Non è servito neanche incontrare la penultima in classifica, per portare a casa i primi tre punti dell’era Crisà, che fino ad adesso alterna un pareggio ad una sconfitta, ha perso la prima fuori casa con il Resana, ha pareggiato la seconda in casa con il Ponzano, ancora una sconfitta fuori con il San Gaetano e ancora un pareggio in casa con il Salvarosa.
Dopo la sosta ha perso ancora fuori casa
con il Rio e stavolta è arrivato il primo punto fuori casa ad Asolo, 3 punti in
6 partite, sono un bottino troppo povero, a maggior ragione per una squadra che
non ha mai sfigurato nel confronto con le altre e gli stessi risultati lo dimostrano,
il 4 a 2 con il Resana prima in classifica, è arrivato con due autoreti e la squadra
per mezz’ora ha giocato in dieci, dopo essere stata meritatamente in vantaggio
per 2 a 0.
Con il San Gaetano che è terza in
classifica, la sconfitta per 1 a 0 è nata su un retropassaggio sbagliato e
contro il Salvarosa che è quarta in classifica, anche in quel 2 a 2 i due gol
degli avversari sono state 2 autoreti, ma il problema è che la squadra perde i
pezzi settimana dopo settimana, tanto che contro l’Asolo, erano solo 8 i
superstiti dei 18 iniziali, componenti l’organico.
Contro l’Asolo la squadra ha fatto la peggiore
prestazione della stagione, giustificata per certi versi dalla troppa
disomogeneità del gruppo (troppa gente che non si conosce tra loro e troppa
gente che gioca da sola) e dall’improvvisazione, come improvvisare una difesa a
tre con gente che non si conosce e non si è mai allenata insieme, con due
esterni bassi alla loro prima volta, senza averla mai provato.
Anzi! Menomale che gli avversari erano così
scarsi, che almeno sono riusciti a portare a casa un punto e con gli avversari
che sono passati in vantaggio, grazie ad un rimpallo, certo la prossima partita
con il Caerano sarà tutta un’altra cosa, ma si spera nel frattempo di potere
recuperare qualcuno nel mercato di dicembre, che si apre giorno uno.
La mancanza numerica di giocatori, oltre alla non elevatissima qualità
degli stessi, non ha ancora permesso a Crisà, di
fare la sua proposta di calcio, quella di una squadra dove lo spettacolo
e il divertimento devono essere elementi imprescindibili, una squadra che gioca
in trenta metri, con i giocatori e i reparti non distanti tra loro più di 10
metri, dove tutti partecipavano alla fase offensiva e alla fase difensiva e dove
tutti sono polivalenti, uniti tra loro da un filo invisibile.
Una squadra che facesse del possesso
palla la sua ragione di vita, tanto che gli piace dire: “se la palla ce l’abbiamo
noi non ce l’hanno gli avversari e quando la perdiamo la dobbiamo riconquistare
immediatamente”, invece ad ogni partita è
costretto ad improvvisare sempre una soluzione diversa, ultimamente per dirne
una, si è inventato la difesa a 3 per creare superiorità numerica.
Ogni allenatore ha il suo metodo di lavoro, ma va sottolineato il fascino del lavoro di Crisà, un uomo di 67 anni, che ha vinto e allenato in tutte le categorie dilettantistiche e che stupisce, per la sua determinazione, la sua voglia di vincere e di mettere a disposizione degli altri la sua esperienza.
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