lunedì 18 marzo 2019

Io, il Palermo e Mirri.

Un particolare curioso è quello che mi lega in un certo senso e per un breve periodo, al Palermo e a Mirri, il papà dei fratelli che stavano organizzando la cordata per salvare il Palermo.
Al Palermo mi lega la mia militanza giovanile negli allievi rosanero, a Mirri qualche anno dopo un brevissimo periodo di lavoro come disegnatore pubblicitario.
Ero appena tornato dal periodo di leva e un amico di mio padre mi aveva offerto di fare dell'apprendistato presso la sua agenzia di scuola guida e di disbrigo pratiche automobilistiche, proprio difronte alla vecchia sede della Damir pubblicità.
Io la mattina mi occupavo delle pratiche all'ACI, alla prefettura e alla motorizzazione e poi nel pomeriggio mi occupavo di dare lezioni di teoria di scuola guida, in quanto il mio diploma di "perito meccanico", era adatto per spiegare il funzionamento del motore a scoppio.
Trattandosi di apprendistato, guadagnavo pochino, anzi no facciamo pochissimo, così lui stesso mi raccomandò per fare due ore la sera dopo il lavoro, come disegnatore pubblicitario, visto che la mia specializzazione di perito meccanico, comprendeva anche quella di disegnatore, ma, meccanico.
Arrotondavo facendo un lavoro di cui non avevo nessuna attinenza, occorreva fantasia e velocità nel disegnare i cartelli, che poi sarebbero andati alla stampa e io non avevo ne l'una e nell'altra, così, non era soddisfatto Mirri, non ero soddisfatto io e il lavoro di disegnatore è durato pochissimo, se per questo è durato poco anche quello di "spiccia faccende", dopo alcuni mesi ho trovato un lavoro vero, anche questo pagato pochissimo, ma mi ha dato la possibilità di imparare un mestiere e in seguito mi ha permesso anche di mettere su famiglia.

martedì 12 marzo 2019

Ma vuoi mettere Venezia!?

Tra le cose di straordinaria normalità, è tornata la passeggiata a Venezia, niente di quotidiano, ma un modo come un altro per spezzare la monotonia degli ultimi tempi, con soli 11 euro e 50, ti regali un passeggiata tra le calle affollate di gente di ogni tipo, un riposante viaggio in treno di due ore tra andata e ritorno e un caffè al bar appena fuori dalla stazione, perché più avanti vai e più ti serve un mutuo.
Certo non è come passeggiare a Mondello, li i turisti sono di meno, ma ugualmente variegati, l'acqua è limpida e il profumo di iodio si mescola sapientemente con quello acre delle arancine, le variopinte barchette in legno, prendono il posto delle più sontuose e titolate gondole e il gelato si gusta a palettate e non a palline, ma vuoi mettere Venezia!
Camerieri in frak a piazza San Marco, che fanno da contraltare all'unto "panellaro", che con precisione e dovizia, sputa nell'olio bollente per capire scientificamente il momento esatto, in cui annegarvi le panelle, la sirenetta e il leone di San Marco, i piccioni lagunari e le carte sporche mondelliane, ma vuoi mettere Venezia!
Non è campanilismo ne nostalgia, Venezia può pure valere Mondello, per gusti e modi di essere, l'importante è sentirti ancora parte della gente e godere delle piccole cose che la bellezza semplice e genuina ti mette a disposizione. 

lunedì 11 marzo 2019

Momenti di straordinaria normalità.

Come tutte le marmotte, sto parlando di animali e non di Boy scout, dopo otto mesi mi sono svegliato dal letargo, in questo periodo non è successo niente di "straordinario", sono stato impegnatissimo a trovare un'altra casa più grande dove sono andato ad abitare e con il conseguente e tribolato trasloco.
Il trasloco in se stesso è stato faticoso ma niente di che, la tribolazione è arrivata dopo (e non è ancora finita) con l'arrivo della cucina e dei quattro fuochi difettati da cambiare, insomma, non ho ancora risolto il problema e nemmeno quello del box doccia da cambiare, ma almeno da qualche giorno, siamo tornati a quei momenti di straordinaria normalità, che mi hanno destato dal letargo.
Sono tornato a vita quasi normale e di questo volevo informare i miei pochi lettori, sono munito di uno spirito nuovo, ho, come diceva Paolo Conte, le balle ancora che mi girano, ma sarà per l'imminente arrivo della primavera, che mi è ripresa la voglia di scrivere e viaggiare.
Penso che adesso mi leggerete più spesso, tranne se non intervenga una forza esterna a modificare tale stato di quiete.