sabato 23 settembre 2023

Prima sconfitta stagionale per il Palermo al Barbera.

Non è per dare addosso a Corini, ma per me il Cosenza ha meritato di vincere la partita, è stato più pericoloso, ha mantenuto di più la palla ed essenzialmente ha giocato al calcio, cosa che il Palermo ancora non riesce a fare, è stato sicuramente un Palermo troppo timido, che ha fornito un’altra prestazione opaca, in più stavolta i rosanero sono apparsi confusi ed imballati, per me il Palermo ha fatto ancora un passo indietro sul piano del gioco e della manovra offensiva, che è ancora e sempre più sterile e inefficace.

Un gol di Canotto al 91esimo, sigla la vittoria corsara del Cosenza e un brutto ko per il Palermo, che così interrompe la striscia di 4 risultati utili consecutivi, prima sconfitta in campionato per i rosa, che perdono così come avevano vinto la scorsa partita con l’Ascoli, stavolta copione inverso per i rosanero, che si arrendono un po’ toppo timidamente, un ko inaspettato, un brusco stop a mio avviso, giusto epilogo di una prestazione con pochi meriti e tanta disattenzione.

Il Cosenza parte subito aggressivo, il pressing dei rossoblù impedisce il gioco dal basso del Palermo e lo costringe a rilanciare lungo, per evitare la pressione sul portatore di palla, Cosenza con tante idee e lo dimostra subito, con la prima conclusione che arrivata dopo appena 2 minuti con l’ex Tutino, che su distrazione di Mateju calcia immediatamente e sfiora il gol del vantaggio.

I lupi calabresi hanno fatto una gara attenta, volitiva, ordinata e compatta, in più circostanze hanno sfiorato la rete, hanno preso un palo con Mazzocchi e hanno messo a dura prova la prontezza di riflessi di Pigliacelli, tra i meriti del Cosenza, c’è quello di lasciare pochi varchi ai rosanero, tra i demeriti del Palermo invece, ci sono i ritmi bassi e i tanti equivoci tattici, personalmente, dopo più di un anno, io non riesco ancora a capire come gioca Corini, o meglio, come non gioca.

Il primo tempo si conclude sullo 0 a 0, con più ombre che luci per il Palermo, che ha commesso troppe sbavature in fase di costruzione e in alcune circostanze errori pesanti in fase difensiva, che potevano compromettere l’equilibrio della gara, nel secondo tempo parte ancora meglio il Cosenza, per il Palermo cambia poco e le trame sono pressoché identiche, tranne per gli ultimi 10 minuti di gioco (compreso il recupero), che sono un forcing per i rosa.

Ripeto, io non lo capisco, in più di un anno non ho mai visto “giocare”, con la “G” maiuscola il Palermo, giochiamo con il 4-3-3, ma giustamente qualcuno mi dirà che si tratta di numeri, io invece dico che è vero che si tratta di numeri, ma indicano l’approccio alla gara e disposizione in campo, intesa come “compiti” da assolvere, vorrei sapere, perché in un centrocampo a 3, abbiamo (almeno al momento) un play davanti alla difesa (Stulac), un rifinitore dietro le punte (Henderson) e Segre in mezzo a loro?

Henderson con i 3 attaccanti non rientra e così non c’è la totale copertura degli spazi, di conseguenza la fase difensiva è approssimata, rendendo allo stesso tempo, lunga e poco compatta la squadra, è in sostanza una specie di 4-1-1-1-3 e poi, gli esterni alti a piedi invertiti, non tirano quasi mai in porta ed essendo a piedi invertiti, non crossano mai per il povero Brunori, ancora più solo dello scorso anno.

Tutte cose di cui l’allenatore dovrebbe accorgersi e provvedere, per trovare le soluzioni più adatte, invece di insistere sempre con le stesse cose, con gli stessi uomini e con le stesse sostituzioni, ci sono momenti in cui, per un calciatore (Brunori) è meglio se va in panchina per trovare la forma fisica e mentale, perché andare in campo e fornire prestazioni insufficienti, spesso non fanno bene, ma possibilmente fanno l’effetto contrario, perché insistere con questo attacco e con Brunori, mettiamo dentro gente più in forma e motivata (Soleri).

Il Cosenza alla fine perde tutte le forze e le energie, gli ultimi minuti compreso quelli di recupero, sono tutti a tinta rosanero e non fanno pensare a quell’epilogo finale, Canotto parte in contropiede, lascia partire una traiettoria a giro, che nonostante il tuffo di Pigliacelli è imprendibile, il Palermo si riversa in avanti, ma è confuso e in bambola, provano un forcing frenetico e poco lucido, che non sortisce l'effetto sperato, così arriva il primo passo falso, dopo un avvio, diciamo, incoraggiante.

Il Palermo si ferma a quota 10 dopo sei giornate e una partita da recuperare, adesso martedì sera alle 20 e 30, ci sarà l’impegnativa sfida infrasettimanale in trasferta a Venezia.

  

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