La storia e la letteratura sono pieni di viaggi e
imprese che spaziano da una parte all’altra del mondo, Edmondo De Amicis scrisse del viaggio di “Marco”, che per
questioni di salute andò da Genova a Buenos
Aires, quel famoso dagli Appennini alle Ande, mentre Alessandro Manzoni
nella sua “ il cinque maggio”, mise in risalto le battaglie e le imprese
dell'ex imperatore Napoleone Buonaparte, imprese che andarono come dice il
poeta, dalle Alpi alle Piramidi,
dal Manzanarre al Reno.
Anch’io
nel mio piccolo faccio parte della storia e della letteratura …. come quale
storia ? …. quelle che vi sto
raccontando come storia non vi basta ? …. e il libro che ho scritto ? …. quella
non è letteratura, per ora è solo letteratura italiana, poi magari chissà,
potrebbe anche diventare mondiale, non mettete limiti alla provvidenza, ai
posteri l’ardua sentenza.
“fu vera gloria ?” …. senza tanto sfottere, certo
che sarà vera gloria, voi non capite niente e scemo io che perdo il mio tempo con
voi …. comunque …. vi devo raccontare dei viaggi e quello vi deve interessare,
solo quello …. come quale viaggio, quello mio dall’Oreto al Brenta, da Palermo
a Tombolo, da lavoratore a pensionato.
Ora se la
finite di fracassare i cabbasisi, come dice il medico legale di Montalbano vado
avanti, quindi …. come diceva un vecchio proverbio, “si sa dove si nasce e non
si sa dove si muore”, io in verità devo dirvi che per il spirito di
viaggiatore, ho sempre immaginato che la mia vita potesse svolgere anche in un
altro posto lontano dalla mia Palermo.
Ricordo
che ancora prima di essere assunto nella forestale e “u pitittu mi faceva acitu”,
traduco e spiego, “la fame mi dava acidità di stomaco”, diciamo che era un
bruttissimo periodo economico della mia vita, solo economico però, perché non è
vero niente che i soldi non fanno la felicità, purtroppo servono e come e quando
una cosa serve e non ce l’hai, ti fa stare male.
Ci stai
male non per te, per gli altri a cui vuoi un mondo di bene e a cui non puoi
dare alcune volte neanche il minimo, quelle persone a cui tu devi garantire
un’esistenza dignitosa e per cui ti sei impegnato con il matrimonio e quando
hai deciso di metterli al mondo.
Ora sé ho
spostato la mia vita al di là dell’Arno, addirittura al di là del Po’, è
proprio per continuare a prendermi cura della donna che ho sposato, di dare
seguito a quanto ci siamo “promessi” all’altare, “avrai cura di lei per tutta
la vita, finché morte non ci separi”, ora no né che mi potevo fare separare dal
ministro Giannini, fosse stata almeno la Boschi ….
Vero è
che il prete ha detto “la moglie segue il marito”, ma ora con tutta questa
modernità le cose si sono invertite, non è scritto da nessuna parte, ma ora “il
marito segue la moglie”, pare addirittura che dopo il caso, Papa Francesco si
stia adoperando per fare cambiare la frase nel rito del matrimonio.
Come dici
? …. stavo parlando di non si sa dove si muore ? …. ti vedo troppo interessato
alla mia morte, intanto mi tocco e poi continuo, quindi dicevo che era un
brutto periodo, gli ultimi tempi passavo le giornate ad aspettare che il
telefono squillasse, giusto almeno per fare qualche riparazione e riuscire a
sbarcare il lunario, questo è italiano e non ve lo traduco.
Così
preso spesso dallo sconforto, supplicavo mia moglie di andarcene via, via lontano,
ma quale Milano o Torino, sé andavo via non sarebbe stato per fare l’operaio
(povero) all’Alfa Romeo, per vivere in una grigia e squallida capitale del
nord, volevo andare lontano, “rinascere” in un posto “selvaggio e
incontaminato” proprio come me, l’Australia.
Mia
moglie legatissima a sua madre e per certi versi anche a Palermo, mi prendeva
sempre tempo e così alla fine pur senza saperlo ha avuto ragione lei, ma io non
gli e lo dico ed ho continuato a vivere per altri venticinque anni a Palermo.
Una
decina d’anni fa invece, quando i miei figli hanno cominciato a lavorare e il
lavoro li ha portati un po’ qua e un po’ là, dissi a mia moglie tra il serio
(perché io avrei voluto farlo davvero) e il faceto (perché lei non l’avrebbe
fatto davvero), che appena mi sarei messo in pensione, me ne volevo andare a
vivere nella verde, fredda e ridente Svizzera.
A
proposito di viaggiare, non sono mai stato in Svizzera, …. è vero nemmeno in
Australia, ma ora la Svizzera è a due passi, vediamo che cosa si può fare, così,
quando sono io che voglio andarmene, cambiare vita, mia moglie sempre a dire di
no, quando lo ha deciso lei, presto fatto e a sessantadue anni suonati, ho
mollato tutto e sono andato via.
Sono
andato via però in maniera trionfale, in coincidenza del mio trasferimento in
veneto, mia figlia Ambra mi ha dato una delle gioie più grandi che può ricevere
un padre, quella di vedere i propri figli che si creano una loro famiglia,
quello di sapere che adesso sono grandi e possono badare a loro e ai propri
figli, poi se sei il padre della sposa è ancora meglio.
E’ stata
una grande festa, meravigliosa e resa ancora più bella dalla gente che vi ha
partecipato e dal posto incantevole, io sono stato attore protagonista ne: “Il
padre della sposa”, che come nelle tradizioni di noi Gattopardi, nobili di
sangue blu, di noi Leoni, sono arrivato in chiesa accanto ad una meravigliosa
sposa, su di un variopinto e tradizionale carretto siciliano.
Ho motivo
di credere, che in pochi, pochissimi forse, possono vantare una così sfarzosa
passeggiata tra un nugolo di persone ammirate, un modo e un’occasione
particolare per salutare Palermo e trasferirmi al nord, dove andrò a
ricostituire i trequarti della famiglia, perché oltre a mia moglie, lì, ci sarà
anche mia figlia.
…. E il
calcio ? bene grazie, ho già trovato squadra e mi appresto a sciorinare tutto
il mio scibile calcistico, per un allenatore che va via dal veneto (Guidolin in
Inghilterra), un allenatore che arriva in veneto, io dalla Sicilia, dico: un
trasferimento di quasi mille e ottocento chilometri, dovrebbe bastare come
viaggio, poi se volete vi racconto gli ottocento chilometri fatti in macchina.