giovedì 3 marzo 2016

Il marmittone.

Fin qui vi ho parlato di calcio, di scuola, di ragazze, d'estate, di Favignana, di fame e di Terrasini, adesso vi racconterò del servizio militare, intanto, forse a causa dei due anni persi a scuola, che mi hanno costretto a chiedere due rinvii, o forse per via dell'intenzione di iscrivermi all'università (no ne avevo nessuna voglia, volevo lavorare) e di essere studente fuori sede, (per l'occasione ero residente a Castellammare del Golfo), o chi sa per quale altro motivo ma sono partito in ritardo a 21 anni.
Sono partito il 9 di dicembre, veramente dovevo partire il 5, ma siccome mi ero fidanzato ufficialmente da qualche mese, proprio perchè  dovevo partire militare, mio padre con le sue conoscenze, riuscì a farmi partire 4 giorni dopo per Casale Monferrato in provincia di Alessandria.
Era la stessa caserma, dove vent'anni prima mio padre aveva fatto anche lui il C.A.R. e siccome Casale si trovava ad una ottantina di chilometri da Torino, invece di andare direttamente in caserma, con il treno sono andato direttamente a Torino a salutare mia nonna e i miei zii, tanto dovevo presentarmi in caserma l'undici dicembre.
Mio zio Paolo appena sono arrivato mi disse: ma no che ti porto domani in caserma, il 13 c'è santa Lucia, la nonna fa le arancine, il risotto alla milanese, ti porto a Casale il 14 mattina, ed io: ma zio mi mettono in punizione e lui: non ti preoccupare non ti fanno niente e così è stato.
Ci siamo presentati il 14 mattino e a giustificazione del ritardo mio zio gli disse che il cambio d'aria, dal sud al nord, mi aveva fatto venire la febbre, mi trovavo dagli zii, che non se la sono sentita di accompagnarmi in caserma con la febbre alta.
Non credo se la fossero mai bevuta, del resto erano abituati ai soldati che si inventavano scuse incredibili, sentivo comunque attorno a me, un clima leggermente ostile, ma chi se ne fregava. 
Era già il 15 e il maresciallo aveva chiesto di formare due gruppi, uno di chi voleva andare in licenza a Natale e l'altro di chi voleva andare a Capo d'anno, quelli che preferivano il Natale erano pochi, così d'ufficio (oramai mi ero giocato la facoltà di scelta) mi mandarono in licenza il 22 dicembre.
Dopo 8 giorni di militare ero già in licenza, al rientro sarebbero partiti quelli che avevano scelto capo d'anno e invece mio padre mi fece dare, sempre tramite conoscenze, altri 5 giorni di malattia e così sono rientrato il 3 gennaio, con i marescialli che mi guardavano in cagnesco, ma stavolta cominciavo a fregarmene di meno.
Le giornate passavano come tutti, marce ed esercitazioni sulla neve, piantone nelle camerate, li almeno si stava al calduccio, code interminabili per il rancio, al freddo e sopra la neve, libera uscita per le strade di Casale e prove di tiro.
A proposito di sparare, siamo andati un giorno a lanciare le granate e un'altra volta a sparare con il fucile garand, un pezzo da museo dell'ultima guerra, ti davano un caricatore con 6 colpi, messi in riga per 10 uno accanto all'altro e al via, dovevi buttarti per terra in una postazione già preparata e sparare ad una sagoma ad una certa distanza.
Appena scaricato il caricatore, ci si alzava e venivano contati i centri, io ero il quinto e così .... il primo 4; il secondo 4; il terzo 5; il quarto 3, io zero.....il maresciallo mi guardò stringendo i denti e pensando non tanto velatamente: il solito meridionale buono a nulla solo bravo a marcare visita, a me non interessava più di tanto cosa pensava lui, ma mi rodeva avere fatto la figura dell'impedito davanti a gli altri.
Eppure ricordavo perfettamente di avere preso la sagoma più volte, continuiamo il conteggio .... il sesto 12, il maresciallo mi riguarda ed io con aria sprezzante e un ghigno beffardo, mi gustavo la mia rivincita.
Tra lettere e telefonate, è arrivata la fine del mese e con lei il giorno del giuramento, dalla sicilia con furore, noto film di Franco e Ciccio come consuetudine arrivarono: mia madre e mio padre con mio fratello Marcello che ha avuto la febbre per tutto il tempo che è stato a Torino, i miei suoceri e la mia fidanzata, a fine del giuramento ho avuto un 36 (ore di licenza) e con loro sono stato dagli zii, abbiamo visitato Superga, bevuto e mangiato gustando la deliziosa cucina della nonna e poi sono tornato in caserma, per essere trasferito a destinazione, a Brescia.
Appena arrivato mi hanno aggregato al corso di pilota carro che era già iniziato, vi immaginate, qualche anno prima avevo fatto il corso di pilota d'aero ed ero stato scartato per una leggera forma di otite alle visite mediche ed ora dovevo pilotare un altro trabiccolo ma terrestre.
Il corso era iniziato e quindi dovevo aspettare la conclusione, (20 giorni) poi una stacco di altri 20 giorni e infine 30/35 giorni di corso e solo allora avrei potuto avere la licenza.
La cosa non mi andava giù per niente, così mi sono messo a rapporto dal tenente e gli ho chiesto se potevo andare in licenza prima di cominciare il corso, lui mi trovò simpatico, un tipo tosto mi disse e mi mandò in licenza, aggiungendo: quando torni ti fai il corso di pilota, poi quello di furiere, appena finito quello di caporale e infine quello di tavolettista, diciamo ca mi cunzò u capizzo, tradotto, mi ha sistemato per le feste, ma intanto me ne sono andato in licenza.
Erano i primi di febbraio, in meno di due mesi avevo avuto due licenze, un 36 e avevo marcato visita 3 volte, se non vi dispiace, come sempre, avevo capito tutto della vita, per non dire che ad ogni corso avevo una licenza, in pratica una al mese, durante i corsi non facevo servizi, guardie e così via.
Quindi sono andato da caporale in fureria e da capo furiere, in verità il vero comandante della batteria ero io, andavo in licenza tutti i mesi e tutti imesi in 48 a Torino dagli zii.
Uscivo il venerdì pomeriggio per la libera uscita, prendevo il treno e la sera tardi cenavo già a Torino, poi la domenica dopo cena prendevo il treno e alle 3 di notte mi ritiravo in caserma, sempre una volta al mese avevo un 36, che utilizzavo per visitare la zona limitrofa di Brescia.
E' stato un anno di viaggiare e spesso erano viaggi lunghissimi e da cani, ma dei miei viaggi possibilmente, scriverò in un altro libro.
Mi sono congedato ugualmente il 6 dicembre di un anno dopo, avrei dovuto allungare di quei famosi 4 giorni di ritardo, ma l'intercessione di un sergente palermitano, mi permise di tornare a casa come tutti gli altri, per la festa dell'immacolata.
Quindi non ho fatto in pratica un anno di militare, ma 11 mesi e 26 giorni e non ci crederete, ma quei quattro giorni li sto scontando 40 anni dopo, in occasione della pensione e vi spiego.
Il servizio militare una volta riscattato, diventa servizio effettivo prestato ai fini pensionistici, ebbene, raggiungerò i 35 anni di servizio il 2 novembre 2016, 34 anni e 4 giorni di servizio, più 11 mesi e 26 giorni di servizio militare, se non mi fossi fermato a Torino per il risotto alla milanese, sarei andato in pensione il 30 ottobre 2016, ma è valsa sicuramente la pena, barattare 4 giorni di pensione con gli arancini di nonna Flora.

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