Tutte le volte che vado in spiaggia a Isola per fare il bagno, la mia memoria spesso si sofferma su un motivetto degli anni 60 di Edoardo Vianello, che faceva: "per quest'anno non cambiare, stessa spiaggia, stesso mare" e si! come dice mio nipote Giulio, perché oramai da più di vent'anni, da quando sono sposato e vivo a Cardillo (località periferica di Palermo) a limitare con Sferracavallo a mare, la mia spiaggia di riferimento è quella di Isola delle femmine.
Non si chiama Sferracavallo a mare, ma detta così sembra essere in un posto da vip e a proposito di vip, vi volevo raccontare dei vit, very, important, totucci, il totuccio è un dinosauro, esiste fin dall'era preistorica, si chiamava totucciosauro rex e si è tramandato fino ai giorni nostri.
Una domenica di queste, trascorse a casa in vacanza, mi trovavo al mare sulla poca curata spiaggia libera di Isola, li il mare è stupendo, limpido, fresco e quasi mai agitato, le ombre dei numerosi e variopinti ombrelloni, si accorciava man mano che passava il tempo e il sole si alzava sempre più in alto.
La spiaggia era on-line, per chi non ha studiato ad oxford traduco: china fina a mucca, sarà mancata una mezz'oretta a mezzogiorno, quando sul marciapiedi in cima alla scaletta che porta in spiaggia, compare un tondeggiante e attrezzato totuccio, munito di ogni confort e seguito da uno stuolo di apprendisti totucci.
Lo sguardo potente come un'aquila, individua un metro quadrato di arenile tra gli ombrelloni, si trova sul bagnasciuga e lui spezzante nella sua canottiera unta, senza dare nessun segnale di turbamento, si avventa sull'ultimo pezzo di spiaggia, veramente libera rimasta, come Attila al suo passare, calpesta tutti i teli mare e spesso anche il suo occupante, inondando con le sue infradito tutto e tutti, pasta al forno compreso.
Arriva e come Hillary sul monte Everest, pianta il suo ombrellone e vi piazza sotto la sua poltroncina, gli occupanti il territorio circostante si stringono, spostano le loro cose e in quel momento gli apprendisti totucci al seguito, segnano il territorio piazzando altri 6/7 ombrelloni, ognuno con la sua comoda poltroncina pieghevole sotto.
Le donne tirano fuori dalle loro buste di plastica, dei copri divani che applicano sapientemente all'ombrellone, mentre gli uomini vanno a caccia di sassi, per rendere più stabile la struttura, sassi che lasceranno sul posto una volta andati via, a testimonianza insieme alla "monnezza" del loro passaggio.
La madre di tutti i totucci, come per magia tira fuori miriadi di birre ghiacciate e distribuisce a tutti, panini con panelle e crocchè ammataffati (intraducibile) e poi si rivolge al più piccolo dei titucci, quello che per quanto pesa si è incastrato nella poltroncina pieghevole ed è già al terzo panino: mancia picca curò, ca ora c'è l'acqua e gin, che non è una famosa bevanda fatta da tre parti di acqua e una di gin, ma la ben più nota ginnastica in acqua, conosciuta da tutti come acquagym.
Sono passati gli anni, non c'è più la seicento multipla, non c'è più la lira e la democrazia cristiana, ma il totuccio è sempre li, imperturbabile e immarcescibile.