Dopo i casi di Covid riscontrati nel Palermo, la squadra è andata in “bolla” ed è stato disposto il rinvio anche della partita con il Catanzaro, da disputarsi il 4 novembre con inizio alle ore 17.30, mentre apprendiamo della "raccomandazione di non spostarsi tra comuni se non strettamente necessario", mentre stanno valutando se limitare anche lo spostamento tra regioni ad attività di lavoro e di studio.
Meno male
che qui non si parla di calcio, anche se per i giocatori del Palermo
(professionisti) il calcio è un lavoro e per tanto potrebbero non disputarsi le
partite in trasferta fuori dalla regione, il nuovo DPCM è atteso per questa
sera e potrebbe contenere le limitazioni anticipate dal ministro
degli Affari regionali Boccia.
La Lombardia
guida il gruppo delle regioni con restrizioni serissime, una specie di
"lockdown" regionale dello sport dilettantistico e delle attività di
base, con l'ultimo Dpcm, milioni di ragazzi non possono usufruire di un diritto
fondamentale, che è quello allo sport, un mondo che ha già sofferto (anche
economicamente) e che ha fatto di tutto e certe volte anche di più, di quelle
che erano le proprie disponibilità, per mettere gli atleti nelle
condizioni di continuare l'attività in sicurezza.
I rigidi protocolli sanitari, che
vanno spesso oltre la presenza di un medico sociale in organigramma, non sono
serviti, ma quello che ancora ora non si capisce, è la scelta di limitare
ai soli allenamenti individuali l'attività di base di alcuni bambini e ragazzi,
lasciando ad altri la possibilità di continuare a “competere”, una scelta in completa
contraddizione, anche con quella di proseguire con la didattica scolastica, ma
cosa ancor più grave, quella dei trasporti affollati e senza il rispetto della distanza
“sanitaria”.
Riporto le
parole di un emerito rappresentate della Federazione Medici Sportivi:
"Scuola e sport giovanile devono essere allineati, non esiste logica per
fermare i giovani sportivi.” “Lo sport non è un problema, anzi, forse potrebbe
addirittura è la soluzione più importante.”
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