Era
da tantissimo tempo, che volevo andare a visitare Noto, con tutti i
suoi palazzi Barocchi, avevo sempre pensato di andarci nel periodo
dell'infiorata, ma un pò perchè mia moglie lavorando tutti i
giorni, nei fine settimana finiva poi per dedicarsi alla casa e un po
perchè con la mia attività di allenatore, i sabati o le domeniche
avevo sempre il campionato, ho sempre rimandato.
Certo
che alla fine però, ho scelto forse il momento peggiore, un pò per
l'anomala ondata di caldo, a quanto pare mai registrata e un pò per
l'interruzione sulla Palermo-Catania, che costringe gli
automobilisti, a fare almeno una cinquantina di chilometri in più,
tra buche e tornanti.
La
sfida è stata "vinta", ho guidato per 5 ore all'andata e
per 5 ore al ritorno, facendo quasi il giro della sicilia, per
raggiungere un posto, che in linea d'aria non è lontanissimo, ma
questa è la sicilia, bella, bellissima, ma poco confortevole, anzi
confortevole per niente.
Ho
conosciuto meglio una parte di sicilia, visto che c'ero già stato
per lavoro, che forse per mia ignoranza o per la loro poca voglia di
mettersi in mostra, consideravo la parte più arretrata della nostra
isola ed invece con mio ingiustificato stupore, ho visto una realtà
importante e positivamente diversa, da quella Sicilia del nord e in
maniera particolare, dalla caotica Palermo a cui sono abituato.
Chiaramente
non sono stato solo a Noto, ma
in
una
buona parte della
valle barocca, e
più precisamente
nei
luoghi di Montalbano, che forse
dallo sceneggiato, ha avuto linfa nuova, per
mettere in moto la laboriosità dei locali, unico
neo, ma del resto è quello di molte regioni italiane, la cartellonistica
stradale, tante rotatorie e
poche indicazioni.
Arriviamo
quindi
a Noto, i
giardini pubblici a destra e davanti
la Porta Reale che ci
introduce sul corso principale,
il
corso "barocco" con
palazzi dall'una e dall'altra parte,
ti porta
sulla caratteristica piazza del
municipio,
che è lo
spettacolare
centro storico-logistico della cittadina, con
ai lati Palazzo
Ducezio sede del municipio appunto da
una parte e
la Cattedrale di San Nicolò,
con la meravigliosa scalinata dall'altra.
Il
Corso Vittorio
continua
e sulla destra
parallela
alla Cattedrale, le due strade dell'infiorata, via Nicolaci e via
Pirri, con a terra i disegni che poi verranno riempiti dai fiori e
dai petali.
In
via Nicolaci si
trova l'omonimo
Palazzo Nicolaci,
famoso per i balconi sorretti dai mensoloni scolpiti, il
simbolo di Noto e di tutta questa magnificenza, di
cui
i netini
ne traggono
vantaggio, mostrando comunque nel loro piccolo,
una buona organizzazione e
la consapevolezza
di vivere d'arte.
Ma
oltre all'arte, mia
moglie voleva vedere i luoghi dove era stata girata la serie
televisiva del commissario Montalbano.
Così
nei
quattro
giorni passati
nella
valle,
oltre
all'arte, oltre
al mare,
siamo
stati anche
nei
luoghi di Montalbano, facendo base
a Modica, dove attraverso
le
informazioni dei
modicani su
strade ed
itinerari, abbiamo
pianificato il soggiorno, informandomi
naturalmente
su
cosa e dove c'era da mangiare.
Espletati
gli indispensabili
preliminari di "prima" sopravvivenza e
dopo esserci ristorati dalle fatiche del viaggio, l'indomani
abbiamo
fatto rotta verso
Punta
Secca,
famosa e gradevole location balneare, non
chè domicilio della casa di Montalbano.
Nella
spiaggia dove Zingaretti
rincorre
il cane Orlando, abbiamo fatto il bagno e preso il sole, poi
ci siamo fatti un giro per il borgo, dove
al
di là della piazzetta
si
scorvega il
porticciolo e di
seguito un'altra
spiaggia, ancora più bella di quella cinematografica, in uno
scenario
balneare perfetto.
Da
una location all'altra, siamo andati a pranzare a
Scicli, per
assaggiare
la specialità del posto, ovvero le teste di turco, devo
dire che
sono state una vera delusione, del resto per chi ha conosciuto i
piaceri della "sfincia" palermitana, un grande bignè,
tagliato e farcito di ricotta semplice, non
poteva stupirmi,
niente affatto.
Dopo
il pranzo, siamo andati in giro per il paese, in una piazzetta più
defilata c'era
il
municipio, che nel film è il commissariato e
poi anche qui,
sul
corso e in piazza, c'erano tanti palazzi barocchi da
apprezzare, di gran lunga superiori alle teste di turco.
La
sera prima di cena, ci siamo fatti
una passeggiata per
le vie di Modica, alla scoperta della cittadina, fin qui utilizzata
solo come dormitorio,
tra il caos inaspettato, abbiamo
fatto visita
a qualche monumento, rimandando
il resto della visita nei giorni successivi di soggiorno.
Per
riprenderci dalla delusione delle teste di turco, ci
siamo seduti in un piccolo ristorantino, per una
bella norma e una grigliata mista di carne.
Dopo
cena siamo andati a
visitare la cattedrale di San Giovanni a Modica alta e
poi sul belvedere ad ammirare il vallone su cui si appoggia tutta
Modica bassa.
Il
paese diviso in basso
e alto,
era
una cosa che
non sapevo
finchè non sono arrivato, la
parte alta è la meno frequentata,
quella bassa è
più grande e conta
un numero maggiore di monumenti importanti, un corso largo e
pianeggiante, che
mi
dicevano essere
il
letto coperto
del
fiume, il vero cuore pulsante della cittadina.
Al
contrario di Noto e Scicli dove i palazzi erano curati e messi in
bella mostra, a Modica erano quasi tutti diroccati e molti
addirittura in vendita, una cosa che ci ha meravigliato, è stata la
grande quantità di turisti.
Il
mattino seguente prima di andare a fare il bagno a marina di Modica,
siamo andati a vedere il bellissimo duomo di San Giorgio e poi al
mare, passando per una Modica moderna in periferia, bella con
moltissimi negozi chiamata Sorda.
Marina
di Modica, è molto bella e attrezzata, sembrava di trovarsi al nord,
dalle parti di Savona, Imperia, posto bello, ordinato, senza nessun
posteggiatore abusivo o vu cumprà, spiaggia e mare pulito.
Nel
pomeriggio siamo
andati a Ragusa Ibla, a vedere gli altri luoghi di Montalbano, tanti
i posti cinematografici e pochi
i
luoghi
artistici, la piazza del Duomo di san Giorgio, scenario di alcune
riprese de "l'odore della notte", con il vicolo dei
cavalieri e
il
circolo di conversazione
Come
sempre la sera si andava a cena a Modica, stavolta abbiamo assaggiato
la
specialità del posto, che non è come
si può pensare la
cioccolata, ma la "scaccia", una specie di raviolone
farcito di pomodoro e prosciutto, o ricotta e spinaci, o funghi e
melanzane e così via, e il famoso "arancino di Montalbano".
Solita
passeggiata dopo cena con
visita ai restanti
monumenti
sul corso, alla casa di Quasimodo e
al
Castello dei conti con la torretta dell'orologio.
Il
giorno
succesivo
è stato quello del
rientro a Palermo, non
prima però di
fare un ultimo bagno a
Maganuco, a un paio di chilometri tra Marina di Modica e Pozzallo, ma
di questo visto
che non è un "luogo" di Montalbano, magari
ve ne parlo un'altra volta.