mercoledì 27 giugno 2018

Scusate dimenticavo


Siamo finiti prima sul divano, poi sui tappeti e infine sul letto, non so chi baciavo o chi toccavo, spesso le vedevo toccarsi e baciarsi, così ho realizzato quale era il loro indirizzo sessuale.
E’ stata un’esperienza particolare, una sensazione mai provata prima e comunque finita lì, abbiamo continuato a frequentarci nella stessa maniera di prima, continuando a bere birra e a ridere delle parole tradotte in italiano, che spesso, molto spesso avevano un riferimento a quel pomeriggio.
Dai andiamo a prendere l’attrezzatura e andiamo a pescare, è la prima volta e non vedo l’ora, nel frattempo ti preparo qualcosa da mangiare come promesso.
Madonna che vento che tira su questo pontile, infilare questi vermi nell’amo è molto pericoloso, si rischia veramente di ficcarseli nelle dita, ora attenzione, allontanati che effettuo il mio primo lancio con la canna.
Niente male è vero? Si certo tengo il filo sempre ben tirato, arrotolo ancora il mulinello, ma così non si pezza? Mi fido, no, non sento “mangiare”, dici che è meglio se mi siedo!? va bene, ma i tuoi “mangiano”?
Cosa farò adesso? Sono attratto da una nuova vita, che non è fare sesso con due donne, da un nuovo lavoro, grazie a Josè Luis ho mandato una e-mail alla Marina
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Militare Italiana, in cui chiedo come devo fare per diventare farista.
E’ un mestiere romantico, senza tempo e per pochi, io sono rimasto incantato quella volta a La Coruna da quella visione magica del mondo, esatto, adesso passo da navigatore solitario a sentinella dell’infinito, intanto ti faccio sapere che qui i pesci mordono, devo strattonare piano e avvolgere un po' di mulinello, ok.
Cos’è che mi spinge a fare una scelta del genere è presto detto, il senso di libertà, fuggire dalla vita, stare soli per pensare e ritrovare la pace perduta, io intanto qua avvolgo e tiro ma il pesce non abbocca, devo avere pazienza? Non ti garantisco nulla al riguardo.
Josè Luis mi diceva che da un recente sondaggio inglese, la più grande e trasgressiva fantasia erotica femminile, è fare l’amore in un faro con un uomo sposato.
Lo so! Io non sono inglese e non sono sposato, quindi queste cose a me non capiteranno, però andrò a lavorare e vivere in un faro e chi sa se poi magari non sarò io a fare l’amore con una donna sposata.
Comunque sono stato idoneo e ho frequentato un corso all’ufficio dei fari di La Spezia, si ma intanto io qui tiro e avvolgo, avvolgo e tiro, la lenza è arrivata, ma di pesce nemmeno l’ombra, la lancio di nuovo, stavolta è andata più lontana vedi che sto imparando.
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Questo corso serviva a conoscere tutte le apparecchiature per il funzionamento dei fari, non servivano competenze specifiche, bastava avere una certa attitudine a vivere a contatto con il mare, a vivere isolati e la capacità di guidare piccole imbarcazioni, in tutto questo io sono un maestro, con la pesca invece sono una frana.
Il lavoro in pratica consiste nel controllare nelle ore serali la corretta accensione e in caso di anomalie, bisogna avvertire le autorità marittime.
Si! Ma qua io intanto tiro, avvolgo, tiro e avvolgo, ma un pesce non si vede, ti dico subito che la pesca non è uno sport che mi piacerà, senti continua da solo che io mi fumo una sigaretta e mi faccio una birra prima che diventa calda.
Quanto lavoro? In pratica sarebbero trentasei ore settimanali, dal lunedì al sabato, la domenica? Non lo so, lo stipendio non è una favola, sono circa mille e trecento euro al mese, ma alloggio, luce e gas sono compresi.
Certo che ho deciso, farò il guardiano del faro, sono qui in attesa di prendere servizio al faro del porto di Lido, si esatto proprio quello della diga nord di punta Sabbioni.
Ma no che non è un lavoraccio, al giorno d’oggi con tutta questa tecnologia è come bere un bicchiere di
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vino, è tutto automatizzato, anche se resta comunque un lavoro romantico e dal fascino letterario.
Ancora? Certo che sono sicuro, ma poi chi te l’ha detto che sarò solo … come con chi? con una donna, chi è questa donna? Non è Fiorella, magari! è Paula, non te ne ho parlato fin qui, perché volevo raccontarti tutto in rigoroso ordine cronologico.
Si! È lei la donna sposata con cui farò l’amore nel faro, senti Marco fai una cosa, posiziona anche la mia canna e vieni a mangiare quello che ti ho preparto, che nel frattempo ne parliamo.
Eccoti qua, ho portato: una cheesecake al tonno e frittata di riso, manda giù e dimmi che te ne pare, adesso sei convinto che in cucina me la cavo abbastanza bene? E so fare di meglio ma in barca sai com’è …..
Si! Paula è d’accordo, sapessi, in passato ci sono state diverse donne che hanno fatto questo lavoro, no lei no, il guardiano sono io, facciamo intanto un bel brindisi con quest’ottimo prosecco delle mie parti e dopo ti racconto.
Dopo le feste il mio accordo con il ristorante era scaduto, ho rimesso in acqua la barca, ma gennaio non è il periodo migliore per navigare, anche se io lo facevo per lo più sotto costa.
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Approfittavo dei momenti di bonaccia e mi spostavo piano piano, Imperia, Savona, Genova e infine La Spezia, per frequentare il corso e Paula? ora arriva, calma.
Ho ormeggiato la barca e sono andato all’ufficio dei fari, da li a una quindicina di giorni avrei potuto partecipare al corso e mi sono fermato.
Ero a La Spezia da qualche giorno, giusto il tempo di dare uno sguardo alla città e capire se c’era la possibilità di lavorare mentre facevo il corso, quando ho ricevuto una telefonata.
E’ stata una cosa strana perché io non ricevevo quasi mai telefonate al cellulare quando ero a Parigi, figuriamoci adesso, in cuor mio ho subito sperato si trattasse di Fiorella, guardo ed era un numero senza nome.
Ho pensato che all’ufficio dei fari forse, avevano deciso di cominciare prima il corso e così ho risposto, aspetta ma non mi hai ancora detto che te ne pare di quello che ti ho preparato? Ti piace!
Mi fa piacere che ti piaccia, adesso ti sei convinto che in cucina me la cavo davvero, appunto torniamo alla telefonata, al mio “pronto” senza neanche dirmi chi era, una voce di donna urlava e piangeva, si era Paula, ma io non l’avevo capito, l’ho capito dopo.
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Che voleva? Sempre piangendo mi diceva che la sua esistenza di moglie era diventata un inferno, con Francis è vero non c’erano state mai grandi emozioni, ma non si sarebbe mai aspettata questo da lui.
A quel punto ho capito che era Paula, ancora adesso non ricordo in che occasione gli ho dato il mio numero, ma era lei e in modo sempre più accorato mi diceva che avevano due figli insieme e non si rendeva conto come mai aveva potuto tradirla con Simona.
Simona era la loro vicina di casa, si, va bene! ma che significa che anche lei però lo aveva tradito con me, a quanto pare stavano insieme da un bel po' e non è la stessa cosa e poi è più giovane di Paula di una quindicina d’anni e questo alle donne rode un sacco e quindi era questo il motivo dell’insoddisfazione tra di loro.
Ho approfittato di un suo momento di silenzio e gli ho detto: Paula sei tu? E lei adirata mi ha risposto: si! mi hai già dimenticato? Perché io non l’ho fatto.
Gli ho spiegato un po' che non mi aspettavo questa telefonata, l’ho rassicurata come sempre in questi casi e lei ha aggiunto: ti ho chiamato perché ho bisogno di parlarne con qualcuno, io fra tre giorni vado a Vienna con i fedeli della mia chiesa, tu dove sei?
Gli ho detto che ero a La Spezia e che non avevo problemi ad andare da lei a Vienna, così abbiamo
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fissato un giorno, io appena arrivato l’ho chiamata e ci siamo incontrati.
Ci siamo visti nel primo pomeriggio alla stazione centrale di Vienna, sono sceso dal treno e stavo avviando verso il punto dove avevamo appuntamento, quando mi sono accorto che Paula mi veniva incontro quasi correndo.
Ci siamo abbracciati, lei era felice quasi come sollevata, mi ha chiesto se avevo fatto buon viaggio e siccome aveva il pomeriggio libero, siamo andati a piedi al Castello del Belvedere.
Appena fuori dalla stazione gli ho chiesto subito cosa
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era successo di tanto grave e di dirmi tutto, se potevo aiutarla la avrei fatto con piacere.
Mi ha detto che quando ha raccontato al marito che, un pomeriggio rientrando a casa, lo aveva visto per strada abbracciato a baciarsi con Simona, dopo il previsto putiferio lui gli ha detto che quei grandi batticuori per Paula non li provava più da tempo, ora nella sua vita c’era Simona e che lei se voleva poteva anche andarsene.
Che fece? È andata a riflette da una amica per qualche giorno, poi ha saputo di questa gita con la chiesa e l’ha preso a pretesto per allontanarsi da suo marito e per vedermi, ma quale per vendicarsi.
Mi ha chiesto palesemente di potere venire a vivere con me, ed io!? Mi ha preso alla sprovvista, no è che ne sono innamoratissimo, c’è sempre Fiorella di mezzo, però Paula mi fa un certo effetto, ma no sessualmente come credi tu.
Non lo so, mi dà tranquillità, sicurezza, con lei sto bene, è come se veramente ci conoscessimo da chissà quanto tempo, come se fossimo cresciuti insieme da bambini, come una sorella, il solito, una sorella con cui vado a letto, di certo non è l’amore che provo per Fiorella, ecco!
Come è finita? Con gli occhi bassi mi ha detto che in tutto questo tempo mi aveva pensato, non riusciva a dimenticarmi, mi ha sfiorato la mano facendomi provare un brivido inaspettato e poi ha aggiunto che si
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era innamorata di me.
Mi disse ancora che forse era stato il destino, prima ci ha fatto incontrare e poi gli ha fatto scoprire la tresca di suo marito e poi che aveva bisogno di me.
Ed io? Ancora? Io sul destino ho la mia teoria, il destino non esiste, siamo noi che c’è lo creiamo con le nostre scelte, scelte che si annodano con quelle degli altri e quando le cose non vanno come vorremmo, diciamo che è il destino.
Così mentre mi parlava due lacrimoni le segnarono il viso ed io lì ho capito che Paula mi stava tanto a cuore, l’ho abbracciata e accarezzato i capelli, Paula alzò la testa e ci siamo baciati con la passione di due amanti che si sono ritrovati.
Sai che c’è!? Che è successo quello che non avrei mai messo in conto, pensavo che non mi sarei mai più potuto innamorare di un’altra persona che non fosse Fiorella e invece …..
Forse non è quell’amore, ma io voglio molto bene a Paula, con lei sto benissimo, forse è l’amore di due amici che dividono insieme le loro solitudini e vanno a letto come dici tu e allora?
Senti hai pronunciato la parola magica, letto, raccogliamo tutto che mi è venuto sonno, domani devo avvicinare agli uffici per avere notizie sul faro e poi ci vediamo al bar.
Cos’è successo? L’ho presa sottobraccio e in silenzio ci siamo incamminati verso il castello, in un silenzio che
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sapeva di gioia e complicità, lei ogni tanto mi guardava e con gli occhi lucidi mi sorrideva e appoggiava la testa sulla mia spalla.
Senza neanche rendersene conto la nostra passeggiata romantica ci portò davanti alla maestosa scalinata, occhi negli occhi tenendo le mie mani sulle sue braccia gli ho detto: Paula sei sicura di volere vivere da nomade solitaria con me?
I suoi occhi si riempirono di lacrime, mentre sorridendo e singhiozzando ha scandito un deciso si, un lungo bacio sancì la scelta e siamo tornati indietro alla stazione.
La sera stessa ho ripreso il treno e sono tornato a La Spezia, io ho frequentato il corso e lei si è sistemata le sue cose in Spagna per venire a vivere con me.
Ora sono stanco davvero e vado a dormire, domani dopo che ho incontrato le persone per la questione del faro, quando torno ti racconto il resto.

LA MATTINA DOPO

Ciao Marco mi aspettavi? Io in capitaneria tutto a posto, in questi giorni mi consegnano il faro, ma quale
cerimonia d’insediamento, piuttosto ho un certo languore, mi andrebbe un bel panino con il tonno, Tu?
Ok, mangio da solo, ma un goccio di birra la dividiamo?
Con Paula? Ci sentivamo di tanto in tanto, io ho trovato lavoro in un ristorante, ma solo per i fine settimana, mangiavo e dormivo in barca, Paula è andata a vivere da sua sorella e aspetta che mi assegnino il faro.
Si! Una volta è venuta a trovarmi per un paio di giorni,
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Adesso per il resto ci vediamo a settembre


ero quasi a fine corso e una che non ho lavorato l’ho portata a cena da Gaetano, il ristorante dove stavo lavorando, sai, volevo fare bella figura, del resto era la prima volta che uscivamo da fidanzati.
A proposito, ricordo una sera che si presentarono due amici per la cena, avevano la prenotazione per venti ed arrivarono in anticipo di una mezzoretta.
Entrano e si trovano difronte a Gaetano il titolare, che di norma non è un tipo molto accogliente, no! era un Relais & Chateaux con stella Michelin segnalato in tutte le guide, le foto in giro per i siti, no non era malaccio.
I due clienti chiedono il tavolo ammettendo di essere in anticipo e scherzosamente gli dicono che per loro non è un problema, anche due sedie sarebbero andate bene per l’attesa.
Lui si è un po' incavolato e li accompagna nel terrazzo esterno dove solitamente si serviva la cena in estate, in cucina eravamo già a lavoro, ma i camerieri erano seduti sui divani a fumare e a navigare su internet.
Questa cosa e il fatto che gli avrebbero poi servito la cena fuori, ha subito creato un certo attrito, il tempo era buono, ma era sempre i primi di marzo, non ho capito il perché, pur essendo in anticipo sono voluti entrare lo stesso e a Gaetano questo è andato di traverso.
Così in combutta con i camerieri che hanno dovuto anticipare il turno, arrivarono i menù senza il prezzo

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delle pietanze, i due si guardano stupiti e fanno una bella ramanzina al cameriere.
Quello si scusa e gli porta i menù con i prezzi, ordinano e da lì parte una lunga attesa dei piatti, mentre nel frattempo cominciavano ad arrivare gli altri clienti, tutti sistemati rigorosamente in sala.
I due clienti all’esterno, venivano nel frattempo infastiditi da zanzare, falene, vespe e altri insetti provenienti dalla campagna limitrofa alla veranda.
Alle portate non c’era nulla da dire, sempre abbondanti e molto coreografiche, i sapori delicati e ben equilibrati, i vini sono della propria cantina e molto apprezzabili, solo che ……
Veramente è l’unico difetto del ristorante e con l’atmosfera che si era creata …. No, no! Il vino è buono, Giovanni il sommelier è un romantico della vecchia scuola di sommelier.
Nei ristoranti con le stelle Michelin, le bottiglie vengono lasciate sul tavolo, oppure sistemate in un cestello li
accanto, Giovanni le apre lontano dalla vista dei clienti e le tiene sotto controllo nel suo angolo.
Nessuno serve più il vino in questo modo, è una pratica antiquata, da Gaetano si pratica ancora per mancanza di spazio, fatti il conto che i tavolini per due, sono una dietro l’altro e a fianco al muro.
I tavoli per quattro sono al centro e sono talmente piccoli, che l’acqua e il vino non ci stanno e i camerieri per versarli sono costretti a fare manovre ridicole e fastidiose, in inverno la superfice è esigua e i disagi sono tanti, chi lo sa non ci fa caso, ma quei due e con quella situazione, hanno pensato alla fregatura.

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Come sempre in ogni servizio, Gaetano si è presentato al tavolo e ha chiesto se tutto fosse andato bene, attirandosi le ire dei due clienti, che ci sono andati giù pesanti.
Ma Gaetano non era il tipo che le mandava a dire e così via alla levata di scudi: Il ristorante apre al pubblico alle 20,00 per motivi organizzativi dello staff, voi avete insistito e vi ho accolto in terrazza dove si poteva già servire la cena, il personale era ancora in pausa e erroneamente ha portato un menù senza prezzo …..
E continuando: Il mio dubbio è che voi signori, non foste disposti a trascorrere una serata piacevole, di solito sono una persona molto disponibile, ma fatico con i clienti che vengono per sentenziare, sul prestigio e le gratificazioni che continuiamo a ricevere.
Spero di riavervi qua un’altra volta, ma con un altro spirito.
Eh cosa hanno fatto? Hanno pagato e zitti e muti e con la coda tra le gambe sono andati via.
Paula quando arriva? arriva appena mi sistemo al faro,
quando prenderò servizio la chiamo e cominceremo una nuova vita insieme, si! Ho un di paura anche se non vedo l’ora, sono stato con tante donne, ma con nessuna ho vissuto insieme.
Questo un po' mi preoccupa, mi mette a disaggio, però in lei vedo il calore della casa, la passione della madre,
il punto di riferimento necessario per un uomo, è forte, è dolce …. ed è pure bella.
Come faccio a sapere queste cose? In quelle poche volte che siamo stati insieme, in lei ho rivisto mia madre, Fiorella? resterà il mio sogno proibito, uno dei tanti che l’uomo nella sua vita non riesce a coronare.
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Si che sono sicuro Marco, amo Paula, sono due modi di amore diversi e non so spiegartelo, adesso vado in barca a fare un riposino, ci vediamo nel pomeriggio.
NEL POMERIGGIO
Ciao Marco sempre qui al bar? Certo che lo so che per il momento la pesca è ferma, era un modo così per rompere il ghiaccio, prendiamo un bel caffè, mi fumo una bella sigaretta e mi faccio una bella passeggiata, tu mi accompagni è vero?
Questo caffè come al solito non è gran che, ma è sempre meglio di quello che faccio io in barca, vuoi sapere il resto vero? si ma dove eravamo arrivati?
Ah! Si, quando ho finito il corso, ho chiamato Paula per informarla che ripartivo in attesa della comunicazione dell’assegnazione del faro, gli ho detto che non mi andava di aspettare da sua sorella e poi volevo continuare il mio viaggio.
Gli ho pure detto che se il mare mi aiutava avevo intenzione di fermarmi ad Ostia e passare qualche giorno a Roma per vedere il Vaticano e gli ho chiesto di raggiungermi.
A San Xusto Paula dava una mano nella sartoria della sorella e non aveva tanti vincoli, così accettò senza esitazione di incontrarci, sapeva di Roxane e Lucie e di tutto il resto, così ti metti il cuore in pace, soddisfatto?
Dopo una navigazione sufficientemente buona sono arrivato ad Ostia, in pratica Ostia moderna è la parte del paese in riva al mare, pieno di turisti e di vita
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mondana e poi c’è Ostia antica con il suo centro storico.
Ostia antica è un piccolissimo borgo appena al di fuori degli scavi, un posto davvero pittoresco, dominato dall’imponente e rassicurante Castello di Giulio II, è per questo che mi sono fermato ad Ostia e non a Fiumicino.
Da lì sono andato a Roma, è una città che conosco abbastanza bene per esserci stato più volte per lavoro, ma mai con una donna, questa volta invece ero insieme a Paula e con i suoi due figli.
Si! Con i suoi due figli, la separazione era diventata ufficiale, i figli erano rimasti con il padre visto che avevamo deciso di vivere in Italia e in precarietà.
Lei ha voluto portarli per farci conoscere, sono stati da subito affettuosi con me e non ti nascondo che la cosa mi ha emozionato tanto, ho vissuto per tanto tempo da solo e adesso ho l’amore di Paula e l’affetto dei suoi figli.
Si, l’hanno presa bene, hanno capito che la loro mamma adesso era felice e poi a loro dire gli ero simpatico, dicevano che la mamma era stata fortunata.
Non aspettarti i dettagli personali di questo viaggio, é stata un’esperienza molto personale e abbiamo condiviso una bella vacanza insieme ai suoi figli.
Siamo stati all’Hotel Augustea, due camere doppie per due notti, per visitare una città come Roma e con i
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ragazzi, serviva un posto ben collegato con i mezzi pubblici e l’Hotel Augustea lo era.
Vista la presenza dei figli di Paula, ho contattato l’Associazione "Amici di Roma", che organizza visite guidate della città anche per piccoli gruppi, famiglia con bambini e ragazzi.
Abbiamo visitato i Fori Imperiali e il Colosseo, per quanto riguardava il mangiare, a Roma abbiamo scelto posti abbastanza caratteristici e un po' fuori dagli schemi.
Dar Filettaro a Santa Barbara in Campo dei Fiori, una vecchia osteria romana dove servono quasi esclusivamente filetti di baccalà fritti, molto buoni, fai conto che fuori si fa la coda per mangiare.
Se sei a Roma, non puoi non vedere la Città del Vaticano, a prescindere dai sentimenti religiosi di Paula, perché il sagrato della Basilica di San Pietro, ed i Musei Vaticani sono un’esperienza che ti riempie e ti rimane per sempre.
Ti assicuro che le sensazioni quando si entra per la prima volta in Vaticano, da via della Conciliazione per arrivare al colonnato del Bernini, direttamente in piazza San Pietro difronte alla Basilica, sono indescrivibili.
Questo già basterebbe a ripagarti il viaggio, la Basilica
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all’interno è un crescendo di emozioni e La Pietà di Michelangelo poi ….
I Musei Vaticani andrebbero visitati a più riprese perché in un solo giorno è praticamente impossibile e poi devi ancora entrare nella Cappella Sistina, ti assicuro, non sto esagerando.
La sera siamo andati a mangiare in una pizzeria dalle parti di via Genova, buono il servizio e buona la pizza, alla romana naturalmente, ma anche qua è meglio prenotare.
Il giorno dopo ho accompagnato la mia nuova “famiglia” alla stazione per prendere il trenino che li portava all’aeroporto e sono tornato ad Ostia per continuare il mio giro.
No! I ragazzi non sarebbero venuti a vivere con noi, loro sono restati con il padre, li hanno la loro vita, i loro amici, loro non devono espiare nessuna colpa, non possono vivere in un faro.
Lasciata Ostia e in attesa della chiamata per andare in servizio al faro, continuando il mio giro ho deciso di fermarmi ad Ischia e devo dire che mi ha sorpreso molto, sinceramente non me l’aspettavo così deliziosa, l’isola è piccola ma se ci vai portati la macchina.
Io te la consiglio se vuoi visitare l’isola in tranquillità, le strade sono strette e bisogna fare attenzione, ma ci
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sono un sacco di parcheggi a pagamento, io che la macchina non ce l’avevo e non volevo ripetere un altro cammino di Compostela, ho approfittato del servizio degli autobus.
A fine marzo quando ci sono stato io, puoi girare tranquillamente perché non c’è il pienone turistico, Ischia è divisa in tanti comuni ed ogni comune è diverso dall’altro, sia per le spiagge che per i parchi termali.
L’isola è piccola, avrà un’estensione di una quarantina di chilometri quadrati, ma è ricca di tante cose carine da vedere, a cominciare dai comuni che sono delle vere bomboniere, chiese, torri, vicoli e stradine che si diramano dalla piazza principale, dove c’è sempre una bellissima chiesa.
Io ogni sera facevo una passeggiata tra i vicoli e poi un’altra cosa che ti consiglio è la Baia di Sorgeto, ci si arriva percorrendo strade molte strette e poi ci sono da scendere a piedi circa 300 scalini, una fatica che non ti dico, non tanto quando scendi, ma quando devi risalire, però ne vale la pena.
Volendo si può raggiungere anche dal mare, è incastonata tra due promontori e l’insenatura offre allo sguardo, uno spettacolo di rara bellezza, immersa com’è in quello scenario naturale.
In mare vi sono punti dove l’acqua è molto calda, un
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vero e proprio bagno termale all’aperto e per giunta gratis, il bagno a Sorgeto è unico, perché l’acqua del mare si confonde con l’acqua termale, creando una miscela che rigenera il corpo e la mente e puoi tranquillamente riposare nelle piccole pozze.
Le spiagge sono fatte di rocce, scogli e ciottoli, non c’è il classico arenile e gli scogli sono bollenti, in alcuni punti l’acqua addirittura bolliva, era calda ma non ustionante, in certi punti della baia per quanto era calda l’acqua, si potevano bollire uova e patate, sul serio! qualcuno lo faceva.
Belli anche i giardini La Mortella, con piante spettacolari di diversi paesi del mondo, sentieri, viali, scalette e vedute spettacolari, fontane, piscine e una voliera con i pappagallini tutti colorati e la sala Thai, che è un padiglione di meditazione thailandese, circondato da fiori di loto.
Certo che ho mangiato e ho mangiato pure abbastanza bene, sono stato alla Tinaia e al Pizzicotto, entrambi al centro storico ed ho pure pagato una sciocchezza, da Zelluso invece c’è una fantastica cucina casereccia e prezzi tutto sommato onesti.
In questo ristorante ho conosciuto Franco, un calabrese di Briatico che mi ha raccontato del suo paese e dei dintorni con una enfasi tale, che mi ha messo addosso una curiosità morbosa, tanto che ho deciso che sarebbe stata la mia prossima tappa.
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Berano è uno dei comuni dell’isola e li la spiaggia è l’unica con l’arenile sabbioso, lungo circa un paio di chilometri.
Ad Ischia porto ci si può perdere tra i negozi di ogni genere, mentre a Ischia ponte che è il centro storico, spicca il castello Aragonese, a cui si accede tramite un ascensore.
Giunti sulla sommità della rocca, si possono visitare: chiese, conventi, terrazzi panoramici, le fucilerie e la piazza d’armi, naturalmente molti di questi “gioielli” sono tutti resti, ma ne vale la pena visitarli, specialmente i terrazzi panoramici, sono spettacolari.
Parto da Ischia in direzione Briatico, con una sosta per dormire a Sapri, si! con Paula oramai ci sentivamo tutti i giorni, ti immagini in questo periodo ho fatto e ricevuto telefonate al cellulare, tante quante ne ho ricevute …. da quando esiste il cellulare ….. ecco bravo in tutti questi anni.
Franco aveva ragione da vendere, a cominciare dall’ottima pasticceria del suo paese, dove ho fatto una bellissima colazione e con Andrea il gestore, ho pianificato una specie di minicrociera, per visitare le isole Eolie e la costa calabra fino a Capo Vaticano.
Adesso vado in barca a mangiare e prima di andare a letto chiamo Paula, io domani sono ancora qua, devo aspettare ancora una settimana, tu ci sei? Bene
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giovedì 21 giugno 2018

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Non ci speravo più e così non ho perso tempo, ho accettato il lavoro al volo senza pensarci un istante, si trattava di lasciare la barca per quattro mesi, ma almeno avrei rimesso su le mie finanze.
Questa opportunità me l’ha offerta lo chef in persona de “La trattoria Sporting-Monaco”, ci conoscevamo già dai tempi di Parigi e sapendo della mia passione per la cucina, mi ha voluto dare una chance.
Un bel gesto, ma nei mesi successivi avrei dovuto gestire ed affrontare una prova impegnativa, non è semplice prendere la decisione di abbandonare il mare di punto in bianco, per una cosa che richiede tanto sacrificio.
In navigazione mi hanno fatto compagnia tante sensazioni mentre mi avvicinavo alla Costa Azzurra, una terra veramente bellissima, uno scorcio di mare tra i più suggestivi.
Più mi avvicinavo e più uno scalpitio di emozioni mi travolgeva, una condizione che non so descriverti, ero tornato di nuovo in Francia, dalla Francia alla Francia praticamente, ma adesso ero un'altra persona.
Per i primi giorni ho vissuto in barca, poi in vista dell’inverno e anche perché avevo trovato una casa, ho tirato la barca in secco, beh, vissuto! Andavo a casa solo per dormire.
Avevo trovato un alloggio in collina nell’entro terra quasi, difronte a queste villette a schiera dove abitavo, c’era un grande parcheggio che si affacciava su Montecarlo e lì c’era parcheggiato stabilmente un camper.

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Una sera di settembre di uno dei miei giorni liberi, ho deciso di dividere con quel ragazzo che abitava nel camper, uno dei momenti più belli delle ore che avevo libere, la gioia di bere una birra e fumare una sigaretta.
La serata era dominata da una brezza frizzantina che saliva dal mare, il ragazzo stava seduto chino in una

 
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sedia pieghevole, le gambe larghe, le mani incrociate e le braccia poggiate sulle ginocchia.
Quando ero a pochi passi da lui alzò la testa e mi guardò distratto, non mi sono neanche presentato, gli ho porto il bicchiere e gli ho versato da bere, lui mi ha fatto segno di accomodarmi su di uno sgabello lì vicino e ha mandato giù quel bicchiere di birra.
Gli ho allungato una sigaretta e l’abbiamo accesa insieme, dopo un paio di tiri gli ho chiesto il nome e l’età, poi dopo una breve pausa la domanda più imbarazzante: sei sposato?
Si era separato da circa un anno, aveva due figli, una splendida bimba di nove anni e un bel maschietto vivace di sette e vivevano anche loro a Montecarlo con la madre.
Si erano separati con la scusa più ipocrita che l’essere umano può inventarsi, incompatibilità di carattere, questa era la motivazione che gli aveva dato dopo avere letto alcuni messaggi equivoci di una collega.
Alla base come sempre c’è una grave crisi economica in famiglia a causa di un lungo periodo di cassa integrazione, il messaggio è stato la scusa per lanciargli fuori dalla finestra gli oggetti personali e cambiare il giorno dopo la serratura.
Così si è dovuto trovare una casa alternativa, dapprima ha alloggiato dai suoi genitori dormendo sul divano, fin che qualcuno non gli hanno regalato un vecchio camper.
Una casa in pratica dove potere portare i figli due fine settimana al mese, una separazione giudiziale che lo
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ha costretto a sottostare alle pretese della moglie, che diversamente non gli avrebbe fatto vedere più i figli.
Era terrorizzato all’idea di perdere il rapporto con i figli, metà di quanto guadagnava lo doveva versare alla moglie e gli rimaneva pochissimo per mantenersi in vita ed essere decente quando si incontrava con loro.
Per vivere faceva lavori in nero, imbiancatura, piccole riparazioni, dog sitter, lavapiatti eccetera, ma quello che lo mandava più in bestia era il fatto di vedere i figli vestiti sempre da straccioni.
Aveva la sensazione che la moglie stesse frequentando un altro uomo, un uomo che dormiva e mangiava a casa sua a scapito dei suoi figli, io non ho figli, ma mi sono rivisto tanto in questo ragazzo.
Montecarlo è anche questo, non è solo lustrini e pagliette, tutte le sere che avevo il giorno libero, dividevamo le nostre solitudini e le nostre amarezze, la sera quando rientravo dal ristorante, gli portavo da mangiare, evitandogli di finire alla mensa della Caritas.
Ora scusami ma sono stanco, questa storia mi rende nervoso, ho bisogno di tornarmene in barca e stare un po' da solo, metterò qualcosa sotto denti, fumerò un pacchetto di sigarette e quando sarò sfinito dalla rabbia andrò a dormire, buona notte, a domani.
L’ALBA DI UN ALTRO GIORNO
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Buon giorno Marco, non fai colazione? Ti stai preparando per andare a pescare? Certo che mi va di venire, dammi il tempo di finire la colazione e andiamo.
Perfetto fatto dove si va? Bene compriamo i vermi, andiamo a prendere le attrezzature e prepariamo le parature, ma ti ricordo che in fatto di pesca sono asciutto come un chiodo, mi guidi tu!? Ok comandante e nel frattempo vuoi sentire il resto della mia storia, sarà fatto.
Ah vuoi che comincio già adesso mentre andiamo? Va bene, dall’alto da dove abitavo, si intravedeva il suggestivo porto di Montecarlo, con attraccate barche che erano vere e proprie ville galleggianti.
Il paesaggio sembrava un enorme plastico, dove spiccavano il mitico casinò e la Casa Ranieri, sai, si può girare a piedi e in un solo giorno, non servono guide o altro.
Nella villetta dove abitavo c’erano altri tre appartamenti oltre al mio, al piano terra c’erano due appartamenti occupati da due italiani, accanto al mio al primo piano due ragazze francesi, con cui ho istaurato fin da subito un buon rapporto.
Non è come pensi tu, pensa a comprare i vermi piuttosto, io ti aspetto fuori, nel frattempo mi fumo una sigaretta.
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Fatto? Andiamo a preparare le parature? Allora se vuoi che continuo a raccontarti, non saltare subito a conclusioni o ad insinuazioni, si! ci sono stato a letto ma fammi arrivare ai fatti.
Non sono un “Adone”, il mio vantaggio con i due italiani che abitavano al piano di sotto, era dato dal fatto che conoscevo bene il francese e l’italiano.
Questo mi ha aiutato a creare una certa complicità con le francesi, che si divertivano ad imparare qualche frase in italiano …. si erano fidanzate tra loro, ma mi lasci continuare?
Il ristorante si affaccia sugli splendidi giardini del Jimmy’z e offre una vista imperdibile sul mediterraneo, il menù “esplora” la cucina italiana e in particolare quella ligure e toscana.
Si compone di un ricco buffet di antipasti e un vasto assortimento di pasta fresca e secca, dai ravioli ai carciofi agli gnocchi con le zucchine, per finire con le linguine alle vongole.
I dolci spaziano dalla panna cotta con caramello al cioccolato ai frutti di bosco, dal tiramisù alla cassata siciliana, poi in un angolo c’e il carretto dei gelati e i sorbetti, sorretto da una bicicletta vecchio stile, con la tipica ghiacciaia rossa contenente mille gusti.
La carta dei vini è veramente raffinata e il tutto
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racchiuso in una cornice davvero originale, la mia mansione? Ero commis di cucina, aiuto cuoco in sostanza, addetto agli antipasti e ai primi.
Ero nella cucina a vista e questa era una posizione vantaggiosa, data la posizione esposta alla vista dei clienti, i cazziatoni dello chef erano più moderati.
Certo che avevamo le divise, dovevamo essere rigorosamente tutti uguali, si! Quelle me le hanno fornito loro, io però ho dovuto acquistare gli utensili da lavoro, ognuno di noi doveva avere i propri attrezzi.
Intanto compriamo dei panini e andiamo a preparare l’attrezzatura per pescare, poi se mi va stasera ti cucino qualcosa.
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I quattro mesi a Montecarlo sono stati intensi sotto tutti i punti di vista, sia come ritmi di lavoro che come orari e ci sono state delle giornate molto stressanti.
Per uno come me fare il commis era molto difficile, non puoi dare una tua opinione, vieni richiamato sempre per qualsiasi cosa, il lavoro di cuoco è fatica e sacrificio, orari duri e periodi difficili, ora ci arrivo alle ragazze.
Con i membri dello staff si è instaurato fin da subito un rapporto di collaborazione e di rispetto reciproco, erano una decina di francesi e altrettanti italiani, tutto sommato è andata meglio di quanto pensassi.
Il panino e la birra mi hanno messo sonno, mi distendo un poco su queste reti qui all’angolo e quando mi sveglio ti racconto una cosa, no no, quando mi sveglio.
Madonna non mi hai fatto dormire, capisco che non stai nella pelle e che queste cose ti attizzano, ma dammi il tempo, mi sono appena svegliato, andiamo a prendere un caffè e per strada comincio a raccontarti.
Allora, Roxane e Lucie erano due trentenni più o meno della stessa età, mi pare Roxane avesse trentaquattro anni e Lucie quattro in meno.
Erano molto carine e per niente timide o impacciate, belle, sensuali, sempre ben vestite e ben truccate, ci siamo conosciuti con la solita scusa del sale, no! Sono state loro a chiederlo a me e abbiamo legato subito.
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Ma dai! C’erano venti anni di differenza, figurati se ci pensavo minimamente, si! Erano delle donne dalla personalità travolgente e non posso negarti che ne sono rimasto subito affascinato.
Roxane era divorziata da tre anni, la smetti con le insinuazioni e mi fai finire, da due anni viveva insieme con Lucie, si esatto, stavano insieme ma non completamente …. come? Come sarebbe a dire in che senso non completamente?
Erano amiche ma non erano fidanzate, si lo so che ti avevo detto che lo erano, facciamo così ordina due caffè che ti aspetto a quel tavolo in fondo.
Allora, se mi fai finire di raccontare capisci tutto, ma smetti di fare domande e tanto per cominciare gustiamoci questo caffè in santa pace.
Questo caffè ci voleva, anche se non è dei migliori, quindi, quando ero in casa e lo erano anche loro, passavamo qualche ora da me, loro portavano le birre e poi mi chiedevano di tradurgli in italiano alcune parole in francese.
Stavano distanti, non si sfioravano, non si ammiccavano e non mi consideravano, va bene! ridevamo di gusto ad ogni parola, da quella curiosa a quella piccante, ma non mi hanno mai “provocato”.
Frequentandoci è nata un’amicizia piena di complicità,
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doppi sensi, ma non immaginavo che potesse finire poi in modo piacevole.
Tutto è successo un pomeriggio che ero a casa nel mio giorno libero, loro erano fuori assieme e sono state sorprese da un violentissimo temporale, hanno bussato alla mia porta e si sono rifugiate a casa mia.
Hanno cominciato a togliersi i vestiti bagnati per asciugarsi, perché a casa mia non me lo so spiegare neanche adesso, però non sono entrate con l’intenzione di sedurmi.
Roxane forse era un po' eccitata dalla pioggia, ma tutto è scattato quando vedendole svestite mi sono lasciato andare a complimenti e apprezzamenti.
Roxane a quel punto si è liberata del reggiseno e con quel petto meraviglioso in bella mostra mi si è avvicinata, invitandomi a toccarglielo.
A quel punto anche Lucie si liberò dell’indumento e si avvicinò anche lei, è stato un attimo, non ho avuto il tempo di pensare o di capire e la mia mano stava già sfiorando il seno di Roxane.
Lucie senza bisogno che gli e lo chiedessi ha cominciato a baciarmi, certo che gli piacevano gli uomini e io ho avuto modo di accertarmene personalmente, gli piacevano eccome, ma non gli piacevano solo quelli.
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