mercoledì 16 settembre 2015

La gita a Favignana.

Agosto 1989, da quando è arrivata la mia secondo genita, pur continuando a non navigare nell'oro, la voglia di viaggiare che soffocavo a stento dentro di me, mi "acchiappava" sempre di più, il Natale del 1987 mi ero bruciato tutta la tredicesima, per andare a Torino dalla sorella di mio padre, stavolta avevo deciso di andare a Favignana, che non è Montecarlo, ma che per i poveracci come ero io allora, era un meta da sogno.
Ogni estate quella stessa sorella di mio padre, mandava in villeggiatura da mia madre i suoi due figli, che finita la scuola non aveva a chi lasciarli, stavolta era arrivata sola la piccola Rossana e avevo deciso di portarla con me in questa gita, insieme ad una delle mie cognate più piccole.
A mia moglie piace tanto la compagnia, così parlando con le mie e le sue sorelle già sposate, abbiamo organizzato questa "carovana", i problemi sono sorti quasi subito, non riuscivamo a trovare una data confacente per tutti, si rimandava un po per uno e un po per l'altro, le mie ferie stavano finendo ed io mi rodevo dentro.
Per non parlare di cosa dovevamo portarci da mangiare, io fabbro ferraio povero optavo per la "mappetella" alla palermitana, teglia di pasta al forno, cotolette impanate con l'uovo, panini, coca cola e pesce belle fresche, conservate con il beveraggio, dentro la borsa frigo da campeggio.
Gli altri che se la passavano molto meglio di me, volevano andare al ristorante, quelli invece che se la passavano un po meglio di me, volevano comprare da mangiare sul posto, ha vinto questa teoria e anche se a Favignana avremmo speso il doppio, pur di andarci in compagnia, amen.
Finalmente arriva il giorno designato, alla vigilia ci siamo messi d' accordo sugli ultimi dettagli, con la raccomandazione di non partire tardi, perchè bisognava andare fino a Trapani, dovevamo imbarcare, dovevamo andare a trovare la spiaggia, partire tardi significava starci poco e non sarebbe valsa neppure la pena, farsi tutta questa strada.
L'appuntamento era a casa mia, visto che ero l'ultimo in direzione per andare verso Trapani, alle 8 era sembrato troppo presto, alle 9 era sembrato giusto, siamo partiti alle 10 e mezza, non vi dico la mia incazzatura, primo perchè sono uno puntuale, poi perchè mi piace fare le cose con calma e infine perchè sapevo che avremmo speso un sacco di soldi, per stare poco e magari non trovare neanche posto in spiaggia.
Per strada sbollivo la mia rabbia, ascoltando Lucio Battisti e ricordando periodicamente a mia moglie, che la prossima volta saremmo andati in giro da soli e se lei da sola non si divertiva, andavo solo io, il viaggio fino a Trapani fu costellato da continue interruzioni, perchè ci perdevamo sempre qualcuno, alla fine attorno alle 12 e un quarto, siamo arrivati al porto per imbarcarci.
Io volevo prendere l'aliscafo che partiva alle 12 e 30 e arrivava all'una, gli altri cinque invece hanno scelto di imbarcare la macchina e partire quindi con il traghetto e così sia, imbarchiamo le auto e partiamo all'una per arrivare e sbarcare alle due, la prima cosa che abbiamo fatto e cercare un negozio aperto per comprare da mangiare, per evitare di restare digiuni e già erano le 2 e mezzo.
Ora bisognava trovare una spiaggia, meno male che ce ne era sola una, ma abbiamo sbagliato 3 o 4 volte la strada, con le mie budella che si attorcigliavano sempre di più, anche per la fame, finalmente la spiaggia, finalmente il bagno ed erano già le 3 e mezzo, la fame aveva oramai raggiunto dimensioni bibliche, ma non potevamo mangiare, perchè non potevamo aspettare la digestione per fare un altro bagno.
Alle 4 e mezzo siamo andati via, alla ricerca di un posto dove mangiare, che fosse vicino all'imbarco e così siamo andati in una vecchia cava abbandonata vicino al porto, forse sarebbe stato più giusto dire, in un aeroporto dismesso, perchè le api che si posavano sul mangiare era grandi almeno quanto un drone, le api e il fatto che dovevamo imbarcarci alle 5 e mezza, siamo scappati via mangiandoci addosso.
Il ritorno è stato più spedito, anche perchè appena sbarcati ognuno ha fatto strada per i fatti suoi, la prima tappa è stata Terrasini da mia madre, li abbiamo lasciato mia cugina e siamo stati informati, che il padre di un mio cognato, malato da tempo era morto, così verso le otto siamo arrivati a casa di mia suocera, abbiamo lasciato mia cognata e i miei figli e dopo una cena veloce, abbiamo concluso la giornata con una veglia funebre.
Non ditemi come era l'acqua perchè no ne ho capito niente, tra i nervi e la frenesia non sono riuscito a gustarmela, quelli partiti con l'aliscafo, sono partiti prima di noi e sono ritornati dopo di noi e non vi dico quanto mi è costata questa grande avventura, se la mente non mi inganna e non mi inganna, non sono più uscito con quella "carovana" e non sono più andato a Favignana, per un certo tempo la voglia di andare in giro mi era passata, poi mia figlia me la fatta tornare.

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