Nel frattempo si era fatto sera,
a casa di Ula non c’era la televisione, c’era un computer ma era senza
connessione internet, c’era un vecchio telefono appeso in cucina, non c’era un
impianto di musica, ma c’era solo una vecchia radio, così annoiato di vedere
piovere seduto in veranda, ho detto ad Ula di preparare da mangiare e che io
gli avrei dato una mano.
Cosa gli sia passato quella sera
per la testa non so dirtelo con esattezza, ma mentre stavamo in cucina per
preparare da mangiare, ai sorrisi abbozzati si è aggiunta anche qualche
strusciata apparentemente casuale tra il tavolo e i fornelli.
Ula sapeva far risaltare gli
aspetti migliori della sua femminilità, sfoggiandoli a tavola prima e in
veranda dopo, non era ancora tardissimo e lei mi disse che andava a letto,
perché l’indomani dovevamo fare un servizio sulla spiaggia Donostia.
Io sono rimasto ancora il tempo di
una sigaretta e sono salito per andare a letto anch’io, mentre mi stavo
dirigendo verso la mia stanza, Ula è spuntata fuori dalla sua stanza, mi ha
preso per un braccio e mi ha portato dentro.
Senza dire una parola l’ho presa
tra le braccia e ci siamo lasciati andare in un bacio infinito, aveva delle labbra
morbide e un corpo da favola nonostante gli anni, è stata una nottata di quelle
che non dimentichi.
No! Non aveva proprio
settant’anni, andava per i sessantotto, comunque dopo qualche ora di sonno
beato, per non creare situazioni imbarazzanti al mattino seguente, alle cinque
sgattaiolai nella mia
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stanza, dove sono rimasto
sveglio a pensare fino alle sei e mezzo circa quando ho ripreso sonno.
Attorno alle nove sono sceso in
cucina, con l’imbarazzo e il timore che quello che era successo tra di noi la
sera prima, non fosse motivo di un inizio di relazione, io non ero innamorato
di lei, mi inquietava, ma non ero innamorato e non volevo che potesse pensare
all’inizio di un amore appassionato.
Ula ha risposto distaccata a mio
buongiorno, tutto si è svolto nella solita maniera come se quella notte non ci
fosse mai stata, abbiamo fatto colazione con torriias e bolas, discutendo
cordialmente come sempre, senza mai fare un minimo cenno in nessun modo a
quanto c’era stato tra di noi.
Non mi sento di avere tradito
Fiorella, lei è e resta l’amore più grande della mia vita, nel mio cuore adesso
non c’è posto per nessuna altra donna, certo che è possibile che incontri
un’altra persona, anche un uomo come dici e che mi possa innamorare.
Vedi l’amore assoluto per me non
esiste, noi ci innamoriamo di una persona su un campione ristretto di umanità,
ma se potessimo avere la possibilità di conoscere tutte le donne del mondo,
solo allora avremmo la certezza dell’amore assoluto.
Non vado in giro per cercare una
donna che sostituisca Fiorella, vado per mare perché non riesco più a vivere
con la gente, mi sono condannato a vivere da solo con il suo ricordo.
Ma torniamo a San Sebastian,
anche quella mattina Ortiz ci ha accompagnato con la jeep, peccato per la
pioggia caduta in nottata, perché la spiaggia che costeggia la Donostia è bella
e suggestiva.
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Fatte le foto sulla spiaggia,
siamo andati a completare il servizio fotografico alla Cattedrale, al teatro e
alla chiesa di San Vincente, come si dice ….. amici come prima, con lo stesso
atteggiamento degli altri giorni, godendoci il pranzo ridendo e scherzando per i
gustosi pintox, una specie di patas.
Il lavoro era finito, Ula mi ha
liquidato quanto avevamo convenuto e nel pomeriggio siamo andati a divertirci
per la città, come una specie di saluto, San Sebastian è una cittadina piena di
vitalità e in quel periodo c’erano concerti gratuiti un po' sparsi ovunque.
Ci siamo ritirati la sera sfiniti
dal tanto camminare e dalla giornata terribilmente uggiosa e fredda, abbiamo
fatto la spesa in un piccolo supermarket e abbiamo preferito cenare a casa di
Ula.
Il copione si è ripetuto anche
quella sera, solo che stavolta siamo finiti prima sul divano e poi a letto, lei
mi piaceva ma sapevo che non c’era niente altro di più, non volevo deluderla e
poi il ricordo di Fiorella mi divorava, ho capito che il mio se pur breve
soggiorno a San Sebastian era finito.
Mi sono fatto una lunga e sana
dormita, una doccia calda al risveglio, ho raccolto le mie cose e via lontano
da tentazioni, volevo cominciare quella vita in mare che desideravo e che non
avevo ancora fatto, Ula come sempre era già sveglia ad armeggiare in cucina, mi
ha sentito arrivare e senza guardarmi mi ha detto:
So cosa provi per quella donna, provi le cose che provo ancora io per Ralph,
non occorre che dici nulla, io come vedi ho scelto di stare qui come te da
sola, se un giorno il destino ti porterà da queste parti, mi farà piacere dividere
con te la mia solitudine.
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Ho preso le mie cose e sono uscito
in silenzio dalla sua vita, così come vi ero entrato, ho raggiunto la mia
barca, il grande giorno era arrivato, piano piano ho fatto il rifornimento di
tutto quello che mi occorreva e mi sono preparato a salpare per Getxo.
Si ma adesso si è fatto tardi,
ti ringrazio per la bella serata e me ne vado a dormire in barca, ti racconterò
il resto domani mattina dopo una bella dormita, sempre se ne avrai voglia.
PASSATA LA NOTTE
Ciao amico, come va? Hai dormito
bene? Io abbastanza, ma ora devo mettere però qualcosa sotto i denti, dai
andiamo al bar, mettiamoci il quel tavolino lì all’angolo, io prendo un
cornetto e un cappuccino, colazione all’italiana, lo vuoi anche tu? Bene ordino
per due.
Allora! Sei proprio sicuro che
ti va ancora di sentire le mie storie? Perfetto l’hai voluto tu, intanto
facciamo colazione, uh …. Buonissimo, ci voleva …. Allora dove eravamo?
Ah sì! Mi stavo preparando per
salpare, io sono stato a San Sebastian la prima volta nel 1989, dopo la laurea
negli anni del terrorismo dell’Eta, c’era un clima di forte tensione sociale e
un clima di declino, ma già allora le sere a San Sebastian erano dolci e
misteriose.
Ecco perché questo nuovo inizio
da San Sebastian, oggi è completamente cambiata, surfisti che riempiono l’oceano,
turisti da ogni dove che si godono la spiaggia e gli assordanti locali dove puoi
gustare calamari fritti e cozze e sentire tutto il sapore del mare.
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Sono voluto ripartire da lì, da
quel popolo diverso di marinai e artigiani capaci di cavarsela da soli,
l’immagine del marinaio che ha una donna in ogni porto e poi in realtà vive
tutta la vita da solo, lui e il mare.
Finalmente posso parlarti di quando
per la prima volta ho messo piede o meglio la barca sull’oceano e di come avventurarsi
un viaggio possa semplificarti la vita, quando questa diventa ingombrante.
Non avevo nessuna esperienza di
mare e procedevo lungo la costa a piccole tappe, la prima è stata Getxo, ad
ogni porto che mi fermavo mi facevo vedere e consigliare dalle capitanerie, per
dormire al riparo, mangiare qualcosa di caldo e conoscere un po' il posto,
prima di ripartire.
Perché Getxo? Per tornare a
Bilbao dove ero già stato nell’89, ho ormeggiato la barca nel porto nella baia
di Biscaglia, il fiume per il primo tratto è navigabile, ma io ho preferito
lasciare la barca a Getxo ed arrivare a Bilbao in metropolitana.
Di Bilbao ricordo la movida,
passavo da un locale all’altro ad inseguire gli sguardi delle ragazze con gli
occhi azzurri e i capelli neri, oggi saranno delle belle signore dai capelli
bianchi. il
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sapore del pintxo fatto con
prosciutto crudo e peperoni e il pacharan, un liquore fatto di bacche rosse.
Quando sono tornato ho trovato
un neonato premio, con il quale l’associazione dei cuochi baschi ha premiato un
venezuelano e in quel momento mi è venuta l’idea di provare a fare un po' di
soldi per continuare il viaggio, come aiuto cuoco in qualche ristorante.
Prima sono andato a vedere lo
splendido chiostro del convento di San Telmo e poi sono andato a pranzare come
nell’89 da Arzak, che oggi lavora con la figlia Elena, un locale a tre stelle di
cucina tradizionale e sperimentale.
In estate alberghi e pensioni
hanno sempre bisogno di rinforzare il personale con lavoratori stagionali ed io
poi da Arzak quando Elena era ancora una bambina, ci avevo già lavorato.
Anche stavolta la paga fu bassa
e l’alloggio era ancora più stretto di quello di prima, si lavorava tantissimo
ma per me era meglio, pensavo di meno a Fiorella.
Elena adesso avrà avuto quaranta
due anni, formosa ma piacente e un carattere da sergente di ferro, ruvida,
polemica, brontolona, però era una gran cuoca.
Io una certa competenza in
cucina ce l’ho e gli facevo spesso qualche osservazione, qualche domanda, lei
mi mandava sistematicamente a quel paese.
Devo dirti che ho fatto fatica a
riconoscere Bilbao, oggi non vedi più le fabbriche in disarmo, la parte vecchia
della città sembra sonnecchiare sulla collina, i grattaceli guizzare lungo le
rive del fiume Nervion, le piazze, i viali, le calle sono costellati di aiuole
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