giovedì 20 luglio 2017

lunedì 17 luglio 2017

Tuoni e fulmini.

Che culo, siamo tornati dalla vacanza a Marina di Ragusa ed è arrivato l’alluvione, dovevo andare a fare il bagno a Terrasini e poi restare a pranzo da Flora, ma credo che mi farò una bella boscaiola a casa mia, quindi visto che non devo correre al mare vi racconto di questi miei venti giorni a Palermo.
Cominciamo come sempre dall’inizio, dal trasferimento in macchina a Napoli per imbarcarci per Palermo, era la prima volta che facevo il viaggio verso giù, perché fin qui ero andato sempre da Palermo a Napoli, prima per portare l’Opel ad Ambra fresca di patente e poi la Fiesta a mia moglie fresca di nomina, il ritorno poi l’avevo fatto sempre in aereo.
Il viaggio è stato buono, non c’era molto caldo e poi con la Qashqai si viaggia come in aereo, io avevo un po’ di preoccupazione per l’ernia lombare, dopo due ore che sto seduto mi fa un male cane, l’ho provato sia quando ho portato la Ford, sia quando me ne sono salito definitivamente e quando sono andato in Croazia, fortunatamente al ritorno da Rovigno, ho visto un motociclista con una fascia lombare, l’ho comprata e ho risolto il problema con 10 euro.
L’altro cruccio, che non è il marito della cruccia ma un pensiero preoccupato, era quello di arrivare tardi all’imbarco non sapendo quello che potevamo incontrare per strada, fortunatamente a posto anche questo e alle sei siamo stati a Napoli pronti per l’imbarco, ci siamo sistemati, ci siamo riposati e rinfrescati sul ponte in attesa di salpare.
Partenza puntuale alle otto da Napoli e per la prima volta lasciando il porto ho visto il golfo, perché quando arrivavo mi svegliavo sempre quando eravamo già dentro il porto, così ho visto che da una parte ci sono tre isolette una dietro all’altra sempre più grandi: Nisida (tipo isola delle femmine), Procida e poi Ischia, che ricordano vagamente le isole Eolie, se non altro per la sequenza: Lipari, Vulcano e Salina, dall’altra parte ma molto più distante Capri.
A poppa si stava che era una meraviglia, quando ad un tratto mi è sembrato che la nave arrancasse, allora dissi a mia moglie che forse la nave aveva preso un tratto jn salita, lei decisamente mi ha detto di no, però tutto ad un tratto sono arrivati come se rotolassero una flotta di cinesi o giapponesi, gente con gli occhi a mandorla comunque e con le macchine fotografiche.
Io resto convinto che la nave fosse in salita e che tutti questi orientali erano rotolati a poppa, mia moglie insiste dicendo di no e io non voglio litigare proprio ad inizio vacanza, comunque erano tutti li a farsi i selfie con bastoni e telefonini, poi arrivati ad un certo punto hanno cominciato a farsi le foto di gruppo e uno di loro rivolgendosi a me che li guardavo mi disse:
Venile venile pule tu, fai fito con noi, io poi mettele foto in settimana enigmistica cinese e dile chi è l’intluso?, io chiaramente non ho accettato, ho resistito al fascino della notorietà internazionale, scherzo a parte siamo scesi in cabina, abbiamo consumato la cena a sacco e siamo andati a letto svegliandoci a Palermo dopo un viaggio bellissimo.
Appena arrivati e sbarcati, colazione con cornetto con ricotta e cappuccino, scarico bagagli, cambio costume, carico spiaggine e ombrellone e via a Terrasini dove mi aspettava Mery per il primo bagno siciliano, si perché il primo bagno in assoluto l’avevo fatto a Rovigno, questa è la prima volta che mi faccio le vacanze a casa mia.
La settimana e poi passata tra lavori per un pluviale rotto, la rottura del tubo dell’aria condizionata a causa del pluviale, lavare e stirare, ripristinare il giardino di pompa, terra e fiori, disinfestazione e trattamento anticogginiggia, avvocato io e avvocato Mary, insomma tutto quello che ti trovi da fare dopo che manchi da quasi un anno.
Finalmente dopo un paio di bagni a Isola, e una piscina a Villagrazia siamo partiti per Marina di Ragusa, cinque giorni di totale e completo relax, una vacanza con “V” maiuscola, abbiamo fatto il bagno in spiagge bellissime e mare pulitissimo, Donnalucata, Playa Grande, Casuzze e Punta Braccetto.
E’ inutile dirvi che tutto era organizzato, pulito e rilassante, niente “muluni e babbaluci” e nemmeno “chi ghiccasssi u sangu ru cuori”, docce ad ogni 30/40 metri, contenitori per la spazzatura, pochi lidi e molta, moltissima spiaggia libera, pochi “vu cumprà” e nessun posteggiatore, ne abusivo e ne autorizzato.
Perché Marina di Ragusa ….. perché ho deciso di visitare poco alla volta questa parte di Sicilia, la più lontana e mai vista, perché andiamo a vedere le cose degli altri e le nostre le snobbiamo, perché sono i luoghi di Montalbano e perché da ragazzo il mio compagno di classe Bruno, ci andava tutte le estati e mi faceva una testa così, tanto che ho voluto vedere e toccare con mano.
Ora, sarà perché ripeto ho già visto tanto, o per via della crisi economica, sarà per l’ISIS, o perché mi sto facendo vecchio, dai racconti di Bruno mi aspettavo di più, per carità un posto bello tipo Mondello ma non così elegante e nemmeno così mal frequentato, la stessa striscia di sabbia per larghezza e lunghezza, stesso lungomare ma senza quelle orribili barriere e gabine che ostruiscono la vista, pulito e piastrellato.
E allora? Non so avrei voluto “percepire altre sensazioni”, certo non sono più i tempi di “signorina la posso accompagnare” o “del culo che non ha visto mai camicia” (erano questi i tempi raccontati da Bruno), ora è tempo che tutti fanno le vacanze, tutti viaggiano oramai, oggi sono le ragazze ad accompagnarti senza neanche chiederlo, diciamo che si è perso un po’ di quella “magia” e questo nell’aria si sente, è tutto scontato, tutto terribilmente normale.
Però due vecchie cose le ho ritrovate, ragazzi che giocavano a tamburelli come ai miei tempi (pensavo non esistessero più e che i tamburelli fossero superati), ho contato ben 14 coppie che giocavano e lo facevano bene, giocavano come Dio comanda e l’altro è che mi sono abbronzato di nuovo il naso come ai tempi delle “clodet”, chi non ha prontezza della cosa basta leggere “Mi racconto”, ho il naso (una pista d’atterraggio per cui ci pago pure l’IMU) rosso e spellato ….  è come un peperone.
Del resto la grandezza delle persone si misura dalla grandezza del naso, Siranò de berjerak, Depardieu, io, u nonnu Turiddu, a noi persone dal grande fiuto, queste cose possono succedere, comunque tornando a Marina di Ragusa è un gran bel posto.

Così come è un bel posto il B&B dove ero alloggiato, era in collina a un kilometro dal lungomare, in un profondo silenzio e con un panorama mozzafiato, stanze fresche ed accoglienti, veranda-solarium e cucina –soggiorno però in comune, solo che non c’era nessuno ed era tutto per noi, così non abbiamo dovuto litigare per niente e con nessuno.

mercoledì 7 giugno 2017

lunedì 5 giugno 2017

Finalmente

Avete visto che scrivo più spesso !? perchè vuol dire che mi capitano più cose da raccontare e quando mi capitano più cose da raccontare ? quando con la bella stagione (insomma quasi quasi meglio in inverno) mi muovo in giro per il mondo e posso raccontare cose nuove.
Finalmente ! finalmente dopo tanti tentativi sono stato a Trieste, era un mio obiettivo di viaggio e l'ho vista, niente di particolare anche per via della giornata uggiosa, ma ho arricchito il mio bagaglio di conoscenze, mia moglie mi dice di non allargarlo assai questo bagaglio, perchè la casa è piccola e non abbiamo dove metterlo.
Trieste comunque è graziosa, stile "borbonica" per intenderci, sa molto di Austria solo che c'è il mare ed è un pò sporchina, in questo somiglia tanto alle città dell'Est, devo dirvi che abituato al foro italico a Palermo, la strada principale che costeggia il golfo può impressionare qualche altro e anche dalla piazza Italia mi aspettavo di più, bella indubbiamente ma non mi ha riempito il cuore.
Al ritorno e non era previsto, ci siamo fermati a "Redipuglia", che non è un rinomato ristorante pugliese, ma uno di quei luoghi al confine dove morirono migliaia di italiani e anche stranieri nella guerra, difatti c'è un sacrario enorme che raccoglie le tombe di tutti i caduti, un grande sarcofago in marmo ai piedi della collina dove giace il generale Lamarmora e dietro di lui tutte le tombe in ordine alfabetico dei soldati.
A Trieste sono andato con mia nipote Carmen e di conseguenza sono stato due giorni da loro a Poredenone, due giorni piacevoli, in compagnia e con gli affetti di sempre che la vita a seminato al nord, soli noi (si fa per dire), solo loro, soli Cettina, sola la zia Anna, sola Rossana, Raffaele no, lui è sempre circondato di belle e tante "jolande".
A proposito di Carmen e di finalmente, finalmente il 2 giugno sono andato in Croazia, qualche 5 o 6 anni fa quando ero ancora un cittadino della repubblica della "munnizza" (quello che c'è a Palermo non lo vedo in nessun posto), mia cognata Nunzia mi disse: appena salgo a trovare mia figlia in estate e voi siete da Ambra, con Daniela ce ne andiamo a passare una settimana in Croazia.
Mia cognata qua d'estate non c'è mai venuta perchè è sua figlia che in estate va a Palermo, così mi misi u pucciu ntiesta e voi lo sapete, io la notte non ci dormo e non appena mi è capitata l'occasione via in Croazia.
Lo scorso anno a causa del matrimonio di Ambra (ve ne parlo del nuovo arrivo, ve ne parlo ....) e del mio trasferimento, il nostro 35° anniversario di nozze e per la prima volta lo abbiamo passato distanti e da soli, così per rifarci a natale i miei figli ci avevano regalato dei soldi per un anticipo per la crociera, in inverno mia moglie lavora sempre, in estate siamo a Palermo e nei ponti primaverili non si poteva fare e allora ?
In un primo momento avevamo pensato di posticipare i festeggiamenti del 35° andando a Cannes a trovare mio nipote Domenico, era una vacanza ben articolata che passava pure per Torino, per questioni logistiche l'abbiamo rimandata ad un'altra volta e così per Pasqua un mio amico mi ha detto di essere stato a Rovigno (Croazia) e mi sono fatto venire l'idea, se aspetto a Nunzia ...... ora ci vado da solo e così è stato.
E' stata una breve e bella vacanza, rilassante tranne il viaggio perchè mi perdo sempre, ma la mia "anziana" si è riposata un poco, sempre lavare e stirare e spolverare e spazzare, anche qua ha voluto lasciare tutto pulito, ma meno male che erano solo 16 metri quadri.
Rovigno è bello, un posto frequentatissimo e rilassante allo stesso tempo, per darvi un'idea sembrava La Zise, Sirmione, Scopello, per certi versi spiaggia esclusa naturalmente, anche Balestrate con la sua pineta a ridosso del mare, piena piena di isolette tutte la davanti, piccole e più grandi un bel posto, ma per chi ha casa a Palermo preferisce venire in Sicilia.
Era pieno zeppo di veneti e friulani, un pò meno milanesi e tedeschi e poi piccolissime percentuali di altre razze, era pieno come l'uovo ma era rilassante, il mare bello, pulito e poco salato, peccato non c'era la spiaggia, ma almeno tornavi a casa pulito, c'erano gli scogli e come Scopello le pietre e poi la sabbia, poi c'erano un paio forse tre moli che con la scaletta ti facevano superare le pietre e scendevi direttamente sulla sabbia.
Perfetto direte voi, insomma niente è perfetto, c'è sempre qualcosina che non va, il mare era pulitissimo, c'erano dei pesci belli grossi che non ti davano fastidio e c'era la paura delle meduse, sulle pietre se ne erano "spiaggiate" alcune belle grosse, ma il pericolo maggiore erano le lappane, no, non è il pesce lappana, è quell'ammasso di carne morta che penzola tra le gambe dei vecchi (per fortuna io ancora no).
Esatto nel posto migliore dove fare il bagno c'erano un sacco di nudisti, tutti vecchi guerrieri con le "scimitarre" morte "legate" in mezzo alle gambe, quando scendevano la scaletta sembrava calassero prima l'ancora, un penoso spettacolo di "walter" uccelli morti come li chiama la Litizetto.
Per non dirvi del vasto assortimento di "Jolande", jolande arrivitticati tri e quattru vuoti, con e senza barba, tutte disposte sulla "spiaggia" come sul banco di un mercatino dell'usato, ma no di seconda mano, proprio cose da rottamazione, peccato, perchè non ce ne era una bella da vedere, a parte lo stupore di mia moglie che in un primo momento non ne aveva capito niente.
Una mattinata poi sono stato a Pola, anche qui sono rimasto deluso mi aspettavo di più, forse sto diventando vecchio, oppure ho già visto tante cose belle (jolande escluse) che ora mi lasciano un pò così, ma è la seconda volta che mi capita, forse è arrivato il momento di smettere di viaggiare, anche perchè sbaglio sempre strada.
Ora vediamo, intanto vado a Palermo, poi al ritorno se ho tempo passo da Arezzo e Livorno, prima o poi vado a Cannes e poi voglio vedere La Zise di giorno (l'ho vista solo di sera) e chi lo sa anche Riva del Garda, a Lugano ci voglio andare e anche a Hinsbruch e poi Cortina che è da un pezzo che ci voglio andare e in Sardegna a trovare Stefano e poi va bene, in Irlanda a Dublino che è il sogno di mia moglie e poi smetto e mi dedico al nipotino.
No non è maschio, ancora non si sa, però si conosce già il nome del baby sitter, io ncacerto, a settembre mi iscrivo a lezioni, Leonardo e Ambra sono d'accordo a condizione che la vizio, perchè io penso che sia femmina, come il film, "speriamo che sia femmina", volete sapere come me l'hanno detto ?
La sera del mio 63° compleanno sono andato da Ambra a mangiare e poi mi hanno detto, ora prima della torta andiamo giù in taverna per il regalo, scendo le scale e trovo appeso ad un palloncino una casetta con una specie di foto dentro, io senza occhiali non vedo bene e così loro mi guardavano sorridenti senza dire niente, mia moglie compreso, ma io non capivo che cosa fosse.
Ad un certo punto mi hanno tolto dall'impaccio è mi hanno detto auguri papà hai capito cos'è ? io a tutto pensavo tranne che si trattasse dell'ecografia e così poi: ..... è la prima fotografia del tuo o tua nipotina, voi sapete che io sono "glacialmente" inglese, ma dentro di me ho notato qualcosa, farfalle nelle stomaco !? non ve lo so spiegare, però ho realizzato il perchè vivevo a Tombolo e non a Palermo.
Ambra sta bene e Leonardo pure, tutto procede bene e appena conosco il sesso vi giuro che ve lo dico, a proposito molto probabilmente il 10 giugno festeggio i 36 anni di matrimonio con Cetty a Bologna e poi a luglio 4 giorni a Marina di Ragusa, detto tra noi spero che li le Jolande siano migliori.

venerdì 19 maggio 2017

Circuito training

Era un bel po' di tempo che non scrivevo, non l’ho fatto perché magari non c’erano molte cose che valessero la pena raccontare e poi diciamocelo chiaramente, pensionato a chi? Mi alzo tutte le mattine alle 6 e mezzo con mia moglie, faccio colazione e mi metto al computer per sbrigarmi la posta che mi arriva, mi leggo il giornale sportivo on-line, scrivo qualche opinione sportiva per una testata on-line per cui scrivo, guardo biglietti aerei ed itinerari di viaggio, a volte scrivo qualche ricetta e si fanno già le otto.
Mi accorgo che è quell’ora perché entra di fretta mia moglie nella stanzetta per salutarmi, mi dà un bacio e io come nella pubblicità della coop mentre va via gli dico “bis” e lei si incazza e torna indietro, ho fatto il mio primo dispetto quotidiano e già mi sento meglio.
Quello è il segnale che devo spegnere tutto e andarmi a lavare, ma non sempre è così perché magari mi trattengo ancora un po' per finire qualcosa, insomma sistemo qualcosa in camera da letto, barba, doccia e indosso la tuta arancio che avevo in dotazione antincendio della forestale e giù nel box per dargli una sistemata.
Lo so cosa state pensando: ma puru cà avi u box i sistimari !?, oh, vuol dire che è “stidda ca mi curri”, in realtà a parte il fatto che mia moglie e mia figlia infilavano tutto là dentro, poi sono arrivato io con le mie “truscie” e nel frattempo il comune ha rimodulato la differenziata e ci ha fornito dei bidoni alti un metro, che non avevo dove metterli e così ho smontato parte della scaffalatura e gli ho ricavato lo spazio.
A mezzo giorno smetto per andare a cucinare, quindi diciamo che passo nel box un paio d’orette, cucino, mangio, riposino e sono già le quattro, “bella vita si rurassi” lo so, ma …… nel pomeriggio poi una vota andiamo in farmacia, una volta a fare la spesa, una volta qui (all’otlet a Carmignano), una volta li (a Bassano per il telefono), una volta vado a vedere una partita e una volta vado in palestra e il tempo passa che è un piacere, fatevi il conto che sono in pensione da quasi nove mesi e non me ne sono accorto, perché non riesco ad annoiarmi.
Poi per il momento sono addirittura oberato, no che mi hanno operato, che non ho tempo per nulla, come sapete sto facendo le fioriere per i tenerumi e per l’orto, ma questo comporta: andare a prendere i bancali nelle ditte che me li regalano, smantellarli, assemblare i tabuti (sarcofago, cassone), impermeabilizzarli, riempirli di terriccio (andare a comprarlo quindi) e piantumare le piantine.
Senza parlare, potevo comprarli che facevo prima, ma un vascone di 1 metro e 20 x 50 di profondità x 25 d’altezza costa 200 euro e poi io chi fazzu tutta a irnata? e poi è un periodo di “soldout” (non è siciliano è inglese) in palestra, dovremmo andarci due volte a settimana, ma siccome dobbiamo recuperare qualche lunedì dell’angelo, qualche 25 aprile e così via, ci andiamo tre volte, poi io sto provando una nuova palestra da un’altra parte, una più intensa e così finisco per fare palestra quattro volte a settimana.
Non scalo un grammo e mi ritiro a casa con una fame che non vi dico, per questo sto provando un’altra cosa, a settembre cambio, anche perché la cardiologa (l’unica donna che non resiste al mio fascino), mi ha detto che se mi presento ancora una volta sopra i 76 chili non mi visita e mi denuncia pure per recidività in obesità, pena prevista 3 mesi di pane e acqua.
L’altro giorno facevamo in palestra il circuito trainig (neanche questo è siciliano) e mentre facevo skip (sempre inglese) pensavo a quando ero giovane, ai tempi del corso olivuzza, anche lì ogni tanto facevamo il “circuito training”, allora eravamo in 6 o 7 e andavamo alla “vucciria”, senza cuminciari a ririri, il circuito training è una specie di via crucis, ora vi spiego.
C’è una specie di cerchio e ad ogni due metri c’è un attrezzo per fare un esercizio, che so, due pesi per i bicipiti, due panche per lo step, due corde per saltare e via dicendo, saranno una decina d’esercizi e si chiude il circuito, che centra con la vucciria? anche la facevamo il circuito, ma no “training”, gastronomico.
In cosa consisteva: appena scendevi la scalinata della vucciria, c’era quello con il posto della frittula, una cartina l’uno e pagava il primo, due metri più avanti u purparu, un piatto i purpu per 7 e pagava il secondo, terza stazione, “gesù cadde in ginocchio”, no un minuto sto facendo confusione, terza stazione panino con la milza e pagava il terzo, quarta stazione: piatto di quarumi e pagava un altro, quinta stazione; mussu e carcagnolu e pagano un altro ancora, sesta stazione panino con le panelle e pagava il penultimo e infine bucali ri passitu e pagava l’ultimo.
Certo non lo facevamo ogni giorno, che so una volta al mese, diciamo quanto è bastato per farci venire l’ernia jatale, ma la cosa più bella era che la sera quando arrivavo a casa, mio padre pretendeva che mangiassi e io non sapevo come fare, perché sé non mangiavo si incazzava perché si mangiava tutti insieme a tavola e se mangiavo vomitavo.

Ora lo so che vorreste sapere di mia figlia, del nipotino, ma se no la prossima volta che vi racconto, accontentatevi di questo che chi si contenta gode e poi devo andare ad apparecchiare, stiamo facendo il pane e panelle per domani, e sì, il pensionato perde la voglia di lavorare ma no quella per le cose buone.

mercoledì 8 febbraio 2017

Come un Don Lurio

Tutto è successo in un giorno qualunque di gennaio, io accompagnavo ed assistito ad una visita fisiatrica di mia moglie e alla fine il fisiatra come spesso accade, ha detto a mia moglie che non aveva niente di particolare, niente che valesse la pena di curare con i farmaci, sarebbe bastato solo fare un po’ di movimento, magari una camminata veloce.
Io che i fatti miei non li faccio mai, parlando con il Dottore gli dissi che nel giro di qualche giorno avevo una visita anch’io, ho aggiunto che fino ad una decina di anni fa correvo e poi mi hanno detto di smettere per via dell’ernia cervicale, ho tante volte invitato mia moglie ad andare a camminare, ma lei niente.
Era un modo per pungolare mia moglie e farmi seguire nella camminata, lui invece mi ha risposto che non era vero che con l’ernia cervicale non si può correre, una volta noi medici eravamo per le medicine e per evitare ai pazienti di fare qualsiasi cosa, ore le cose sono cambiate, certo fermo da dieci anni e alla sua età correre la vedo dura, ma in palestra ci può andare.
Voi avete presente quando nei cartoni animati gli spunta in testa la lampadina e così visto che c’era una palestra convenzionata, lui ce l’ha prescritta e siamo andati, ma io non mi sono fermato lì e siccome Ambra va in palestra, gli ho pure chiesto com’era da lei ed abbiamo cominciato a provare.
La prima era per gli over 62, io ho pensato che lì avrei trovato gente della mia età, magari una ginnastica non molto vivace ma adatta a noi, invece ho pensato che avevano sbagliato, ma quale over 62 erano tutti over 82, praticamente si facevano esercizi da fermo, giravi piano le braccia e alzavi piano le gambe e basta, io sembravo un ballerino di danza classica in pensione, sembravo don Lurio, bocciata.
Così siamo andati in un’altra palestra quella convenzionata, mentre aspettavamo (con noi c’era pure mia cognata Daniela), tutte le vecchiette ci guardavano con curiosità, dentro di loro pensavano: saranno nuovi istruttori o anche loro pazienti e se sono pazienti devono essere ridotti male per fare ginnastica con noi.
A proposito mi viene in mente quando ero giovane per davvero, allora facevo l’alluminista povero e un giorno il mio principale mi portò con lui a prendere le misure di alcune vetrate in un istituto per “down”, mongoloidi insomma, senza volerli disprezzare e tre di loro ci seguivano passo, passo, interessati e curiosi.
Ogni tanto parlavano tra di loro e ci venivano dietro, io facevo finta di non guardarli per non metterli in difficoltà e loro continuavano a venirci dietro, ad un tratto uno di loro con voce un po’ più alta e con fare compiaciuto dice ad un altro: hai visto ! …. c’è ne sono altri due nuovi, ci avevano preso per mongoloidi e sicuramente lo stesso avevano fatto quelle vecchiette.
In questa seconda palestra si lavorava addirittura seduti, addirittura una faceva palestra con il girello, questo dovrebbe darvi la dimensione del tipo di sforzo fisico che si faceva, era in pratica una ginnastica riabilitativa, ora ho capito che mi devo rendere conto che sono vecchio, ma no decrepito però, bocciata pure questa e via per un’altra prova, più veloce della luce.
La terza prova finalmente mi soddisfa, qua si suda un po’ e poi anche se sono tutte donne, l’età varia dai quaranta ai cinquanta anni, già mi sento più giovane e poi viene il cuore a guardare tutta quella vivacità onestamente, ora non è per screditare “la vecchiaia”, ma mio padre mi diceva sempre “iunciti sempri cu chiddi meghiu i tia” e io lo prendo alla lettera, le cinquantenni sono meglio di me …. volete la traduzione di quello che ho detto prima ?  va bene: “ tu devi stare sempre con quelli migliori di te e mai con quelli peggiori.
Comunque, mia moglie sta facendo un ciclo di terapie e la “terapeuta” poverina è ipovedente, ma in realtà non ci vede per niente perché si appoggia ovunque, come sapete queste persone sono bravissime con le mani e nella terapia è incluso il massaggio, ora quando ha finito ha detto mia moglie: “va bene signora, ci vediamo domani”, ve lo immaginate una cieca che ti dice ci vediamo domani.
Questo mi ha fatto pensare a quando mio padre aveva il bar dove ci lavorava Cettina, mio padre  un giorno decise di fare i cannoli espressi e ogni momento veniva a guardare se qualcuno aveva preso il cannolo per sapere come gli era sembrato, ad un certo punto entrò e si accorse che ne mancava uno.

Felice si rivolse a Cettina dicendo: allora ne abbiamo venduto uno ? e Cettina ha risposto: si e mio padre incalza : e che ha detto ? serafica Cettina risponde : niente e mio padre : come niente ? non gli hai chiesto com’era, giusto per sapere se piacciono o no e Cettina : non ha detto niente perché era muto.

sabato 7 gennaio 2017

Sul filo della nebbia.

In questi miei primi 122 giorni in pianta stabile nel veneto, in questi ultimi 122 giorni del 2016, non mi ero ancora imbattuto nella nebbia vera, quella per intenderci come si dice dalle mie parti, che si taglia con il coltello, fin qui avevo visto solo” nebbioline” che magari spaventavano mia moglie, ma io la nebbia la conosco dai tempi di Brescia ed è tutta un’altra cosa.
La neve, il freddo quello con 3 “d” e la nebbia, li avevo conosciuti nel periodo del militare, è vero che al C.A.R. (centro addestramento reclute) sono stato poco, ma a dicembre a Casale Monferrato facevamo le esercitazioni  e la fila per il rancio sulla neve, li ho scoperto che le temperature erano così basse che ghiacciava l’acqua nelle grondaie e la neve per terra.
L’esperienza della nebbia e sempre del freddo l’ho fatta appena mi sono trasferito a Brescia in reggimento, qui al contrario di Casale le camerate non erano riscaldate, l’acqua usciva gelida dai rubinetti, tanto che mi sono fatto crescere la barba e mi lavavo di notte di straforo nelle docce, visto che la doccia ci spettava due volte a settimana e a giorni prestabiliti.
La nebbia ? …. ora ci arriviamo. Di giorno ma non tutti i giorni la nebbia si alternava con visibilità che andava dai 20 ai 50 metri e comunque non molto bassa, era la sera che calava di più e si faceva fitta, ricordo che si vedeva a 50 centimetri da terra e a non più di 7/8 metri di distanza e a pensarci bene era l’incoscienza della gioventù che ci faceva uscire dalla caserma.
L’incoscienza della gioventù ma anche la “fame”, perché la sera grazie al maresciallo addetto alla cucina che stornava parte delle provviste nella cantina di casa sua, si beveva da schifo, no, ho detto giusto si beveva, perché di solido non c’era niente, solo una brodaglia insulsa e insignificante, come diciamo da noi: spremuta i cannavazzu.
Quindi a quel punto diventava anche una necessità uscire, sé poi conoscevi come si mangiava bene nella “bettola” di nonna Leda, avresti scavalcato qualsiasi muro, inventato qualsiasi cosa e non sarebbe stata sicuramente la nebbia a fermati.
Ma torniamo alla nebbia dei nostri giorni, che volete …. io vengo dalla scuola di Walter Chiari, lo so che non lo conoscete, era un comico che su una questione piccolissima, lui ci costruiva sopra ore di discussioni, all’ora non c’era il televoto, la votazione immediata, per riempire il vuoto d’attesa chiamavano lui, gli dicevi “A” e lui ci costruiva sopra una situazione comica che durava 20 minuti, mezz’ora.
Si, si, torno alla nebbia, ma dovreste pagarmi per le lezioni di storia contemporanea che vi impartisco, quindi partiamo alle quattro del pomeriggio da Tombolo per Legnago, c’è circa un ora e un quarto di strada, a Tombolo c’era il sole e andiamo a prendere la “Valdastico” e da lì la Rovigo-Piovene.
Appena percorsi un po’ di chilometri, all’altezza di Torri di Quartesolo, cominciamo ad incontrare una nebbia non molto intensa che si intensificava sempre più già nei pressi di Abbettone. Dai 130 all’ora siamo passati agli 80 e poi ai 50, si vedeva a 30/40 metri ma più faceva buio e più ci addentravamo nella bassa padana e meno si vedeva.
Io avevo avuto la felice idea di approfittare degli sconti di Media word, dove i miei colleghi avevano aperto un deposito di 600 euro regalo della pensione e del fatto che Ambra mi doveva consigliare l’acquisto e poi partiva, per cambiare il cellulare e in quello nuovo avevo un navigatore muto, pertanto….
Pertanto mi accorgevo delle uscite quando le passavo e comunque dovevo sempre fare un pezzo di strada provinciale, spesso con le linee sulla carreggiata che non si vedevano, insomma siamo arrivati dopo due ore e qualcosa, con gli occhi di fuori e stanchi come se fossi andati in macchina sulla luna e ritorno.
Rifocillati, acqua, pipì e caffè, siamo ripartiti per la pizzeria di Nogara che ci aspettava, stavolta guidava Toni io non me la sentivo di guidare ancora con la nebbia, ci sono stati tratti in cui la visibilità era di tre metri, ma l’incoscienza della vecchiaia stavolta e la voglia di andare in culo alla nebbia, imperterriti e sicuramente anche un po’ “cacati”, siamo andati lo stesso in pizzeria e poi a vedere i giuochi d’artificio a Mantova, per poi tornare a casa da Cetty sempre rigorosamente “sul filo della nebbia”, anzi sul filo dei burroni.
A parte i cavusi cacati e la lunga ed estenuante ricerca di un posteggio a Mantova, ci siamo divertiti, abbiamo fatto una cosa diversa, alla fine siamo arrivati sul prato che lambisce il fiume Mincio che davanti al castello di Mantova si allarga e sembra un lago alle 12 e 10, abbiamo stappato lo spumante e come per incanto, come succede nelle favole (ma li non c’è nebbia), lo scoppio del tappo ha dato il via ai giochi d’artificio.

Giochi d’artificio bellissimi, diversi da quelli che vedevo a Palermo (si viri ca cà c’è a pila), ripeto una cosa nuova, niente abbuffate, niente giocate interminabili a carte, personalmente l’avevo sempre sognato ma a Cortina però, forse non lo ripeteremo perché i prossimi fine anno li faremo a Palermo, ma mai dire mai, magari a settanta anni cu vastuneddu, una brindata a Cortina me la faccio, nel 2024 che entra il 2025, quando mia moglie andrà in pensione ed io avrò spento settanta candeline.