La
stagione calcistica 2009/2010 era
stata una stagione travagliata,
è vero che gran parte della squadra dei
Delfini era quella che
avevo faticosamente costruito al C.U.S; ma quel
campionato di seconda categoria si
preannunciava ricco
di aspettative e anche
pieno di insidie,
diffidenza, invidia
ed essenzialmente critiche.
La
squadra andava a gonfie vele, ma tenerla al massimo è stato
faticoso, l'inizio del ritorno e l'ingresso del 2010 fu reso ancora
più duro dalla prematura scomparsa di mia madre e poi a cinque
partite dalle fine la sconfitta con la capolista, che
aveva messo tutto in discussione e
l'insperato inseguimento, poi raggiunto con successo.
Il
grande giorno era arrivato, il giorno dello spareggio, il giorno in
cui una vittoria o una sconfitta, avrebbero cambiato molte cose nel
"mio" calcio,
ero nello spogliatoio come tutte le altre volte a preparare la
partita, a quel punto non ci sono parole ad effetto o strategie, ci
sei tu e
l'avversario, è una guerra di nervi, chi resta più lucido vince.
In
mattinata avevo ricevuto la telefonata di facciata del presidente con
cui non correva buon sangue, che mi chiedeva delle sensazioni che
provavo a suo dire, nel giorno più importante, come a volere
sottolineare che grazie a lui io stavo vivendo il giorno più
importante della mia vita, io come mia abitudine non mi sono
scomposto e con la mia flemma anglosassone, comunicai le mie
"sensazioni" dicendo: .... per me è un giorno come un
altro.
Era
veramente così, per me
non ci sono giorni importanti, o
per lo meno ogni giorno
è importante sè lo vivi intensamente,
anche i giorni considerati peggiori sono importanti, è nella
difficoltà che cresci come uomo e i successi sono la risultanza
dell'esperienza negativa che ti ha segnato.
La
vita è fatta di tanti giorni importanti, tutti i giorni sono
importanti e non c'è un giorno più importante di un altro,
veramente uno c'è
"il domani", quello è il più importante di
tutti, esserci ancora
"domani" che
poi diventa un giorno come tanti perchè è quello nuovo, quello che
viene dopo, quello che
deve arrivare è sempre
il "giorno più importante".
Quindi
non è il giorno dello spareggio o quello
della tua prima partita
in panchina in
assoluto, non è il
giorno in cui hai raggiunto la categoria più alta o il giorno in cui
hai vinto un titolo e
nemmeno
il giorno
dell'abilitazione ad
allenatore.
La
vita è fatta di tanti giorni importanti che poi diventano uno come
tanti
altri, ti sembrano "importanti"
perchè hai aspettative positive, ma le cose sono positive perchè
abbiamo la possibilità di metterle a confronto con quelle negative,
certo non ci sarebbe stato lo spareggio se non avessimo vinto
l'ultima di campionato, non avremmo creato "il miracolo"
Delfini, se non fossimo andati via dal Cus.
Queste
sono state le parole che detto ai miei ragazzi prima dello spareggio,
in quella occasione non avevo bisogno solo di atleti, dovevano essere
anche e principalmente "uomini", dovevano capire che la
"storia" la scriviamo noi con i nostri comportamenti, loro
lo hanno capito ed hanno vinto.
Adesso
forse mi attende veramente il giorno più importante nel calcio e
nella vita, era un lontano 27 marzo di 62 anni fa, venivo alla luce
piangente, sporco e spelacchiato, tornerò a nuova vita il
primo di settembre del
2016, quel giorno
nascerò un'altra volta, ricomincerò in un altro posto, un
nuovo ambiente, un
nuovo modo di vivere,
una vita tutta da scoprire, proprio come 62
anni fa.
Se
potrò continuare a raccontarvi di queste storie, è proprio perchè
ci sarà un domani,
quel
giorno "importate", nel calcio mi confronterò con una
nuova realtà, con una
nuova mentalità e
con un nuovo modo di
fare calcio.
Oramai
non sarà più importante avere accettato nel 1980 il mio primo
incarico di allenatore, così come non saranno
più importanti le
persone che ho incontrato e che hanno creduto in me, quelle che mi
hanno collaborato
e le situazioni che si sono create, ma saranno e resteranno
importantissime per la mia crescita di uomo e di tecnico.
Lo
so cosa state pensando, a quel domani che spero
sia il più lontano
possibile, al quel
domani che non ci sarà.
Sarà
importante pure quello,
vedete: "nivuru cu niviru un tinci", il nero sul nero
non si vede, ma volete che un diavolo come me possa convivere con
altri diavoli ? Certo che no, quindi gioco forza mi manderanno in
paradiso, ma non sarà per questo che sarà un giorno importante, ma
perchè finalmente potrò chiedere a Dio per quale squadra tifa.
Personalmente
credo che lui sotto, sotto tifi per il "diavolo" ..... per
il Milan, cosa pensate,
che centra .... e
sapete perchè lo penso
..... per quella certa
affinità che ha con
Berlusconi, il celeste
è Dio in
cielo, Silvio si crede
Dio in terra.
Dov'è
qua il viaggio ? Ma come ! il paradiso non è più alto di 30 mila
piedi sopra lo zucchero filato !?
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