lunedì 16 maggio 2016

Posti da favola.


Al posto fisso alla Forestale, non ci arrivo immediatamente dopo i concorsi ai Ministeri, ma dopo un lungo e taravagliato percorso durato 14 anni, perchè io di domande di concorso nel Corpo ne ho fatte tre, addirittura una mentre svolgevo il servizio militare e comunque non sono entrato per raccomandazione, al di là di quanto si possa pensare.
La prima volta si trattò del concorso per maresciallo, ma non sono stato idoneo perchè alla data della presentazione della domanda, non avevo assolto (per intero) gli obblighi militari, la seconda invece per guardia non andò in porto perchè le domande erano di gran lunga inferiori ai posti ed infine la terza per agenti tecnici, che si è svolto dopo 11 anni dalla presentazione della domanda.
Io ho saputo per caso qualche giorno prima, che di li a poco ci sarebbero state le prove d'esami e a dimostrazione che non ero raccomandato nonostante tutto, mi sono classificato tra gli ultimi, venne assunto il primo terzo degli idonei e poi nel giro di qualche mese anche il secondo terzo, quelli rimasti invece non avevano più nessuna speranza, alla faccia della raccomandazione.
Dopo qualche anno, proprio nel vivo delle disquisizioni con mia moglie, che non voleva venire con me in Australia ed io onestamente non me la sentivo di lasciarla a Palermo ed aggiungere tra i miei amori anche una australiana, tutto ad un tratto come per miracolo si diede corso anche all'assunzione degli ultimi rimasti in graduatoria.
E così sono passato da "Ranger" dei boschi australiani a tecnico dei boschi siciliani, anche se a lavorare nel bosco non sono mai stato, però di posti da favola, di natura anche incontaminata ne ho visti e devo dirvi che oltre per lo stipendio fisso, devo essere grato all'amministrazione forestale per avermi fatto conoscere la Sicilia, in tutti i suoi aspetti migliori.
A pochi giorni dalla pensione, devo dirvi in tutta sincerità, che vado via senza nessun rimpianto, anzi quasi sollevato, la politica e l'avidità dell'essere umano hanno rovinato il lavoro più bello del mondo, quello di stare a contatto e vivere la natura, ma nella stessa misura devo dirvi che per tanti anni il mio lavoro è stato meraviglioso.
Mi pare chiaro che anche nell'ambito lavorativo di cose da raccontare ne ho, nei miei anni passati al servizio antincendi boschivi, ho girato la sicilia in lungo e in largo, potrei raccontarvi della riserva di Vendicari, dell'oasi di Pantalica, delle casette sul litorale di Marzameni, della spiaggia di Donnalucata o dei noccioleti e del Monte Cammarata.
Mi ricordo in particolare la mia prima missione di lavoro all'Isola di Salina, ricordo intanto di essere partito nel pomeriggio, perchè avevamo l'imbarco sul traghetto a Milazzo alle otto di sera, a Salina ci sono tornato poi altre volte e di giorno, è una bella traversata con tappe a Lipari, Vulcano e infine a Salina, in pratica un cono rovesciato.
Il primo porto quello di Lipari è praticamente sulla piazza del paese, tipo Piazza Italia a Trieste, Vulcano si presenta come un "resort", circondato a mare di tante pietruzze di pomice e una scia di lava che percorre il fianco del vulvano, giungendo fino in mare.
Salina è un vecchio vulcano spento, raccontarvi la meraviglia del posto, offenderebbe la vostra intelligenza, la prima volta sono andato in un periodo primaverile e visto la posizione geografica dell'isola, ho visto solo nebbia, freddo e nevischio.
Una delle altre volte invece è stato in estate, appena saliti sulla punta del vulcano, il mio collega si ricordò che ci eravamo dimenticati del materiale in paese e decise di tornare a prenderlo, a me non andava di tornare giù per poi risalire e inghiottirmi di nuovo tutta quella polvere e poi sapevo per certo che era una scusa per andare a telefonare all'amante e così sono rimasto li.
Il tempo c'era, chi sà quando lo avrei rivisto, così mi sono arrampicato sul cocuzzolo più alto e mi sono seduto, il sole mi riscaldava il cuore, la brezza mi mitigava il corpo e la vista mi riempiva l'anima, lo scenario che si presesntava ai miei occhi era un vero spettacolo, sembrava di stare al cinema all'aperto.
So di avere suscitato la vostra curiosità, ma credetemi, con tutta la dovizia di particolari e con tutto il trasporto che potrò mettere nel raccontarvelo, non riuscirete a provare neanche il dieci per cento, dell'emozione che si prova in quelle situazioni.
Spaziavo con lo sguardo da Milazzo a Capo d'Orlando, intravedendo Cefalù da una parte e il Monte Furci dall'altra.
Abbassando lo sguardo e vedevo l'Isolotto di Ginostra, Alicudi con in mezzo Filicudi e poi Lipari e San Pietro, se non mi date del blasfemo vi confido che quel giorno mi sono sentito Dio seduto in paradiso, vi starete chiedendo che tipo di lavoro svolgevo, mi occupavo della manutenzione dei ponti radio.
Per sfatare poi il mito che in Sicilia non c'è neve, vi racconto di un particolare giorno di lavoro, noi della forestale prima ancora che nascesse la protezione civile, era una nostra prerogativa e di fatto lo è ancora, una domenica all'ora di pranzo di ritorno da una mia partita di calcio, mi sono seduto a tavola per mangiare, quando ho ricevuto una telefonata dall'ufficio.
Era un mio collega che mi chiedeva di andare al più presto in ufficio, perchè il prefetto ci chiedeva di approntare il più velocemente possibile i mezzi di soccorso a nostra disposizione, per andare sulle montagne di Geraci Siculo, alla ricerca di tre persone disperse sulla neve.
Abbiamo caricato il "gatto delle nevi" sul camion e attrezzato un "iveco 4x4" con tutto quello che ci poteva servire e siamo partiti, nei pressi di Geraci nevicava e avevamo grandi difficoltà a tenere i mezzi sulla strada, sterzo e controsterzo, "pattinando" siamo arrivati in paese, dove ci ha accolto una tormenta di neve.
Nel frattempo si era fatto l'imbrunire, in mezzo a mille difficoltà abbiamo messo in marcia il "gatto" e ci siamo divisi in due squadre, una di base in paese e l'altra in perlustrazione, si vedeva a mezzo metro e ci si parlava all'orecchio, il tutto era ovattato, era la mia prima neve, attorno a mezzanotte abbiamo sospeso le ricerche e siamo tornati a casa.
Era passata l'una di notte quando sono arrivato a casa, ho mangiato qualcosa e sono andato a letto, la sveglia era prevista per le sei, per riunirci e tornare ad operare alla luce del giorno, saimo arrivati attorno alle otto, le persone del luogo ci hanno fatto trovare mezza pagnotta di paese, con la mortadella spessa un dito, "maritata" con la ricotta fresca, il tutto innaffiato da un bicchiere di vino rosso.
Ricaricate la batterie, sempre in mezzo alla bufera di neve, il "gatto" ha ripreso le ricerche, attorno alle undici è arrivata via radio la notizia che i tre erano stati trovati in un casolare, ospiti di un allevatore al calduccio a mangiare e bere.
Tutto e bene quel che finisce bene e l'ultimo chiuda la porta.

Nessun commento:

Posta un commento