venerdì 27 marzo 2020

Il mio Natale.

Come tutte le mattine, ancora mezzo assonato vado in cucina e tiro su le tapparelle, come tutti, tranne quelli che non hanno più la voglia di vivere, alzo le tapparelle e mi tuffo nel mondo, magari c'è una brutta giornata, ma chi se ne frega, in quest'ultimo mese, mi alzo con la stessa voglia di sempre e poi man mano che la tapparella sale su, prendi coscienza che le tue aspettative di giornata non ci sono più.
Ritengo che ci sia stata troppa superficialità nell'affrontare questo virus, per carità in queste condizioni non c'è chi è bravo e chi lo è di meno, ma abbiamo avuto la grande possibilità di conoscerlo dalla Cina ed essere più tempestivi e invece, da buoni italiani ce la siamo presa comodi, sono state prese misure drastiche, ma avremmo potuto prenderle subito. 
Ci siamo mossi con ritardo, peggio di noi hanno fatto tutti gli altri paesi, indubbiamente ci siamo fatti trovare impreparati.
Prendo in prestito le parole di una vecchia canzone di Sergio Endrigo per raccontarvi lo stesso stupore di ogni mattina, di un film visto e rivisto negli ultimi giorni, "c'è nell'aria qualcosa di freddo, che inverno non è ...", è il freddo dei bollettini dei casi in crescita, dei contagi aumentati e dei decessi, a volte si ha la sensazione che ci sia un rallentamento, non dobbiamo assolutamente mollare perché sarebbe un disastro.
Oggi è il giorno del mio 66esimo compleanno, 66 nel significato della smorfia napoletana è le due zitelle, adesso per definire una donna nubile d’età avanzata, non si usa più il termine zitella, una donna un pò "appassita" e di umore bisbetico, era una zitella acida, oggi il numero 66 è diventato le due single.
Prima non trovare marito e quindi diventare zitella, era una cosa un pò vergognosa, non maritarsi era a cause di qualche difetto particolare, oggi invece lo si fa per propria volontà, quindi oggi siamo in presenza di belle "tardone" o per quelle bruttine di carampane, quindi il prossimo Natale potete benissimo all'uscita del 66, dire: le due carampane.
Oggi praticamente è il mio Natale e se me lo avessero detto prima che l’avrei vissuto con questa tragedia dietro la porta non ci avrei mai creduto, come quelli che in barba ai decreti escono di casa in questo periodo, veramente loro no né che non ci credono, proprio non lo capiscono.

Da quando ho conosciuto mia moglie, io il compleanno l’ho passato sempre con lei e questa è la 45esima volta, da allora ho sempre fatto in modo di esserci, certo grazie anche alla volontà divina, quando ero soldato alla stazione mentre partivo per ritornare a Brescia dalla licenza, gli ho promesso che sarei tornato per festeggiarlo e così è stato, anche nei tre anni di separazione forzata, prendevo l’aereo e andavo a festeggiarlo con lei.
Bello quel periodo, ma no perché non c'era mia moglie, perché finalmente ero padrone incontrastato del telecomando, vedete il telecomando è una cosa importante nella vita e finalmente potevo vedermi un programma che mi piaceva, senza saltare da uno all'altro, per poi alla fine non vedere niente, mi ricordo ancora la prima notte di nozze (no il cervello c'è l'ho ancora buono), solitamente è l’uomo che dice alla donna: ma la mamma non ti ha detto niente?
Ricordo che a me sembrava male, ci giravo tutto intorno, ma quella notte invece è stata lei a dirmelo, con l'imbarazzo di una giovane sposa, ha preso il coraggio a due mani e mi ha detto queste formate parole: te l’ha detto tua madre co u telecomando è u miu?
Sono parole che ti segnano per tutta la vita, difatti fatto salvo quei tre anni passati in solitudine, per gli altri 36 anni il telecomando lo ha gestito lei, un attimo di debolezza della prima notte di nozze e finiu u telecomando, vuol dire che le cose dovevano andare così, a 60 anni, a tarda età oramai ho ripreso il possesso del telecomando, ma solo per qualche anno ho scoperto il piacere di vedere la sera solo un programma dall'inizio alla fine.
A sessantanni sono tornato bambino, anzi neonato, era il mio secondo periodo della scoperta, ho scoperto come si usava un telecomando, ho scoperto di sapere cucinare, ho scoperto che quando scrivo la gente si appassiona, ma finalmente ho scoperto il piacere di vedere un film senza l’ansia.
Che centra l’ansia? Come! Quando ti sposi, il prete ti legge gli articoli del codice civile, ma non ti legge quelli del codice penale, quali sono quelli del codice penale? Sono quelli che quando tua moglie cerca a “turilla”, ti chiede sempre: quand'è il giorno del suo compleanno oppure il giorno che ci siamo sposati, io ogni giorno faccio due paginette di quando ci siamo sposati e una e mezza di quando fa il suo compleanno, pum mu scurdari, però mi scordo sempre il giorno del suo onomastico, gli faccio gli auguri sempre un giorno prima oppure un giorno dopo.
L’ansia perché? perché il prete non te lo dice neanche all'orecchio che il telecomando è suo, non te lo dice nessuno, perché sanno che se tu lo sai non ti sposi più, non si sposerebbe nessuno, ora io dico: sono cose importanti, che un uomo di chiesa ti dovrebbe dire, come per esempio: compriamo i cornetti per me e le treccine per lei, si mancia i me cornetti e mi lassa i so treccini, ma allura cerchi a turilla!?
Ma torniamo all'ansia, perché non è solo il fatto che ti siedi sul divano e ti devi vedere un programma che non ti piace, ma è anche il fatto che lei si addormenta e si sveglia sistematicamente ogni quarto d’ora e ti chiede: che cosa è successo e tu non ti ricordi nemmeno fino a che punto lo ha visto, allora e meno male che il signore ci ha dotato di due occhi, certo poteva risparmiare, uno ci bastava, l'occhiali lavissi paatu a metà, però come si dice, io fazzu: “un occhiu a Cristu e uno San Ciusieppi”, con uno guardo la televisione per farmi trovare preparato e con l’altro guardo il momento preciso in cui si addormenta e quando si sveglia.
Ma il massimo lo raggiungiamo, quando russa, li io sono convinto che nsonnu chinu, provo a prendere il telecomando, non faccio neanche in tempo a schiacciare il tasto che mi dice: non girare che me lo sto vedendo, che volete! Però la vita coniugale non è solo questa, è anche fatta di tante belle soddisfazioni, vuoi mettere che oggi mi ha fatto il cacao con i biscotti “finti” Umberto? si! finti Umberto! Oh, ca chisti hannu e poi stasera festeggerò il mio primo compleanno con meno di tre persone.

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