Non è per dare addosso a Corini, ma per me il Cosenza ha meritato di vincere la partita, è stato più pericoloso, ha mantenuto di più la palla ed essenzialmente ha giocato al calcio, cosa che il Palermo ancora non riesce a fare, è stato sicuramente un Palermo troppo timido, che ha fornito un’altra prestazione opaca, in più stavolta i rosanero sono apparsi confusi ed imballati, per me il Palermo ha fatto ancora un passo indietro sul piano del gioco e della manovra offensiva, che è ancora e sempre più sterile e inefficace.
Un gol di Canotto al 91esimo, sigla la vittoria corsara
del Cosenza e un brutto ko per il Palermo, che così interrompe la
striscia di 4 risultati utili consecutivi,
prima sconfitta in campionato per i rosa, che perdono così come avevano
vinto la scorsa partita con l’Ascoli, stavolta copione inverso per i rosanero, che
si arrendono un po’ toppo timidamente, un ko inaspettato, un brusco stop a mio
avviso, giusto epilogo di una prestazione con pochi meriti e tanta
disattenzione.
Il Cosenza parte
subito aggressivo, il pressing dei rossoblù impedisce il gioco dal basso del
Palermo e lo costringe a rilanciare lungo, per evitare la pressione sul
portatore di palla, Cosenza con tante idee e lo dimostra subito, con la prima
conclusione che arrivata dopo appena 2 minuti con l’ex Tutino, che su
distrazione di Mateju calcia immediatamente e sfiora il gol del vantaggio.
I lupi
calabresi hanno fatto una gara attenta, volitiva, ordinata e compatta, in più
circostanze hanno sfiorato la rete, hanno preso un palo con Mazzocchi e hanno
messo a dura prova la prontezza di riflessi di Pigliacelli, tra i meriti del
Cosenza, c’è quello di lasciare pochi varchi ai rosanero, tra i demeriti del
Palermo invece, ci sono i ritmi bassi e i tanti equivoci tattici,
personalmente, dopo più di un anno, io non riesco ancora a capire come gioca
Corini, o meglio, come non gioca.
Il primo tempo
si conclude sullo 0 a 0, con più ombre che luci per il Palermo, che
ha commesso troppe sbavature in fase di costruzione e in alcune circostanze
errori pesanti in fase difensiva, che potevano compromettere l’equilibrio della
gara, nel secondo tempo parte ancora meglio il Cosenza, per il Palermo cambia
poco e le trame sono pressoché identiche, tranne per gli ultimi 10 minuti di
gioco (compreso il recupero), che sono un forcing per i rosa.
Ripeto,
io non lo capisco, in più di un anno non ho mai visto “giocare”, con la “G” maiuscola il Palermo,
giochiamo con il 4-3-3, ma giustamente qualcuno mi dirà che si tratta di
numeri, io invece dico che è vero che si tratta di numeri, ma indicano
l’approccio alla gara e disposizione in campo, intesa come “compiti” da
assolvere, vorrei sapere, perché in un centrocampo a 3, abbiamo (almeno al
momento) un play davanti alla difesa (Stulac), un rifinitore dietro le punte
(Henderson) e Segre in mezzo a loro?
Tutte cose di
cui l’allenatore dovrebbe accorgersi e provvedere, per trovare le soluzioni più
adatte, invece di insistere sempre con le stesse cose, con gli stessi uomini e
con le stesse sostituzioni, ci sono momenti in cui, per un calciatore (Brunori)
è meglio se va in panchina per trovare la forma fisica e mentale, perché andare
in campo e fornire prestazioni insufficienti, spesso non fanno bene, ma
possibilmente fanno l’effetto contrario, perché insistere con questo attacco e
con Brunori, mettiamo dentro gente più in forma e motivata (Soleri).
Il Cosenza alla
fine perde tutte le forze e le energie, gli ultimi minuti compreso quelli di
recupero, sono tutti a tinta rosanero e non fanno pensare a quell’epilogo
finale, Canotto parte in contropiede, lascia partire una traiettoria a giro,
che nonostante il tuffo di Pigliacelli è imprendibile, il Palermo si riversa in
avanti, ma è confuso e in bambola, provano un forcing frenetico e poco lucido,
che non sortisce l'effetto sperato, così arriva il primo passo falso, dopo un
avvio, diciamo, incoraggiante.
Il Palermo si ferma
a quota 10 dopo sei giornate e una partita da recuperare, adesso martedì sera
alle 20 e 30, ci sarà l’impegnativa sfida infrasettimanale in trasferta a
Venezia.
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