mercoledì 2 maggio 2018

Signori altre sei pagine del mio racconto


Nel frattempo si era fatto sera, a casa di Ula non c’era la televisione, c’era un computer ma era senza connessione internet, c’era un vecchio telefono appeso in cucina, non c’era un impianto di musica, ma c’era solo una vecchia radio, così annoiato di vedere piovere seduto in veranda, ho detto ad Ula di preparare da mangiare e che io gli avrei dato una mano.
Cosa gli sia passato quella sera per la testa non so dirtelo con esattezza, ma mentre stavamo in cucina per preparare da mangiare, ai sorrisi abbozzati si è aggiunta anche qualche strusciata apparentemente casuale tra il tavolo e i fornelli.
Ula sapeva far risaltare gli aspetti migliori della sua femminilità, sfoggiandoli a tavola prima e in veranda dopo, non era ancora tardissimo e lei mi disse che andava a letto, perché l’indomani dovevamo fare un servizio sulla spiaggia Donostia.
Io sono rimasto ancora il tempo di una sigaretta e sono salito per andare a letto anch’io, mentre mi stavo dirigendo verso la mia stanza, Ula è spuntata fuori dalla sua stanza, mi ha preso per un braccio e mi ha portato dentro.
Senza dire una parola l’ho presa tra le braccia e ci siamo lasciati andare in un bacio infinito, aveva delle labbra morbide e un corpo da favola nonostante gli anni, è stata una nottata di quelle che non dimentichi.
No! Non aveva proprio settant’anni, andava per i sessantotto, comunque dopo qualche ora di sonno beato, per non creare situazioni imbarazzanti al mattino seguente, alle cinque sgattaiolai nella mia
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stanza, dove sono rimasto sveglio a pensare fino alle sei e mezzo circa quando ho ripreso sonno.
Attorno alle nove sono sceso in cucina, con l’imbarazzo e il timore che quello che era successo tra di noi la sera prima, non fosse motivo di un inizio di relazione, io non ero innamorato di lei, mi inquietava, ma non ero innamorato e non volevo che potesse pensare all’inizio di un amore appassionato.
Ula ha risposto distaccata a mio buongiorno, tutto si è svolto nella solita maniera come se quella notte non ci fosse mai stata, abbiamo fatto colazione con torriias e bolas, discutendo cordialmente come sempre, senza mai fare un minimo cenno in nessun modo a quanto c’era stato tra di noi.
Non mi sento di avere tradito Fiorella, lei è e resta l’amore più grande della mia vita, nel mio cuore adesso non c’è posto per nessuna altra donna, certo che è possibile che incontri un’altra persona, anche un uomo come dici e che mi possa innamorare.
Vedi l’amore assoluto per me non esiste, noi ci innamoriamo di una persona su un campione ristretto di umanità, ma se potessimo avere la possibilità di conoscere tutte le donne del mondo, solo allora avremmo la certezza dell’amore assoluto.
Non vado in giro per cercare una donna che sostituisca Fiorella, vado per mare perché non riesco più a vivere con la gente, mi sono condannato a vivere da solo con il suo ricordo.
Ma torniamo a San Sebastian, anche quella mattina Ortiz ci ha accompagnato con la jeep, peccato per la pioggia caduta in nottata, perché la spiaggia che costeggia la Donostia è bella e suggestiva.
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Fatte le foto sulla spiaggia, siamo andati a completare il servizio fotografico alla Cattedrale, al teatro e alla chiesa di San Vincente, come si dice ….. amici come prima, con lo stesso atteggiamento degli altri giorni, godendoci il pranzo ridendo e scherzando per i gustosi pintox, una specie di patas.
Il lavoro era finito, Ula mi ha liquidato quanto avevamo convenuto e nel pomeriggio siamo andati a divertirci per la città, come una specie di saluto, San Sebastian è una cittadina piena di vitalità e in quel periodo c’erano concerti gratuiti un po' sparsi ovunque.
Ci siamo ritirati la sera sfiniti dal tanto camminare e dalla giornata terribilmente uggiosa e fredda, abbiamo fatto la spesa in un piccolo supermarket e abbiamo preferito cenare a casa di Ula.
Il copione si è ripetuto anche quella sera, solo che stavolta siamo finiti prima sul divano e poi a letto, lei mi piaceva ma sapevo che non c’era niente altro di più, non volevo deluderla e poi il ricordo di Fiorella mi divorava, ho capito che il mio se pur breve soggiorno a San Sebastian era finito.
Mi sono fatto una lunga e sana dormita, una doccia calda al risveglio, ho raccolto le mie cose e via lontano da tentazioni, volevo cominciare quella vita in mare che desideravo e che non avevo ancora fatto, Ula come sempre era già sveglia ad armeggiare in cucina, mi ha sentito arrivare e senza guardarmi mi ha detto:
So cosa provi per quella donna, provi le cose che provo ancora io per Ralph, non occorre che dici nulla, io come vedi ho scelto di stare qui come te da sola, se un giorno il destino ti porterà da queste parti, mi farà piacere dividere con te la mia solitudine. 
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Ho preso le mie cose e sono uscito in silenzio dalla sua vita, così come vi ero entrato, ho raggiunto la mia barca, il grande giorno era arrivato, piano piano ho fatto il rifornimento di tutto quello che mi occorreva e mi sono preparato a salpare per Getxo.
Si ma adesso si è fatto tardi, ti ringrazio per la bella serata e me ne vado a dormire in barca, ti racconterò il resto domani mattina dopo una bella dormita, sempre se ne avrai voglia.

PASSATA LA NOTTE
Ciao amico, come va? Hai dormito bene? Io abbastanza, ma ora devo mettere però qualcosa sotto i denti, dai andiamo al bar, mettiamoci il quel tavolino lì all’angolo, io prendo un cornetto e un cappuccino, colazione all’italiana, lo vuoi anche tu? Bene ordino per due.
Allora! Sei proprio sicuro che ti va ancora di sentire le mie storie? Perfetto l’hai voluto tu, intanto facciamo colazione, uh …. Buonissimo, ci voleva …. Allora dove eravamo?
Ah sì! Mi stavo preparando per salpare, io sono stato a San Sebastian la prima volta nel 1989, dopo la laurea negli anni del terrorismo dell’Eta, c’era un clima di forte tensione sociale e un clima di declino, ma già allora le sere a San Sebastian erano dolci e misteriose.
Ecco perché questo nuovo inizio da San Sebastian, oggi è completamente cambiata, surfisti che riempiono l’oceano, turisti da ogni dove che si godono la spiaggia e gli assordanti locali dove puoi gustare calamari fritti e cozze e sentire tutto il sapore del mare.
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Sono voluto ripartire da lì, da quel popolo diverso di marinai e artigiani capaci di cavarsela da soli, l’immagine del marinaio che ha una donna in ogni porto e poi in realtà vive tutta la vita da solo, lui e il mare.
Finalmente posso parlarti di quando per la prima volta ho messo piede o meglio la barca sull’oceano e di come avventurarsi un viaggio possa semplificarti la vita, quando questa diventa ingombrante.
Non avevo nessuna esperienza di mare e procedevo lungo la costa a piccole tappe, la prima è stata Getxo, ad ogni porto che mi fermavo mi facevo vedere e consigliare dalle capitanerie, per dormire al riparo, mangiare qualcosa di caldo e conoscere un po' il posto, prima di ripartire.
Perché Getxo? Per tornare a Bilbao dove ero già stato nell’89, ho ormeggiato la barca nel porto nella baia di Biscaglia, il fiume per il primo tratto è navigabile, ma io ho preferito lasciare la barca a Getxo ed arrivare a Bilbao in metropolitana.
Di Bilbao ricordo la movida, passavo da un locale all’altro ad inseguire gli sguardi delle ragazze con gli occhi azzurri e i capelli neri, oggi saranno delle belle signore dai capelli bianchi. il
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sapore del pintxo fatto con prosciutto crudo e peperoni e il pacharan, un liquore fatto di bacche rosse.
Quando sono tornato ho trovato un neonato premio, con il quale l’associazione dei cuochi baschi ha premiato un venezuelano e in quel momento mi è venuta l’idea di provare a fare un po' di soldi per continuare il viaggio, come aiuto cuoco in qualche ristorante.
Prima sono andato a vedere lo splendido chiostro del convento di San Telmo e poi sono andato a pranzare come nell’89 da Arzak, che oggi lavora con la figlia Elena, un locale a tre stelle di cucina tradizionale e sperimentale.
In estate alberghi e pensioni hanno sempre bisogno di rinforzare il personale con lavoratori stagionali ed io poi da Arzak quando Elena era ancora una bambina, ci avevo già lavorato.
Anche stavolta la paga fu bassa e l’alloggio era ancora più stretto di quello di prima, si lavorava tantissimo ma per me era meglio, pensavo di meno a Fiorella.
Elena adesso avrà avuto quaranta due anni, formosa ma piacente e un carattere da sergente di ferro, ruvida, polemica, brontolona, però era una gran cuoca.
Io una certa competenza in cucina ce l’ho e gli facevo spesso qualche osservazione, qualche domanda, lei mi mandava sistematicamente a quel paese.
Devo dirti che ho fatto fatica a riconoscere Bilbao, oggi non vedi più le fabbriche in disarmo, la parte vecchia della città sembra sonnecchiare sulla collina, i grattaceli guizzare lungo le rive del fiume Nervion, le piazze, i viali, le calle sono costellati di aiuole
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