Il calcio dei figli di un dio minore viene fermato, possono
giocare tutti gli altri tranne gli “untori” dei campionati provinciali, lo
scorso anno sono riuscito a mettere in fila 16 partite prima che Conte
chiudesse tutto, quest’anno mi ha fermato solo dopo tre partite, anche se di
queste una la devo ancora recuperare, mi fermo così a quota 33 panchine in
vento di cui: 15 sconfitte; 14 vittorie e 4 pareggi.
Il DPCM ha praticamente colpito solo il
calcio giovanile provinciale e non il calcio dilettantistico in generale, perché
sono
consentiti soltanto gli eventi e le competizioni riguardanti gli sport
individuali e di squadra riconosciuti di interesse nazionale o regionale dal
Comitato olimpico nazionale italiano (CONI), dal Comitato italiano paralimpico
(CIP) e dalle ispettive federazioni sportive nazionali, discipline sportive
associate, enti di promozione sportiva, ovvero organizzati da organismi
sportivi internazionali.
L’attività
sportiva dilettantistica di base, le scuole e l’attività formativa di
avviamento relative agli sport di contatto sono consentite solo in forma individuale e
non
sono consentite gare e competizioni. Sono altresì sospese
tutte le gare, le competizioni e le attività connesse agli sport di
contatto aventi carattere ludico-amatoriale. In sostanza: le scuole calcio
potranno proseguire la loro attività, solo nella forma di allenamenti
individuali. Stop, invece, al calcetto e a ogni altro tipo di
competizione non relativa al professionismo o al dilettantismo d’élite.
Per
quanto riguarda i campionati giovanili, tutti i tornei sotto l’egida della FIGC
di interesse nazionale vanno avanti, come il campionato Primavera e fin
qui mi può andare anche bene, non mi sta più bene quando “È salvo il
campionato Juniores di Eccellenza gestito dal comitato regionale della Figc
mentre rimangono incerti i destini dei campionati Allievi e Giovanissimi
Regionali che prevedono una parte provinciale e una regionale.
In
pratica lo sport di contatto dal momento che si muove su di una distanza
maggiore, in tutta la regione e magari regioni limitrofe non “contagia”, Potranno
proseguire, perché di valenza regionale, anche Eccellenza femminile e Serie C
di calcio a 5. È previsto lo stop, invece, alle gare relative all’attività
di base (Piccoli Amici, Primi Calci, Pulcini ed Esordienti) e i campionati
giovanili provinciali di Allievi e Giovanissimi, quindi quelli regionali
di allievi e giovanissimi sì.
Quindi
un campionato che si svolge in una parte ristretta di territorio viene
considerato “zona rossa”, per un campionato che invece sconfina e investe un
territorio maggiore, con maggiori probabilità di contagi, può essere disputato,
intanto è fuori da ogni logica, poi è antidemocratico e infine è discriminante,
due ragazzi della stessa età, dello stesso paese o rione, che frequentano la
stessa scuola, la stessa classe, gli stessi amici, solo perché uno gioca negli
allievi provinciali non può giocare a calcio, mentre l’altro che gioca negli
allievi regionali può giocare.
Per
tutte queste categorie rimane la possibilità di allenarsi, ma solo in forma
individuale, con distanziamento, senza partite e fasi agonistiche di contatto, a
rincarare la dose ci pensa la LND che secondo fonti interne, il DPCM consentirebbe
di giocare in tutte le categorie determinate di carattere regionale
dall'articolo 49 NOIF, accettando e sottolineando la discriminazione nello
sport dilettantistico-amatoriale.
La LND, non
so per quale filo logico, dà la stessa interpretazione del DPCM, dovrebbero
poter scendere in campo quindi, tutte le categorie giovanili dall'Under 17
all'Under 14, escludendo solamente i tornei di
carattere provinciale e le competizioni delle scuole calcio, perché? Qual
è il metro di valutazione del contagio?
Per
l'ufficialità si resta comunque in attesa del tavolo chiarificatore richiesto
da Vito Tisci (presidente del Settore Giovanile e Scolastico) al governo e al
Ministro dello Sport Vincenzo Spadafora, ministro che intervistato “all’aria
che tira” sulla “7”, ha confermato senza per niente chiarire, quanto si
interpreta dal DPCM.
Il calcio
regionale è formato dal calcio provinciale, sono le rappresentanze provinciali
a movimentare il calcio regionale, quindi il virus viene veicolato lo stesso,
come avviene anche per la prima, la seconda categoria, la promozione e l’eccellenza,
se per attività dilettantistica di base si intende la definizione data dalla
FIGC, ovvero le scuole calcio, non si continua a capire perché lo stop agli
allievi provinciali e non è vero che ora però bisogna tenere comportamenti
responsabili e rispettare tutti i protocolli istituiti per proseguire
l’attività in sicurezza, perché questo è stato fatto e i contagi non arrivano certo
dal calcio “provinciale”.
La curva
epidemiologica in crescita è data da ben altri fattori, per tanto o si chiude
tutto il calcio dilettantistico perché non può sostenere i costi dei tamponi,
delle “bolle” ecc., oppure si gioca tutti con le stesse modalità di controllo, attenendosi
alle stesse regole e senza fare da capri espiatori dell’inefficienza del
Governo.
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