sabato 10 luglio 2010

preferisco la I^ categoria - X° capitolo


Non sono nato allenatore.
Davanti al piazzale della scuola elementare tutti riuniti a fare la conta per dividere le squadre, io che ero il più alto e il più scarso andavo inporta.
La prima squadra dove ho giocato è stato il Falsomiele, avevo un paio di scarpe con i tacchetti di suola che mio zio non metteva più, e me le aveva regalate, una borsa a sacco per i libri in disuso, una maglia comprata con i soldi del salvadenaio rotto, da "Daricello", un ex ciclista che vendeva materiale sportivo, e un paio di pantaloncini cuciti da mia madre con i resti di un abito accorciato.
A Falsomiele ho fatto i giovanissimi, andando avanti e indietro con l'autobus e l'autostop, di quella stagione ricordo una partita con la prima squadra, dove io ero in panchina, e che ad un tratto un giocatore avversario cominciò ad inseguirel'arbitro per tutto il campo, brandendo un coltello, e tutti in fuga negli spogliatoi.
L'anno successivo andai al Palermo, perchè mio padre che si occupava della manutenzione idrica dello stadio. (ma non ero raccomandato, e non ero nemmeno l'unico scarso, diciamo che ero "introdotto"), il contesto era bellissimo, gli spogliatoi dello stadio, il magazziniere che ti dava gli indumenti per gli allenamenti, proprio come i giocatori veri, (a me toccava sempre la tuta di Cei, un portiere che non era solo alto ma anche grosso, che io indossavo con stile ascellare alla Fantozzi, rivoltandomi non sò quante volte le svolte dei pantaloni, e delle maniche, e le scarpe erano sempre quelle di mio zio), in corridoio mescolati con Reja (si l'attuale allenatore della Lazio), Landoni, Veneranda, Giubertoni ecc., insieme tutti verso il campo, loro a destra proprio dentro il campo, con Di Bella che li aspettava, noi a sinistra, fuori dallo stadio con De Grandi, che ci incitava ad una corsa di riscaldamento, per farci raggiungere lo spiazzo dopo lo stadio delle palme, prima della ristrutturazione, dove c'erano ormai quattro grossi massi che fungevano da porte, (neanche allora il Palermo aveva un centro sportivo, però giocavamo nel Palermo, dico....) e li ci allenavamo.
Comunque il clima era bello, uscivi dallo stadio dopo l'allenamento insieme ai giocatori; Ferretti che andava incontro alla moglie e al figlio Marco, Lancini, Vanello ecc, tutti al bouling, e noi a guardare, più che altro le mogli dei calciatori, e il passagio dalla segreteria a fine mese, per ritirare il rimborso spese (due mila lire al mese, equivalenti a 35/40 euro di adesso), e poi il "brodo" sull'autobus con le ragazze dell'atletica dello stadio delle palme, e la convocazione appesa in segreteria il sabato, tutte insieme prima squadra, De Martino, Juniores e Allievi, e il trasferimento in pulman, anche per le partite in casa, ci spogliavamo allo stadio e andavamo a giocare in casa, al campo dei Delfini (è destino), che prima era a Vergine Maria, proprio a posto del palazzo dove c'è il Mistral, il bar dove abbiamo festeggiato la promozione dopo lo spareggio (anche questo è destino).

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