mercoledì 9 marzo 2016

Chocolat

Penso che la passione per il cioccolato, tranne rari casi masochistici, sia una cosa che vive dentro di noi, un pò come l'amore, la gioia, tutti ci inteneriamo davanti ad un bambino piccolo o ad un cucciolo, il cioccolato è così, è tenerezza, è calore, è trasgressione e complicità insieme, è buona in sostanza.
Forse mi sbaglio, ma io per la cioccolata ho questo tipo di trasporto, fondente chiaramente, non so se la preferisco più della ricotta dei cannoli, ora non mi mettete in difficoltà però, odio scegliere quando si tratta di alchimie che arricchiscono l'anima e sublimano il palato, comunque se dovessi essere uno dei pochi a nutrire questi sentimenti, conosco pure il perchè.
La nonna paterna era originaria di Ortona a mare in abruzzo, figlia di secondo letto del principe di Belmonte, ecco perchè quando faccio gli esami del sangue, il mio ha un colore che da decisamente sul blu, ai tempi, escluso il primo figlio, gli altri abbracciavano la religione, o come è successo a mia nonna, andò come dama di compagnia, presso una nobil donna romana.
Questa aristocratica un giorno si recò a Palermo, in visita da amici facoltosi della Palermo bene, mia nonna Flora oltre ad essere la dama di compagnia era anche la cuoca personale, tant'è che cucinava da favola, in un mix di arte culinaria, abruzzese, romana e siciliana, di cui io mi sento degno erede.
A Palermo, mia nonna andò insieme alla cuoca dell' aristocratica panormìta, al mercato della vucciria a comprare insieme tutto quello che poteva servire e che poteva essere di gradimento, anche della nobil donna romana in trasferta.
Si fermarono in un negozio di frutta e verdura, dove un bel ragazzo alto, biondo, occhi azzurri e con una fossetta sul mento tipo Kirk Duglas, oltre a darsi da fare nella vendita dei suoi prodotti, si dava da fare con le belle signore, che apprezzavano con piacere la corte spudorata di Turiddu.
Neanche mia nonna riuscì a sottrarsi al fascino arabo-normanno che contraddistingue i Crisà, lo so è un marchio di fabbrica, così come vi dicevo, tra una battuta e l'altra, mio nonno capì che mia nonna era "forestiera" e cominciò a prenderla in giro, da lì poi si sono rivisti, hanno fatto la "fuitina" e mia nonna è rimasta a Palermo.
Cosa centra con il cioccolato ? calma, fatemi arrivare, in abruzzo era consuetudine, per la ricorrenza del compleanno o dell'onomastico, fare trovare al risveglio del festeggiato, un tazzone di cacao con i biscotti da inzuppare e questa consuetudine, mia nonna la inserita nelle abitudini palermitane di casa nostra.
Ora come vi ho già detto, i miei nonni abitavano sullo stesso pianerottolo, possiamo dire che si trattava di una casa allargata, ogni occasione era buona per festeggiare, a biscotti e cacao per tutti, ne ho tanto presa l'abitudine, che quando andavo alle superiori e anche ve l'ho detto, la mia ricreazione era con cioccolata calda e cartoccio, cioccolato e ricotta, due delle mie molteplici passioni.

1 commento:

  1. Belli i nonni....adesso so da chi ha preso mio figlio Alex il mento con la fossetta. ..grazie Salvo per questi racconti che pubblichi.

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