e dal curriculum vincente? Quale folle algoritmo può avere determinato questa vostra decisione?

Ci preme ricordarvi che la relazione costruttiva con la tifoseria è un preciso obbligo imposto dalla UEFA a tutte le società di calcio, ma questo elemento manca sin dalla rifondazione. Il quadro diventa completo se aggiungiamo pure che l’attuale presidente si è più volte rifiutato di voler valutare insieme ai tifosi anche la minima possibilità di partecipazione popolare, che nulla ha a che fare con la “quota popolare” così da lui definita e richiesta per una partecipazione a fondo perduto di scarso risultato. Quel che è peggio, è che l’assenza dei dirigenti responsabili parte proprio da colui il quale, raggiunto l’obiettivo di cedere il suo pacchetto azionario, sembra ormai volere sparire nei momenti cruciali in cui la sua presenza urge.

Tutto ciò è paradossale. Proprio in terra inglese si vive il calcio in forma di spettacolo strettamente connesso alla identità, all’appartenenza che senza i tifosi non esiste. È passato un po’ di tempo dalla vostra dichiarazione secondo cui “Palermo in Europa rappresenta il vostro secondo club’: non vogliamo stare in nessuna vostra graduatoria di preferenze o priorità. Quello che chiediamo è sintetizzato in una sola parola: RISPETTO. Siamo nati anni fa e ci siamo costituiti in associazione proprio con questa mission, cui sono stati dedicati tempo ed energie. Vogliamo sostenere questa società e vogliamo farlo sempre; questo è possibile solo se la società intende farsi sostenere e non considerarci più come semplici consumatori di un prodotto.

Non avete che da rispondere con i fatti a questo ennesimo appello, se siete interessati alla relazione costruttiva e al sostegno di noi tifosi. Diversamente, purtroppo, genererete naturale distacco, fenomeno già accaduto con la precedente proprietà. Il nostro cuore batte forte per questi colori da sempre e per sempre. 

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