venerdì 18 marzo 2016

A proposito di DNA.

Se la passione per la cioccolata, è nata e si è sviluppata con l'abitudine del "cacao mattutino", per festeggiare onomastici e compleanni, l'amore spasmodico per i dolci è una questione di DNA.
Per quello che mi hanno raccontato, la "dinastia" dei Crisà a Palermo, è relativamente giovane, mi hanno detto che è arrivata dal messinese nei primi anni del 1800, con i nonni di mio nonno in pratica, se tutto questo fosse veramente confermato, io posso dire di avere avuto la fortuna, di avere conosciuto la nuora di questi miei antenati, la bisnonna Mariannina, diminutivo di Maria Anna o Marianna forse, da cui è partito tutto.
Io avrò avuto 6/7 anni e mi ricordo di questa vecchietta piccola, piccolissima come erano le donne di allora, magra tutta ossa e pelle, con migliaia di rughe che gli solcavano la faccia, su cui campeggiava un fascio di capelli bianchi tirati all'indietro, raccolti in una lunga coda che si avvolgeva su se stessa, creando un nido di capelli, sapientemente modellato e trattenuto dalle forcine (il tuppo).
Non so quanti anni avesse, forse 60/65, anche se allora sembrava dimostrarne 90 (non erano le belle nonne dei giorni nostri), la sua figura agile e snella, era resa ancora più esile, per l'eterno abito nero che indossava e dallo scialle anch'esso nero che l'avvolgeva, in estate e in inverno, era sempre vestita così, non ricordo mai di averla vista diversamente.
Voi vi chiederete come mai, sia in estate che inverno portasse sempre quello scialle nero, niente di più semplice, nero perchè le donne di allora, almeno quelle siciliane portavano il lutto per i parenti più prossimi per 10 anni, quindi, non avevano il tempo di smetterlo che nel frattempo venivano colpite da un altro lutto.
Poi, anche se passano i 10 anni, allora si era così poveri, che non potendo comprare altri vestiti, si continuavano a portare sempre gli stessi, non più per il lutto ma per una "scelta necessaria" e dopo tutto il nero era elegante e snelliva, visto che le donne di allora già a 20 anni avevano 2/3 figli e pesavano già 80 chili, si diceva donne formose.
Questo per quanto riguarda il colore nero, il perchè dello scialle anche in estate, ci porta invece ad un discorso molto importante, proprio quello di cui vi accennavo prima, il famoso DNA di casa Crisà, ovvero il codice genetico che detiene le informazioni genetiche ed ereditarie del nostro albero genealogico.
I nostri nucleotidi, sono costituiti come per tutti da tre componenti fondamentali: un gruppo fosfato, il deossiribosio (zucchero pentoso) e una base azotata, da noi, lo zucchero pentoso è presente in dosi massicce, così elevate, che ci ha permesso nei secoli, di tramandarci il piacere ossessivo per i dolci.
Ridete pure ma è così e vi dirò di più, è pure "malatia chi misca", è contagioso insomma, siamo riusciti a portare il contagio pure in veneto, Leonardo ne sa qualcosa, comunque, non divaghiamo, la nonna Mariannina portava lo scialle anche in estate, perchè sotto vi nascondeva "l' ammuogghiu", il sacchetto pieno di dolciumi, "pupatelli" per l'appunto, una specie di saporelli per intenderci.
Li nascondeva perchè noi siamo fatti così, discreti in ogni cosa che facciamo, la verità è che non voleva si sapesse che mangiava dolci tutto il giorno, per lei erano come le sigarette, ogni tanto ne "accendeva" uno, così quando arrivava a casa, non aveva fame e non gli andava di cucinare, mandando i suoi 7 o 8 figli al "capo" (quartiere di Palermo), a mangiare la mafalda con le panelle.
Di episodi che testimoniano, questa particolare dote genetica ne posso citare un sacco, mi limiterò a soli tre casi in sequenza generazionale.
Primo: a casa mia i dolci erano presenti nella stessa misura del pane e della pasta, quando raramente ne restavano, la notte c'era un caotico via vai dal frigorifero, protagonisti mio padre e mio fratello Marcello, fino ad esaurimento delle scorte.
Secondo: neanch'io sono da meno, io ho il record di assunzione di cassata davanti ad un film di Hitchcock, 3 chili mangiati tutti in un'unica soluzione (quella sera in un ora e mezzo di film), senza battere ciglio.
Terzo: tutte le mattine, non in Africa quella è un altra cosa, tutte le mattine mio fratello Marcello, accompagna a scuola suo figlio Giovannino e si fermano dal fornaio per comprare la colazione, tutti gli altri bambini comprano la treccina, il cornetto, qualcuno si spinge fino al calzone, lui Giovannino invece prende una vaschetta di ricotta, quella per riempire i cannoli, questo è DNA, non c'è niente da fare.

1 commento:

  1. Bravo Salvo!infatti uno dei miei dolci preferiti e la cassata perché ha la ricotta e cioccolato fondente...

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