sabato 17 marzo 2018

Sette anni in Tibet

In realtà i prossimi sette anni non saranno in Tibet ma in Veneto, la corte presieduta da mia moglie mi ha condannato ad altri sette anni in Veneto, qui tutto sommato sto bene a parte il freddo che non mi permette di fare alcune cose, però mi annoio da morire.
Per una persona iperattiva come me, che era al centro dell'attenzione tutto il giorno, al lavoro la mattina e agli allenamenti il pomeriggio, doversi inventare cosa fare per riempire le giornate è dura, credevo che una volta qua avessi trovato da fare qualche cosa, al mattino qualcosa tipo in un ufficio, in un sindacato, cose del genere e poi di pomeriggio mi sarei dedicato agli allenamenti.
Invece niente di tutto questo, qua non permettono a nessuno di entrare nelle loro cose, specie se sei bravo e meridionale e se non fai un lavoro o se no alleni una squadra, fare amicizia diventa difficile, così tra palestra e camioncini di legno non mi resta che scrivere.
Ho già scritto di corsa un libro (il terzo) che sto portando in concorso e mentre lo stanno correggendo perchè devo fare bella figura, ho cominciato a scrivere il quarto libro che riprenderò a pubblicare a puntate. 
Intanto vi pubblico la presentazione e il resto a puntate e mi direte cosa ne pensate, questo è tutto un'altra cosa rispetto ai primi.
PRESENTAZIONE


Dicono che ogni uomo nutra tre grandi passioni nella sua vita, le mie sono le donne come tutti gli altri, il calcio come la stragrande maggioranza e i viaggi, realtà per molti e sogno per altri.

Come dicevo alla fine del “Un grande e breve amore”, farò percorrere al triste Giulio un viaggio per fuggire dall’amore, lungo le coste francesi, portoghese, spagnole ed italiane, inventandomi o scopiazzando delle storie, provando a legarle ai miei viaggi.
Credo che questo racconto sarà articolato in più libri, fino a quando non mi sarò stufato di scrivere e penso di partecipare ancora al concorso ogni anno, ammesso che le difficoltà non sia scoraggianti.
Dopo “Un grande e breve amore” spero vi piaccia pure questo.



Allora caro amico, oramai non mi aspetto più niente dalla vita e da nessuno, bisogna darsi forza e andare avanti, sorridere sempre se puoi, anche se dentro un vuoto immenso ti divora, devi continuare a vivere anche se la morte la porti sempre nel cuore.
Comunque come ti dicevo ho venduto tutto, raccolto quelle poche cose che mi sarebbero servite e me ne sono andato a San Sebastian dove mi aspettava la barca che avevo comprato, io non avevo nessun rudimento sulla navigazione e così un amico di Parigi mi aveva messo in contatto con Javier.
Lui era un pescatore ma si occupava di tutto, così oltre a spiegarmi un po' di cose sulla navigazione, si interessò per farmi avere la patente nautica, mi trovò un lavoro per non dissipare subito la riserva che avevo in banca e un posto dove dormire senza spendere troppo.
Appena ottenuta la patente, Javier mi ha fatto incontrare con Ula, una fotografa un po' avanti negli anni, magrissima, sportiva, elegante e per certi versi ancora piacente, doveva fare un servizio fotografico a Bordeaux, con delle tappe intermedie ed aveva bisogno di un accompagnatore-traduttore.
Tutto sommato non era un brutto lavoro, viaggiavo ed ero pagato pure bene, si trattava solo di rimandare l’inizio del mio viaggio per mare e così siamo andati a prendere le mie cose che avevo nella casetta dei

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pescatori e che mi aveva gentilmente messo a disposizione Javier e mi sono trasferito a casa da Ula.

Siamo arrivati in una villetta sulla collina, mi ha mostrato la stanza dove avrei dormito, il bagno e la cucina, io mi sono dato una bella ripulita, mentre lei ha preparato il pranzo a base di tapas.
Dopo avere pranzato mi ha spiegato un po' in che consisteva quello che dovevamo fare e si è seduta in veranda a leggere un libro, io seduto un po' più distante ho ingannato il tempo ammirando il paesaggio bellissimo, pensando sempre e solamente Fiorella.
Al tramonto Ula si è alzata ed è andata a preparare una gustosissima paella che abbiamo consumato alla frescura della veranda, sempre e rigorosamente senza parlare, non ci conoscevamo e anche lei come me sicuramente preferiva stare da sola con i suoi pensieri.
Siamo rimasti a guardare le stelle ed io dopo un po' ho deciso di andarmene a letto, gli ho augurato la buona notte e lei ha risposto senza guardarmi aggiungendo: “a domani” e l’ho lasciata immersa nei suoi pensieri.
L’indomani mi sono svegliato e sono sceso in cucina, Ula era già sveglia e aveva preparato la colazione, ci siamo seduti ancora in veranda a mangiare churros e porras fatti da lei, accompagnati da una tazza di cioccolata calda, una tipica prima colazione basca.
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