sabato 17 dicembre 2016

Concerto di natale

Cari lettori vicini e lontani buone feste, è da tanto tempo che non ci sentiamo, ma da quando sono al nord non ho più avuto quei momenti di relax, per “cercare” l’ispirazione giusta per continuare a raccontare, qui l’ispirazione è sostanzialmente diversa, non tanto perché è filtrata dalla nebbia, quanto per il tipo di frequentazione.
L’ispirazione altro non è che il verificarsi di una situazione, che ti riporta per attinenza a fatti, cose o personaggi del passato, che avevi sistemato nei famosi cassetti della memoria e che “l’evento” ha riportato in vita, quindi sé …. per 62 anni hai vissuto fatti, situazioni e personaggi meridionali, difficilmente qualcosa che succede al nord, con altri “profumi” con altri “colori”, può richiamare alla mente quelle stesse sensazioni.
Non voglio fare il professore, a tutti capita questo “rivivere”, poi devi avere il coraggio di scriverlo o l’umore giusto per trattarlo o la fantasia per renderlo “fruibile”, tutto questo è l’ispirazione, quello che ti permette poi di raccontare qualcosa, che deve essere coinvolgente e non  deve essere banale, cosa che mi pare sia riuscito a fare in questi anni.
L’ho capito, volete che vada al sodo, ma per esempio, ho appena aperto la finestra e c’è un bel banco di nebbia, quanti e quali episodi posso “riesumare” dai miei cassettoni della memoria ? magari qualcosa c’è, ma devo metterci accanto un po’ di fantasia, se no risulterà breve e monotono, senza vita.
Ma per Natale non potevo lasciarvi senza una storia e così ieri sera c’è stato il pretesto per provare raccontarvi qualcosa, l’istituto comprensivo di Tombolo, ha dato nella sala consiliare del municipio, un concerto di Natale con i piccoli musicisti della scuola elementare.
Io ho accompagnato una delle più alte cariche istituzionale del paese, la maestra elementare, che con il sindaco, il curato e il medico condotto, fin dai tempi di “non è mai troppo tardi” e della “scuola radioelettra, Torino”, hanno rappresentato il polo d’eccellenza delle migliaia di paesini italiani.
….. e fù proprio sull’asfalto per Damasco, no volevo dire che sulla strada per il municipio, che sono stato “folgorato” dall’ispirazione, quel concerto con tutti quei musicisti in erba, i bambini del coro e i suonatori di flauto, mi hanno riportato alla memoria, il rapporto della famiglia Crisà con la musica.
Chiaramente da questo rapporto escludo Ambra, diciamo che è fuori concorso, io attorno ai diciassette anni ho avuto l’idea di mettermi a suonare la chitarra, dopo avere cullato per anni il sogno di suonare la batteria, erano gli anni dei complessi e secondo me la batteria era l’unico strumento, dove potere improvvisare, senza dovere studiare solfeggi e spartiti.
Comprai o meglio forse me la regalò qualcuno la chitarra, insieme c’era un libretto delle istruzioni che ti spiegava il giro di do, io ho sempre avuto una soglia del dolore altissima, ma quella della pazienza era uguale a zero, ho provato per un paio d’ore questo estenuante e monotono giro di do, impiegavo 40/50 secondi per posizionare le dita e poi un colpo alle corde.
Un tram-tram che mi mandava il latte alle ginocchia, più provavo e più capivo che io ero portato solo per ascoltare la musica e non per farla, non vi nego che entro sera volevo riuscire a cominciare la canzone di Lucio Battisti, “Emozioni” e poi fare anche la parte finale di “Anna”, ma quando ho capito che le mie dita si erano dissociate e che come una sorta di sciopero, si rifiutavano di seguire con la stessa velocità la mia mente, ho deciso che poteva bastare così.
Presa coscienza della situazione, alzai bandiera bianca e cercai un angolo di casa dove mettere in bellavista la chitarra, per provare a fare almeno colpo con qualche ragazza che veniva a casa, veramente poche che rasentavano quasi il niente e meno male, se no poi mi avrebbero chiesto di suonarla.
Ma a casa mia c’erano artisti molto più affermati, vi ho già detto di mio padre che scendeva giù dal “cavaliere”, l’inquilino del piano terra a suonare il tamburello, anche quello come la batteria non aveva bisogno di studi particolari, anche perché mio padre e gli studi avevano litigato da bambini, una vecchia storia risalente addirittura dalla prima elementare e da allora tra di loro non c’era stato più nessun rapporto.
Il tamburello richiedeva solo di andare a tempo, ma si sa il tempo è denaro e mio padre che era sempre in cerca di soldi, scarseggiava pure con il tempo della musica, riusciva meglio ma a secondo dei punti di vista con il ballo della “fasuola” con mia sorella Cettina.
Ma la star di casa Crisà era mia sorella Mery, adesso non ricordo bene ma credo si trattasse in un periodo che si stava preparando alla prima comunione e stava studiando i canti ecclesiali o giù di lì, dico ….. prima comunione, Pasqua ….  insomma doveva cantare in coro qualche cosa in chiesa.
I provini a casa erano strazianti, non riuscivamo ad ascoltarla per intero, veramente neanche cominciava, perché dopo le prime due “ Avè, Avè”, scoppiavamo in una risata di massa e convulsiva, che interrompeva opportunamente l’interpretazione, una risata con le lacrime, anche se con il senno di poi a pensarci meglio era proprio un pianto di disperazione collettivo.
Ricordo che mio padre si rivolse al presidente della regione, che tutto il quartiere fece una petizione di firme, per evitare che questo coro potesse cantare, non ci si è rivolti ai poteri della chiesa, perché tra loro e mio padre non correva buon sangue, ma tutti gli uomini di buona volontà, si adoperarono per boicottare l’evento.
Comunque non ricordo dove e quando e se poi è andata in scena l’interpretazione, forse in chiesa saranno riusciti a chiedere al papa di abolire i festeggiamenti e per essere sicuri di non sentirla neanche per sbaglio, hanno abolito tutta la festa, per evitare a tutti quelli che sarebbero intervenuti, di rimanere segnasti profondamente per il resto della loro vita.
Come vedete, una cosa tira l’altra, i ricordi si inseguono e sono sicuro che alla prima occasione che sarò a Palermo, anche mia sorella Mery mi inseguirà con la scopa, è stato un modo per tirarci su il morale, per ricordare qualche persona cara e per farvi sapere che in un modo o nell’altro, vi penso sempre e auguro a tutti…..

…. Buon Natale.