giovedì 12 novembre 2020

Tornare a marzo per giocare solo il girone di andata

 

Sospesi i campionati provinciali, da domenica 14 ottobre la Roxius non ha più giocato, in un primo momento il Settore giovanile e scolastico della Figc, ha disposto la sospensione dal 31 ottobre al 24 novembre, la disputa delle gare dei campionati nazionali U.18, U.17, U.16 e U.15, riservati alle società di serie A e B; U.17, U.16 e U.15 riservati alle società di serie C; U.17 e U.15 femminili; U.14 Pro e U.13 Pro e tutta l’attività di base a livello provinciale, consentendo solamente gli allenamenti individuali a distanza di sicurezza.

Dopo una sola settimana di allenamento in condizioni disastrosi a causa delle limitazioni, la Roxius e altre società dilettantistiche (poche per la verità), al fine di evitare inutili contagi, ha deciso di sospendere tutti gli allenamenti in attesa di capire come si muove la curva dei contagi, una decisione sofferta e maturata a tutela della salute di tutti i tesserati.

I dirigenti delle società nonostante i sacrifici per adeguarsi alle disposizioni di sicurezza, davanti all’avanzare del virus hanno deciso di sospendere le attività, con la speranza di per poter riprendere quanto prima l’attività, poi con il successivo DPCM del 3 novembre, il termine dell’ordinanza è stato spostato al 3 dicembre 2020, data in cui se si dovessero abbassare notevolmente i contagi, anche se non riprenderanno i campionati, ci sarà quanto meno la ripresa delle attività, sempre con i soli allenamenti distanziati.

La speranza è quella di potere ripartire a gennaio con i tanti recuperi e poi il 7 febbraio riprendere la stagione regolare fino al termine del girone di andata, a quel punto salterebbe tutto il girone di ritorno e verrebbero disputati i playoff e i playout per decretare le promozioni e le retrocessioni, mentre ad oggi le disposizioni di legge sono le seguenti:

• Proseguire con l’eventuale svolgimento di allenamenti all’aperto, in forma individuale e nel rispetto delle norme di distanziamento e delle altre misure cautelari anche con la presenza di un allenatore/istruttore;
• Sospensione dell’attività agonistica sino al 3 dicembre 2020 così come da ultimo DPCM del 3/11/2020 che sostituisce quello del 24/10/2020;

• In attesa dell’evolversi della situazione e in virtù di eventuali ulteriori provvedimenti restrittivi, prevedere che il mese di dicembre possa eventualmente essere dedicato ad un periodo di allenamento per quelle società che hanno gare da recuperare;

• Mese di gennaio 2021 dedicato ai recuperi;

• Domenica 7 febbraio 2021 inizio attività con svolgimento dei Gironi con sole gare di andata e previsione di play off e play out. 

Dopo due settimane dalla sospensione e difronte alla curva dei contagi in crescendo, l’ipotesi più accreditata per la ripartenza dei dilettanti, è quella di tornare a marzo per giocare solo il girone di andata, sostanzialmente non cambia molto rispetto alla prima ipotesi, viene solo spostato l’inizio di qualche mese.

Una ripartenza a gennaio o febbraio per giocare regolarmente i campionati con andata e ritorno, costringerebbero a un considerevole numero di turni infrasettimanale, disputare solo l'andata e poi passare ai playoff e playout, appare la strada più accreditata.

Dall’ultimo Dpcm si registra lo stop agli allenamenti nelle zone rosse e arancioni, mentre nelle gialle sono chiusi gli spogliatoi, sul tavolo restano quattro scenari possibili: la ripartenza a fine gennaio (il 24 o il 31) mentre nelle tre domeniche precedenti si andrebbero a recuperare tutte le gare rinviate nelle prime tre giornate, ipotesi questa che appare irrealizzabile perché difficilmente le squadre potranno tornare ad allenarsi liberamente già a dicembre.

La seconda ipotesi è simile alla prima ma con una differenza, cioè ripartenza il 24 o il 31 gennaio con i recuperi fissati come infrasettimanali tra febbraio e marzo, soluzione che comporterebbe però un considerevole numero di partite al mercoledì per rimanere in linea con la fine dei campionati.

La terza ipotesi prevede una ripartenza a metà febbraio, anche questa soluzione comporta però delle problematiche in termini di tempo perché ripartendo così tardi si renderebbero necessari ben 14 turni infrasettimanali, una quantità mostruosa per il calcio dilettantistico, perché significherebbe giocare ogni tre giorni nei successivi tre mesi.

La quarta e ultima possibilità è quella che, ad oggi, risulta essere il più plausibile: ripartenza a fine febbraio o inizio marzo, disputa del solo girone di andata e poi il via ai playoff e playout nei mesi più caldi. Da un punto di vista “numerico” di partite da disputare questa risulterebbe essere la via più percorribile ma c’è da capire se le società, vorranno giocarsi le loro chance giocando solo un girone, cioè la metà delle partite.
La decisione comunque è stata rinviata a dopo il 4 dicembre (ammesso che già allora si possa decidere anche se in maniera provvisoria) quando scadrà l’ultimo Dpcm e si potranno avere le idee più chiare sulla situazione, sempre che nel frattempo non ne venga fuori un altro.

Nel frattempo, si sta parlando di dare il via alla nuova riforma, ovvero un contratto Inps per i dilettanti, con il nuovo decreto legislativo attuativo, anche i calciatori Dilettanti saranno iscritti all’Inps, una legge che era già in programma addirittura dal Governo Conte I, ma che dopo un incontro tra lo stesso premier e il ministro Spadafora è stato ulteriormente limato.

Un calciatore o un dirigente dilettante sono da considerare lavoratori sportivi, come riporta la legge, sono definiti lavoratori sportivi, “l’atleta, l’allenatore, l’istruttore, il direttore sportivo, il preparatore atletico e il direttore di gara che, senza alcuna distinzione di genere e indipendentemente dal settore professionistico o dilettantistico, esercita un’attività sportiva verso un corrispettivo al di fuori delle prestazioni amatoriali.”

Una grossa novità, visto che fino ad ora per gli sportivi del mondo dilettantistico era “esclusa ogni forma di lavoro, sia autonomo che subordinato”.

I dilettanti avranno dunque le stesse tutele dei professionisti, potendo beneficiare anche del fondo pensioni, l’attività di lavoro sportivo può costituire oggetto di un rapporto di lavoro subordinato, autonomo o occasionale.

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