Il calcio a Palermo
riparte ancora, dopo 19 anni e l’ennesimo fallimento, la società torna nelle
mani di un imprenditore palermitano, in questo caso addirittura gli
imprenditori palermitani sono due: Dario Mirri e Tony Di Piazza, anche se
quest’ultimo è solo originario di Palermo (provincia) e le sue imprese risiedono
e operano nel mercato americano.
Diciannove anni fa,
l’ultimo presidente palermitano squattrinato è stato Ferrara, perché
diciamocela tutta, chi in passato ha avuto i soldi per gestire il Palermo, ha
gestito altro (più remunerativo) o non ha voluto mettere in piazza (e a
rischio) la propria ricchezza, fatto sta che siamo stati sempre e continuamente
ostaggi di bilanci in rosso e avvicendamenti societari di convenienza.
Se non fosse finita com’è
finita, oggi avrei voluto ringraziare Zamparini per questo suo interregno ma
visto come sono andate le cose, invece devo costatare incazzatissimo, che dopo
la dominazione arabo-normanna, spagnola e così via, ci siamo liberati a caro prezzo
(come in tutte le dominazioni) del dominatore “attila” Zamparini, che come
diciamo noi: ha fatto più danni di un vagone di babbaluci.
Credo anch’io che l’apporto
di Di Piazza è stato e sarà fondamentale, le due cordate da sole mancavano di
qualcosa, insieme invece si sono completate, a mio avviso ai soldi di Di Piazza
mancava una dirigenza del territorio e a Mirri mancavano i soldi di Di Piazza,
per costruire un progetto importante e duraturo nel tempo, ripeto questa è la
mia opinione, quella di uno che aveva sentito “feto” di “imbroglione” già 5/6
anni fa.
La Herahora s.r.l. è
l’unione delle risorse di Mirri e Di Piazza (forse a loro si aggiungerà
Dragotto) e sappiamo che l’unione fa la forza, un’unione affidata a Sagramola,
persona di tutto rispetto, esperienza e competenza, penso che Orlando abbia
scelto bene, senza nulla togliere al gruppo Ferrero.
Ora entro giorno 29 (termine
ultimo per l'iscrizione alla Serie D), si dovrà correre per realizzare tutto, sperando che questa possa
essere l’ultima volta e che sia l'inizio di un nuovo percorso di crescita, se
non come il Napoli, almeno come il Torino (anche loro fallite e ripartite) e avremo
anche noi, la nostra squadra femminile
come tutte le grandi società europee.
In pratica la squadra già c’è, bisognerà
tesserare sotto la nuova denominazione, la squadra della Ludos, poi bisognerà provare
a trovare per le migliaia di palermitani sparsi per l’Italia, un circuito
visivo nazionale per le partite in diretta o almeno in differita, perché TRM
trasmette entro un certo limite, avremo anche noi una "squadra legends",
la squadra E-Sport, una web TV e l'azionariato popolare (il 10% del capitale).
Una squadra e una società, che
Palermo merita di avere stabilmente in Serie A, con un nuovo progetto tecnico, societario e sportivo,
con un nuovo logo e una nuova denominazione sociale, che sarà la
“S.S.D. PALERMO CALCIO”, poi una volta tornati tra i professionisti, resterà la
S.S. Palermo calcio, quindi non sarà più una società sportiva “dilettantistica”
e tornerà il vecchio marchio, quello che c’era prima del 1986.
Adesso si deve passare alla costituzione della
squadra, per la panchina si sta pensando al 49enne palermitano Bucaro, ex
tecnico dell'Avellino con cui ha vinto il campionato e lo scudetto di Serie D, ha
allenato anche: Pomigliano, Manfredonia, Juventus Primavera, Sorrento, Savoia,
Arezzo e Monopoli, che testimoniano una buona esperienza per la categoria,
mentre il direttore sportivo del nuovo Palermo potrebbe essere Laneri, ex
ds di Siracusa ed Akragas, che ha sempre fatto bene ovunque sia stato.
Il sindaco ha ribadito, che l'Amministrazione farà tutto
quanto di suo compito e nelle sue possibilità per sostenere la nuova società,
ma fin qui non si è parlato di stadio e di centro sportivo, credo che “fare
tutto quanto di suo compito e nelle sue possibilità”, debba proprio
considerarsi: la costruzione dello stadio e del centro sportivo.
Io un’idea l’avrei, ristrutturiamo il vecchio “Barbera”
a settori, così come hanno fatto Atalanta e Udinese, considerate società “virtuose”,
un settore l’anno in maniera da non avere un impatto economico devastante, non
avremmo il problema di dove costruire il nuovo stadio e renderemmo “monumentale”
un altro pezzo di storia del Palermo, con i costi divisi tra: comune, società e
sponsor, con lo stesso sistema nella zona del Velodromo farei il centro
sportivo.