Era un bel po' di tempo che
non scrivevo, non l’ho fatto perché magari non c’erano molte cose che valessero
la pena raccontare e poi diciamocelo chiaramente, pensionato a chi? Mi alzo
tutte le mattine alle 6 e mezzo con mia moglie, faccio colazione e mi metto al
computer per sbrigarmi la posta che mi arriva, mi leggo il giornale sportivo
on-line, scrivo qualche opinione sportiva per una testata on-line per cui
scrivo, guardo biglietti aerei ed itinerari di viaggio, a volte scrivo qualche
ricetta e si fanno già le otto.
Mi accorgo che è quell’ora
perché entra di fretta mia moglie nella stanzetta per salutarmi, mi dà un bacio
e io come nella pubblicità della coop mentre va via gli dico “bis” e lei si
incazza e torna indietro, ho fatto il mio primo dispetto quotidiano e già mi
sento meglio.
Quello è il segnale che
devo spegnere tutto e andarmi a lavare, ma non sempre è così perché magari mi
trattengo ancora un po' per finire qualcosa, insomma sistemo qualcosa in camera
da letto, barba, doccia e indosso la tuta arancio che avevo in dotazione
antincendio della forestale e giù nel box per dargli una sistemata.
Lo so cosa state
pensando: ma puru cà avi u box i sistimari !?, oh, vuol dire che è “stidda ca mi
curri”, in realtà a parte il fatto che mia moglie e mia figlia infilavano tutto
là dentro, poi sono arrivato io con le mie “truscie” e nel frattempo il comune
ha rimodulato la differenziata e ci ha fornito dei bidoni alti un metro, che
non avevo dove metterli e così ho smontato parte della scaffalatura e gli ho
ricavato lo spazio.
A mezzo giorno smetto
per andare a cucinare, quindi diciamo che passo nel box un paio d’orette,
cucino, mangio, riposino e sono già le quattro, “bella vita si rurassi” lo so,
ma …… nel pomeriggio poi una vota andiamo in farmacia, una volta a fare la
spesa, una volta qui (all’otlet a Carmignano), una volta li (a Bassano per il
telefono), una volta vado a vedere una partita e una volta vado in palestra e
il tempo passa che è un piacere, fatevi il conto che sono in pensione da quasi
nove mesi e non me ne sono accorto, perché non riesco ad annoiarmi.
Poi per il momento sono
addirittura oberato, no che mi hanno operato, che non ho tempo per nulla, come
sapete sto facendo le fioriere per i tenerumi e per l’orto, ma questo comporta:
andare a prendere i bancali nelle ditte che me li regalano, smantellarli,
assemblare i tabuti (sarcofago, cassone), impermeabilizzarli, riempirli di
terriccio (andare a comprarlo quindi) e piantumare le piantine.
Senza parlare, potevo
comprarli che facevo prima, ma un vascone di 1 metro e 20 x 50 di profondità x
25 d’altezza costa 200 euro e poi io chi fazzu tutta a irnata? e poi è un
periodo di “soldout” (non è siciliano è inglese) in palestra, dovremmo andarci
due volte a settimana, ma siccome dobbiamo recuperare qualche lunedì dell’angelo,
qualche 25 aprile e così via, ci andiamo tre volte, poi io sto provando una nuova
palestra da un’altra parte, una più intensa e così finisco per fare palestra quattro
volte a settimana.
Non scalo un grammo e mi ritiro a casa con una fame che non
vi dico, per questo sto provando un’altra cosa, a settembre cambio, anche perché
la cardiologa (l’unica donna che non resiste al mio fascino), mi ha detto che
se mi presento ancora una volta sopra i 76 chili non mi visita e mi denuncia pure
per recidività in obesità, pena prevista 3 mesi di pane e acqua.
L’altro giorno facevamo in palestra il circuito trainig
(neanche questo è siciliano) e mentre facevo skip (sempre inglese) pensavo a
quando ero giovane, ai tempi del corso olivuzza, anche lì ogni tanto facevamo il
“circuito training”, allora eravamo in 6 o 7 e andavamo alla “vucciria”, senza
cuminciari a ririri, il circuito training è una specie di via crucis, ora vi
spiego.
C’è una specie di cerchio e ad ogni due metri c’è un attrezzo
per fare un esercizio, che so, due pesi per i bicipiti, due panche per lo step,
due corde per saltare e via dicendo, saranno una decina d’esercizi e si chiude
il circuito, che centra con la vucciria? anche la facevamo il circuito, ma no “training”,
gastronomico.
In cosa consisteva: appena scendevi la scalinata della
vucciria, c’era quello con il posto della frittula, una cartina l’uno e pagava
il primo, due metri più avanti u purparu, un piatto i purpu per 7 e pagava il secondo,
terza stazione, “gesù cadde in ginocchio”, no un minuto sto facendo confusione,
terza stazione panino con la milza e pagava il terzo, quarta stazione: piatto
di quarumi e pagava un altro, quinta stazione; mussu e carcagnolu e pagano un
altro ancora, sesta stazione panino con le panelle e pagava il penultimo e
infine bucali ri passitu e pagava l’ultimo.
Certo non lo facevamo ogni giorno, che so una volta al mese,
diciamo quanto è bastato per farci venire l’ernia jatale, ma la cosa più bella
era che la sera quando arrivavo a casa, mio padre pretendeva che mangiassi e io
non sapevo come fare, perché sé non mangiavo si incazzava perché si mangiava
tutti insieme a tavola e se mangiavo vomitavo.
Ora lo so che vorreste sapere di mia figlia, del nipotino, ma
se no la prossima volta che vi racconto, accontentatevi di questo che chi si
contenta gode e poi devo andare ad apparecchiare, stiamo facendo il pane e
panelle per domani, e sì, il pensionato perde la voglia di lavorare ma no
quella per le cose buone.