venerdì 24 dicembre 2010

La disfatta di Aspra.

Nei libri di storia il 22 dicembre 2010, farà ricordato come la "disfida di Aspra", in un solo incontro abbiamo perso, l'imbattibilità dei gironi, la fine della serie positiva arrivata a 19 gare, e forse anche la migliore difesa dei gironi, in poche parole abbiamo perso, come l'ultima della classe, e quindi abbiamo perso male.

In questa partita sono emersi, tutti i limiti tattici e caratteriali, ma quello che più conta, questo non è più un gruppo, al di là di quello detto da Saitta e approvato, da alcuni con consenso, e altri in silenzio.
Non è un gruppo e sè vogliamo non lo era neanche lo scorso campionato, prova ne sia che 7/8 elementi hanno preferito andare via, quindi assottigliando sempre più gli elementi disposti a mettere davanti gli interessi della squadra, a quelli personali, questa è la definizione di gruppo, e non calza con il nostro.
E' stato il gruppo che lo scorso anno ha sostenuto lo stesso momento di difficoltà e portato la squadra ad uno spareggio, insperato, era il gruppo che camuffava tutte le carenze, adesso che siamo chiamati a dare il 200 %, per sopperire alle assenze di : Riccobono, Aliotta, Ragusa, La Mattina e Mistretta, c'è chi si impanica e chi ne approfitta per dare spallate e destabilizzare.

Certo non è il momento in cui tutti remano nella stessa direzione, e diventa ancora più difficile trovare l'equilibrio tattico perso, e non è un clima adatto per lavorare in prospettiva, è un vero peccato avere buttato tutto il lavoro di un anno e mezzo, per alcune stupide convinzioni e ambizioni.
Io e una parte (a questo punto non sò più quanto grande) della squadra, non abbiamo nessuna voglia di fermarci qui o di rompere il giocattolo, anche perchè, a come si dice, ci stiamo giocando noi con il giocattolo e quindi perchè dovremmo romperlo, anche perchè lo stiamo tenendo bene, poi nella vita può succedere che il "papà" lo toglie a un figlio per fare giocare un altro, e non è detto che quest'ultimo ci giochi male, un fatto è certo bisogna fare smettere i litigi.

Ora è inutile parlare oltre di questioni tecniche, a parte che non sò sè nè sono capace, e poi sè tutto si riduce ad una questione personale, il resto a che serve, parliamo invece di Auguri, tanti auguri al mio capitano che non era in pizzeria, e che è un grande uomo, un vero capitano, uno alla Pecoraro, un augurio a Gulizzi, Aliotta, e gli altri che non c'erano.

Un augurio agli ex di quest'anno: Talluto, Romano, Caruso, Ragusa e Bonsignore, e uno a quelli dello scorso anno; un augurio agli amici del C.U.S., e ai nostri avversari, lo sport è fatto per unire, io ho conosciuto con il calcio, tanta bella gente, da avversari siamo diventati amici, perchè nello sport esiste la sana rivalità, quella che ti fa riconoscere i meriti degli altri, e te li fa rispettare, questo è quello che in trentanni di onorata attività ho raccolto tra gli "sportivi", merito e rispetto, l'invidia è tutta un'altra cosa.

Ora torno ad augurare a tutti buone feste e felice anno nuovo, ve lo dice chi non ha più la mamma e sà che sono altre le cose a cui tenere, e per questo me ne fotto di fare per forza l'allenatore.



1 commento:

  1. Di solito, le sconfitte contengono un insegnamento.
    La nostra (la prima da mesi!!) sembra abbia invece prodotto solo rassegnamento (Tagliarella, lo so che si dice rassegnazione, ma mi son concesso una licenza poetica), e questa è la vera sconfitta.
    Che il nuovo anno possa donare ad ognuno di noi la forza e la determinazione giusta per rialzarsi e continuare a costruire qualcosa di importante. Il che non vuol dire vincere per forza il campionato (ricordiamoci che siamo una matricola,...anche se lo stiamo dimostrando!), bensì crescere come uomini e come sportivi. Trovando nuove energie proprio dalle sconfitte piuttusto che commiserandosi per ciò che sarebbe potuto essere e non è stato.
    Buon Natale mister Crisà (padrone di casa qui nel blog) e tanti auguri a tutti.
    E scusate se giovedi sera son dovuto scappare via di fretta.

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