L'attesissima partita Cesena-Palermo, finisce con un nulla di fatto, eppure i motivi dell'incontro erano tanti e vari, a cominciare dal fatto che si incontravano la prima e la quarta divise da 7 punti; i loro recenti trascorsi in serie A e i loro organici importanti, cosa che alla vigilia del campionato li davano autorevoli candidate alla promozione, lo scontro tra le due migliori difese del campionato e per finire i 3 ex tutti nel Cesena, Succi, Agliardi e Foschi.
Alla vigilia un grave lutto ha colpito i bianconeri, il decesso di Corrado Benedetti, ex calciatore del Cesena dal 1976 al 1980 e poi ancora nella stagione "82-83" e come allenatore dal 1993 al 1999, anche i rosa in settimana sono stati colpiti dalla scomparsa di Corrado Viciani, ex allenatore del Palermo dal 1973 a 1975, il famoso inventore del gioco corto, quello che oggi è il "tiki taka" di Guardiola e l'allenatore che nel 1974 portò il Palermo alla sua prima finale di coppa italia.
Per tornare alla partita, alla fine il Cesena avrebbe dovuto aggiudicarsela almeno ai punti, invece finisce 0 a 0, lasciando per certi versi tutto invariato in testa alla classifica, ma con una giornata in meno da giocare, il Palermo mantiene i 4 punti di vantaggio sull' Empoli seconda che ha pura pareggiato, 6 sulla terza che non è più l'Avellino ma il Lanciano, vincitore proprio a casa degli Irpini e sempre 7 punti sulle quarte, Cesena compreso.
Ma a Cesena tanta fatica, nei primi 10 minuti della gara, Sorrentino si è dovuto superare per ben due volte
sul difensore cesenate Volta e poi anche sulla punta Marilungo, appena il tempo di avere arginato la partenza sprint dei locali e il Palermo comincia a perdere i pezzi ad uno ad uno, prima Morganella deve uscire per uno scontro con Krajuc, sostituito dopo 22 minuti da Pisano e poi appena 12 minuti dopo, l'arbitro Melchiori per una decisione al quanto discutibile, mostra a Lazaar il secondo giallo per fallo su D' Alessandro, lasciando per quasi un ora di gioco i rosa in dieci.
sul difensore cesenate Volta e poi anche sulla punta Marilungo, appena il tempo di avere arginato la partenza sprint dei locali e il Palermo comincia a perdere i pezzi ad uno ad uno, prima Morganella deve uscire per uno scontro con Krajuc, sostituito dopo 22 minuti da Pisano e poi appena 12 minuti dopo, l'arbitro Melchiori per una decisione al quanto discutibile, mostra a Lazaar il secondo giallo per fallo su D' Alessandro, lasciando per quasi un ora di gioco i rosa in dieci.
Menomale che paradossalmente il Cesena, appena raggiunta la superiorità numerica si sgonfia, permettendo al Palermo addirittura di rendersi pericoloso nella seconda parte della gara, quando lo 0 a 0 è sembrato che volesse accontentare tutti e allora giusto per mettere un po di pepe alla partita, al 93° l'arbitro espelle in maniera forse molto severa un eccellente Maresca, che a quanto pare ha risolto tutti i suoi problemi di tenuta e di ambientamento.
All'ultimo secondo del recupero è Defrel che ha sul piede la palla della vittoria, ma la spreca calciando malissimo, il Cesena così si rassegna al risultato e per il Palermo un punto in casa della quarta e in dieci uomini è comunque un ottimo punto, che gli permette di alimentare il sogno, sogno di finale invece che per la primavera rosa, si infrange contro l'Anderlecht ai calci di rigore.
Arrivare in semifinale ed essere eliminati dai campioni in carica e per giunta ai rigori, per Bosi e i suoi ragazzi è sicuramente motivo d'orgoglio, dopo essere passati in svantaggio, i rosa nel secondo tempo attaccano a testa bassa, chiudendo gli avversari quasi in assedio e raggiungono ad un quarto d' ora dalla fine il pareggio su rigore con Malele.
Sarà proprio Malele a sbagliare il penalty decisivo e pensare che dopo il pareggio e con l'Anderlecht in 10, prima Bentivegna e poi ancora Malele, hanno avuto la palla della vittoria e che gli avrebbe evitato la lotteria dei rigori, consegnando al Palermo la finale con il Milan.
Arrivare in semifinale ed essere eliminati dai campioni in carica e per giunta ai rigori, per Bosi e i suoi ragazzi è sicuramente motivo d'orgoglio, dopo essere passati in svantaggio, i rosa nel secondo tempo attaccano a testa bassa, chiudendo gli avversari quasi in assedio e raggiungono ad un quarto d' ora dalla fine il pareggio su rigore con Malele.
Sarà proprio Malele a sbagliare il penalty decisivo e pensare che dopo il pareggio e con l'Anderlecht in 10, prima Bentivegna e poi ancora Malele, hanno avuto la palla della vittoria e che gli avrebbe evitato la lotteria dei rigori, consegnando al Palermo la finale con il Milan.
Foto tratte dal web.
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