lunedì 2 settembre 2019

L'umiltà

Oramai il mare è un ricordo lontano, sempre più sbiadito come le fotografie fatte su carta Kodac, quelle che si facevano negli anni "90", sono tornato alla triste e convulsa realtà, resa ancora più frenetica per le tante cose da fare e che si sono accumulate in questi giorni di assenza, passati tra Isola e Vernazza, tra Campofelice e Portofino.
Se proprio non me ne fossi accorto, che le vacanze erano finite ci ha pensato il mio ginocchio a farmele ricordare e domenica è stata anche la prima dal ritorno in veneto, una mezza messa l'avevamo ascoltata il giovedì partendo da Assisi e siccome le cose da fare erano tante, nella nostra prima domenica veneta la messa l'abbiamo vista in televisione.
Voi sapete che rispetto l'ideologia della chiesa, ma sapete anche il rapporto che ho con Dio, siamo rimasti d'accordo che quel giorno quando ci vedremo, faremo tutto un conto, perché mia suocera mi diceva sempre: "U signuri tu paa", quindi, o sarò io che gli e ne devo dare, oppure sarà lui che dare qualcosa a me. 
Ma lasciamo da parte i conto, il prete domenica nella sua omelia, ha fatto riferimento all'umiltà, diceva che quando uno è invitato, non deve mai farsi largo e piazzarsi davanti a tutti, l'invitato deve essere umile e mettersi sempre all'ultimo posto.
Parole sante, io a scuola mi mettevo sempre all'ultimo posto, perché il professore diceva sempre a mio padre; "Ma quando abbiamo l'onore di avere suo figlio a scuola", oh! questo mi sempre chiaramente un invito e siccome io sono sempre stato molto umile, quando andavo a scuola mi mettevo sempre all'ultimo banco, ora ho capito dall'omelia del prete, che a scuola mi sentivo sempre invitato. 

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