venerdì 3 aprile 2020

Come sarà


I primi 15 giorni di “quarantena” non sono bastati e lo sapevo, adesso si sta provando con altri dieci, per evitare che con Pasqua e Pasquetta il contagio si diffonda a tappeto, le regioni del Sud non sono state colpite in maniera massiccia, ma sono ancora a rischio e lo diventano ancora di più proprio in questi giorni di scampagnate e gite fuori porta, anche perché, non sapendo quando ne usciremo da questa situazione d’emergenza, tutti proveranno a darsi un’eccezione.
Quando ne usciremo non lo sappiamo veramente, per me i tempi sono lunghissimi e sono legati al ritrovamento del vaccino, senza di questo, nei prossimi mesi potremo solamente allentare un poco le misure straordinarie e ci servirà per riprendere in una certa maniera il ciclo lavorativo, ma credo che il distanziamento sociale si protrarrà ancora per qualche anno, piuttosto a questo punto, forse sarebbe il caso di chiedersi più che quando finirà, come sarà il dopo il coronavirus.
La curva epidemiologica ci dà dati confortanti, la fuga verso Sud è stata un atto scellerato e se per il Nord può essersi toccato il picco, al Sud potrebbe ancora arrivare e in maniera ancora più drammatica, se si dovesse presentare in maniera massiva come al nord, al momento la situazione è contenuta e speriamo che resti tale, una cosa è certa, la nostra vita è cambiata e cambierà in maniera definitiva e questo è il secondo concetto che dobbiamo acquisire anche se non sarà facile.
Come vi dicevo, credo che per riavvicinarci di quel metro che oggi ci separa, passerà tempo, molto tempo, forse non lo faremo più, non abbiamo nessuna certezza che riusciamo a sconfiggere il virus con il vaccino, perché potrebbe “mutare” continuamente e metterci sempre in condizione di pericolo e poi, con la globalità, con la scellerata gestione del pianeta e tante altre piccole e grandi concause, la possibilità di creare e con sempre più frequenza nuovi virus è palese.
Dobbiamo ripensare ad un pianeta rinnovato, “ristrutturato”, dobbiamo rivedere in maniera importante, decisa e immediata, il surriscaldamento del pianeta, dobbiamo smetterla di avventurarci in creazione di virus che poi non siamo in grado di gestire, dobbiamo pensare ad un pianeta più e parimenti responsabile, ad un pianeta sano e senza sprechi, ad una globalità positiva, con tradizioni e innovazioni sane e a misura d’uomo, sarà difficile ma ci dobbiamo provare, non basterà più parlarne.
Il comitato tecnico scientifico, ha dato il via al test per trovare gli immuni e far ripartire il paese, credo che in un prossimo futuro, dovremmo avere la possibilità di alzarci la mattina ed effettuare un test delle nostre condizioni psicofisiche e epidemiologiche, credo che in futuro dobbiamo lavorare di più per la nostra salute e per la nostra sicurezza, dovremo essere tanto “formiche” e “cicale” quanto basta.
Diciamocela tutta, basta con questi Cinesi, ma non con il popolo che è gentile, simpaticissimo e gran lavoratore, però se vogliono vivere con noi la globalità, devono cominciare a pagare le tasse, devono cominciare a vivere in maniera globale, lavorare solo otto ore al giorno come tutti, vivere in condizioni igieniche globali, mangiare “stigliole” e non cani, gatti e pipistrelli vivi, azzerare lo smog nel loro paese che poi si sposta in tutto il mondo e smettetela di cacciare le balene e distruggere l’ecosistema.
Ma non solo loro però, tutti gli altri dobbiamo fare la nostra parte, non dobbiamo aspettare che qualcuno ce lo imponga di lasciare la macchina a casa (per il momento si respira l’aria di 50 anni fa, una meraviglia), lavoriamo per potenziare e migliorare i mezzi pubblici e la sostenibilità elettrica, lavoriamo per assicurare a tutti le cure mediche anche in casi di pandemia, lavoriamo per moltiplicare le prigioni, perché chi rompe il sistema (le palle), non è degno di vivere la globalità e a quel punto lo teniamo nel mondo che si merita, senza se e senza ma.
Lavoriamo per il rispetto delle leggi, per il rispetto dell’umanità e del pianeta, siamo globali tutti insieme, non è la solita utopica reprimenda, sto solo rinfacciando tutto quello che diciamo e che non solo non facciamo, ma addirittura facciamo il contrario, non è una predica, questa è l’occasione per cambiare, ma per cambiare sul serio, questo non è altro che un avvertimento che ci dà la natura, se lo sappiamo cogliere, ci sta dicendo che ci siamo spinti troppo in avanti e che queste situazioni potrebbero diventare sempre più frequenti.
Intanto gli scienziati stanno cercando di farci uscire da questo limbo, con un'indagine di ricerca per un esame sierologico su un ampio campione, cosa che permetterà di mappare il contagio, perché finché non ci sarà il vaccino, la possibilità di ricadute e quindi di una nuova propagazione è reale, ad Hong Kong dopo due mesi ci sono stati già altri 65 nuovi casi in un solo giorno, bruciando così la possibilità di poter tornare alla normalità, il 15 marzo la vita era ripresa in maniera regolare, salvo poi che per questi nuovi casi, è stata imposta una nuova quarantena.
Quindi scordiamoci di riaprire tutto nel giro di poche settimane, anche se sembra che si sia trovato un “antidoto” e che si aspetta di iniziare la sperimentazione sull'uomo a settembre, se poi gli esiti saranno confortanti, potrebbe essere disponibile per tutti all'inizio del 2021, quindi, anche se lo scenario è cambiato negli ultimi giorni, non si potrà riaprire tutto ancora per molti mesi.
Non c’è niente da fare, dobbiamo abituarci a un modo di vita diverso, andare in giro di meno, girare sempre con la mascherina, avere ristoranti con meno tavoli e più spazi tra i commensali, posti di lavoro poco affollati e molto più lavoro a distanza, potenziamento della rete internet e ospedaliera, non c’è niente da fare, dobbiamo studiare il domani e capire come possiamo immaginarlo in maniera diversa e meglio di prima, una ripartenza dove va modificato il sistema delle infrastrutture, dei trasporti e della mobilità, perché cambierà il nostro modo di muoverci.
Serve e va fatto un piano per gli spazi di grande concentrazione, le scuole, gli stadi, i cinema, i centri commerciali, le fiere, i mercati, l’aperitivo e anche le funzioni sacre, compreso la messa, i funerali e i matrimoni, perché non esisterà più il giorno in cui andremo tutti in piazza a festeggiare il capodanno, o a vedere un concerto, o alla sfilata dei carri, sarà difficile pure fare sciopero, la guerra non finita e non finirà con la fine dei contagi.

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